Energia
Suriname, l’attesa è finita: Il petrolio in mare profondo per un rilancio economico del Paese
Suriname sblocca il futuro: via libera al mega-progetto petrolifero GranMorgu da 10,5 miliardi di dollari. Dopo anni di crisi e rinvii, la produzione di 220.000 barili al giorno (dal 2028) è la chiave keynesiana per salvare il PIL e battere la maledizione delle risorse

TotalEnergies e APA Corporation hanno dato il via libera al progetto GranMorgu da 10,5 miliardi di dollari nel Blocco 58, puntando a 220.000 barili al giorno a partire dal 2028.1 Dopo anni di rinvii e speranze infrante, il Suriname si prepara finalmente a incassare la sua prima, grande scommessa energetica offshore, ma il paragone con la vicina Guyana impone cautela e lucidità tecnica.
| Dettagli Tecnici |
| Data dell’articolo: 27 Novembre 2025 (Ricalibrata in base al testo di origine) |
| Investimento approvato (FID): 10,5 miliardi di dollari |
| Obiettivo di Produzione: 220.000 barili di petrolio al giorno (bpd) |
| Inizio Produzione Previsto: 2028 |
Lo stallo economico e il miraggio guyanese
Per decenni, il Suriname, ex colonia olandese, è stato un esempio malinconico di come la cattiva gestione economica, l’eccessiva spesa pubblica e la corruzione cronica possano devastare un’economia nazionale. Nel corso dell’ultimo decennio, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è crollato di oltre il 10%, un dato che, in un Paese di poco più di 600.000 abitanti, si è tradotto in una crisi sociale esplosiva, culminata nelle violente proteste che hanno visto l’assalto al parlamento nel febbraio 2023. Una situazione che ha messo sotto pressione la classe dirigente, spingendola a cercare soluzioni immediate per invertire la rotta. Del resto la produzione del petrolio era stata in calo negli ultimi anni, e questo aveva tagliato le risorse disponibili.
In questo contesto di profonda recessione, l’unica vera luce in fondo al tunnel era rappresentata dall’oro nero, o meglio, dal petrolio in mare. L’annuncio della scoperta di idrocarburi nelle acque territoriali, arrivato nel gennaio 2020 ad opera dei partner TotalEnergies e APA Corporation, aveva immediatamente acceso le speranze di un boom economico in stile Guyana, la vicina nazione che, dal dicembre 2019, ha visto la sua economia trasformarsi in modo vertiginoso grazie alle enormi riserve del Blocco Stabroek.
La prima scoperta significativa in Suriname fu quella del pozzo esplorativo Maka Central-1 nel cruciale Blocco 58. Il pozzo, perforato fino a 6.300 metri, rivelò strati importanti di petrolio e condensato. A questo successo seguirono altre quattro scoperte di rilievo, confermando che il potenziale geologico era lì, in attesa.
La lunga attesa e i problemi geologici
Tuttavia, tra l’entusiasmo iniziale e la realtà geologica e finanziaria, c’è sempre un abisso temporale. Sebbene l’allora Presidente Chan Santokhi avesse ventilato un “primo petrolio” già nel 2025, si è trattato, con un pizzico di nonchalance istituzionale, di un pio desiderio.
I tempi medi per sviluppare grandi progetti offshore a livello globale oscillano tra i sette e i dieci anni. Ma nel caso del Blocco 58, la palla al piede è stata la geologia stessa. Già nel 2022, TotalEnergies e APA avevano deciso di ritardare la Decisione Finale di Investimento (FID). Il motivo? Nonostante le riserve stimate fossero ingenti (fino a 6,5 miliardi di barili), i risultati delle perforazioni e delle analisi sismiche erano conflittuali, e, peggio ancora, alcune delle scoperte precedenti presentavano un elevato rapporto gas-petrolio (GOR). Questo fattore tecnico ha reso più complessa la monetizzazione immediata, obbligando gli operatori a ripensare la strategia estrattiva per gestire in modo sostenibile il gas associato.
Questo rinvio ha messo in stand-by i piani di ripresa economica di Paramaribo. Fortunatamente, i problemi tecnici sono stati superati e, nell’ottobre 2024, è arrivata la notizia che tutti aspettavano: l’approvazione della FID per il progetto GranMorgu.
GranMorgu: il “Grande Mattino” del Suriname
Il progetto GranMorgu, con un investimento complessivo stimato in 10,5 miliardi di dollari, svilupperà le scoperte di Sapakara e Krabdagu. La scelta del nome, GranMorgu, che nel dialetto locale Sranan Tongo significa “Grande Cernia” (simbolo di forza e longevità) ma anche “Una grande mattina” o “Una nuova alba”, è di per sé un manifesto politico-economico.
Il fulcro dell’operazione sarà una nave di produzione, stoccaggio e scarico galleggiante (Floating Production Storage and Offloading, FPSO) interamente elettrica.
Ecco i dettagli tecnici essenziali del progetto che finalmente partirà:
| Caratteristica | Dettaglio Tecnico | Impatto Macroeconomico |
| Riserve Recuperabili | Stimate in oltre 750 milioni di barili. | Base finanziaria solida per un periodo di produzione di 20-25 anni. |
| Capacità Nominale FPSO | 220.000 barili di petrolio al giorno. | Aumento immediato del PIL, posizionando il Suriname come produttore significativo. |
| Tecnologia Ambientale | FPSO All-Electric, zero flaring di routine, reiniezione completa del gas associato. | Conformità agli standard moderni di basse emissioni (meno di 16 kg CO2e/boe). |
| Investimento Locale (Local Content) | Stimato tra 1 e 1,5 miliardi di dollari. | Creazione di oltre 6.000 posti di lavoro (diretti, indiretti e indotti). |
| Partecipazione Statale | Staatsolie (NOC) esercita il diritto di acquisire una partecipazione del 20%. | L’azienda petrolifera nazionale entra nell’operazione tramite un mix di obbligazioni e prestiti, garantendo un gettito diretto maggiore allo Stato (approccio Keynesiano). |
L’aspetto della partecipazione statale, con Staatsolie che si è assicurata il 20% dell’operazione, è fondamentale in chiave strategica per il Suriname. Non si tratta solo di riscuotere royalties, ma di detenere una quota di capitale che permetterà al Paese di esercitare una maggiore influenza e di ottenere un flusso di cassa più elevato per finanziare, si spera, infrastrutture e debito pubblico.
Quando GranMorgu entrerà in funzione nel 2028, fornirà un contributo vitale all’economia prostrata del Suriname, anche se forse non sarà l’immediata “pallottola d’argento” che si attendeva in fretta e furia.
Il Contiguo Potenziale e la Scommessa Gas di Petronas
Il vero ottimismo risiede nel potenziale inespresso del bacino. Il Blocco 58 è contiguo al Blocco Stabroek della Guyana, dove ExxonMobil ha scoperto riserve per almeno 11 miliardi di barili. È altamente probabile che il prolifico giacimento si estenda direttamente nel Blocco 58 e oltre, supportando future grandi scoperte e nuovi sviluppi produttivi.
A rafforzare il quadro è la crescente attività di Petronas, la compagnia petrolifera nazionale malese, che sta espandendo la sua presenza. Mentre TotalEnergies e APA si concentrano sull’olio nel Blocco 58, Petronas, nel vicino Blocco 52 (dove detiene l’80% in partnership con Staatsolie), sta raggiungendo traguardi significativi sia nel petrolio che nel gas.7
Il 2025 ha segnato un altro step cruciale per il Paese: nel novembre 2025, Petronas ha dichiarato la commerciabilità del giacimento di gas naturale Sloanea nel Blocco 52.
| Cronologia Sviluppo Blocco 52 (Petronas) |
| 2023-2024 |
| Novembre 2025 |
| H2 2026 |
| 2030 |
Il gas, sebbene meno mediatico del petrolio, offre una prospettiva di diversificazione energetica cruciale. Si stima che il Blocco 52 possa contenere almeno 500 milioni di barili di greggio, oltre al gas.
Prospettive Future: Tra Rilancio e Responsabilità Fiscale
La produzione di GranMorgu, insieme agli sviluppi successivi di Petronas e alla potenziale espansione nel Blocco 53 (dove APA aveva fatto la scoperta Baja-1), segna il punto di non ritorno. Il Suriname non è più solo una promessa, ma un attore emergente nello scacchiere energetico globale.
Tuttavia, il percorso non è privo di rischi. Il “modello Guyana” è stato eccezionale non solo per la quantità di petrolio, ma per la velocità con cui sono state approvate e sviluppate le operazioni. Il Suriname ha impiegato più tempo, e le proiezioni iniziali per 220.000 bpd sono inferiori alle cifre record raggiunte dal vicino.
La vera sfida, che fa appello al rigore tecnico e alla visione Keynesiana, non è estrarre il petrolio, ma gestire le entrate, garantendo lo sviluppo futuro. L’iniezione di liquidità da parte dello Stato, attraverso la quota di Staatsolie e le royalties, dovrà essere impiegata in modo trasparente e anti-ciclico: riduzione del debito, investimenti in infrastrutture e diversificazione dell’economia per evitare la “maledizione delle risorse”. Solo così il “Grande Mattino” del Suriname potrà diventare un’era di prosperità duratura, e non solo l’ennesima bolla speculativa.
Domande e risposte
Perché il progetto GranMorgu ha subito un ritardo rispetto alle previsioni iniziali del governo?
Il ritardo è stato causato da fattori tecnico-geologici. Nonostante le grandi scoperte iniziali, i risultati delle successive perforazioni e l’analisi sismica si sono rivelati a tratti contrastanti. In particolare, alcune scoperte presentavano un elevato rapporto Gas-to-Oil Ratio (GOR), rendendo necessaria una riprogettazione tecnica per gestire la quantità di gas associato e minimizzare le emissioni (ad esempio, tramite l’FPSO All-Electric). Questo ha posticipato la Decisione Finale di Investimento (FID) al 2024, anziché nel 2022.
Quale sarà l’impatto economico immediato del progetto GranMorgu per il Suriname?
L’impatto sarà storico. GranMorgu rappresenta il più grande investimento diretto estero mai realizzato nel Paese ($10.5 miliardi). A partire dal 2028, con una produzione di 220.000 barili al giorno, il progetto garantirà un gettito significativo (tra royalties e la quota del 20% detenuta da Staatsolie) che alimenterà le casse statali. Inoltre, l’impegno in local content, stimato in oltre 1 miliardo di dollari, creerà più di 6.000 posti di lavoro diretti e indiretti, stimolando l’economia locale e alleviando le tensioni sociali causate dalla recente recessione.
Oltre al petrolio, in che modo il gas scoperto da Petronas nel Blocco 52 contribuirà alla sicurezza energetica del Paese?
La dichiarazione di commerciabilità del giacimento di Sloanea da parte di Petronas, con primo gas previsto per il 2030, rappresenta una cruciale diversificazione.13 Storicamente, il Suriname si è concentrato sulla produzione di petrolio, ma il gas offre un potenziale significativo per il consumo interno (riducendo la dipendenza da combustibili importati per la generazione elettrica) e per l’esportazione, probabilmente tramite una piattaforma FLNG (Floating Liquefied Natural Gas). Sebbene i volumi esatti non siano stati rilasciati, il gas rafforza la posizione del Suriname come hub energetico nel Bacino Guyana-Suriname.










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