Euro crisis
ANCORA SULL’OUTPUT GAP ITALIANO
“Come mai mi mandi rose…..certe cose…le fai tu”
(Mina – Mi Mandi Rose)
Come mai Padoan manda segnali confortanti al paese circa potenziali assenze di manovre correttive settembrine?
E’ forse innamorato del suo paese come colui che spedisce rose a Mina mandando la sua testa in confusione? O c’e’ dell’altro?
C’e’ dell’altro ovviamente, e molto ma molto sotto, e tanto ma tanto tecnico.
1. LE VARIE MANOVRE IMU 2013 QUEST’ANNO (2014) DOVREBBERO GENERARE EXTRA GETTITI PER CIRCA 20 MILIARDI DI EURO (CIRCA 1,3%)
2. LA RIVALUTAZIONE DEL CATASTO CHE RADDOPPIERA’ I VALORI POTREBBE COMPORTARE UNA DECUPLICAZIONE DELLE RENDITE CATASTALI (QUEL CHE A ROMA VALEVA 900 EURO VARRA’ 8500 EURO)
3. PADOAN SA CHE L’OUTPUT GAP ITALIANO E’ CRESCIUTO TANTO E CIO’ IN CONSIDERAZIONE DI MANOVRE PROCICLICHE MA NON ATTINENTI DIRETTAMENTE ASPETTI GESTIONALI TECNICI DEI CONTI PUBBLICI (sebbene la Commissione Europea abbia raccomandato manovre per circa 0,8% del PIL come già ampiamente trattato in passato).
Questo terzo punto merita un apposito trattato per il quale ci avvarremo ancora una volta della Nota del Centro Studi Confindustria emessa a Gennaio 2014.
Il deficit dello stato sale e salirà ancora visto che le manovre procicliche avvitano i risultati dell’economia, ma questo non è direttamente impotabile alla gestione dei conti pubblici pertanto viene lasciato uno spazio di manovra ai ministri che si succedono al governo.
Abbiamo visto che si ha un output gap molto negativo a livello del PIL effettivo molto al di sotto di quello potenziale. Il deficit pubblico che ne deriva sarebbe quindi da imputare in maggior misura alla cattiva congiuntura piuttosto che a eccessi strutturali nella spesa e/o difetti sempre strutturali nelle entrate.
È quindi un deficit che in teoria (se comunque non peggiorasse enormemente i conti pubblici) non richiederebbe politiche correttive e restrittive, che
avrebbero anzi l’effetto di allontanare ancor più l’economia dal suo potenziale e ampliare ulteriormente il deficit stessoSe l’output gap fosse stato negativo ma di poco o fosse stato positivo, allora il deficit pubblico ha una natura marcatamente strutturale e ciò richiederebbe con una dose di austerità per correzione dei conti pubblici, anche al fine di evitare le pressioni inflazionistiche per le quali la Banca centrale sarebbe costretta a rialzare i tassi.
Nel 2013 l’output gap negativo dell’Italia si è notevolmente ingrandito ed è destinato a rimanere tale nei prossimi due anni. La diminuzione del PIL nel periodo 2013-2007 (-9,1%) è per metà strutturale, cioè dovuta a perdita di capacità produttiva.
Come è avvenuta tale perdita di potenziale (Lost Potential)? Ci risponde il paper suddetto, tramite: “chiusure di impianti e di imprese; aumento del disallineamento tra richiesta e offerta di competenze dei lavoratori, essendo quelli che hanno perso l’occupazione difficilmente impiegabili altrove (e tanto più lo diventano quanto più a lungo non sono impegnati in attività produttive); minor livello di investimenti che riduce l’innovazione incorporata negli impianti e li rende tecnologicamente obsoleti”
Quindi, Renzi e Padoan vanno cercando con le riforme (del nulla e che nulla valgono) di far ripartire l’economia che potrà recuperare sì il gap ma solo nel lungo termine, Madame Lagarde bacchetta tutti per la fragilità e la lentezza della ripresa, Draghi e compagni di merende spingono perché le riforme siano fatte da organismi sovranazionali ovviamente non populisti.
Tutti invece sanno benissimo che quel che è accaduto e quel che accadrà si chiama:
– smantellare il sistema produttivo attuale (ritenuto Bancocentrico);
– per far spazio alle Multinazionali che si disinteressano del benessere dei cittadini ma almeno non costringono la banca centrale a lavorare (di tasso d’interesse e di rialllineamento dei prezzi internazionali per mezzo delle svalutazioni monetarie) incessantemente per mantenere armonia ed equilibrio nel territorio ad essa affidato.
In pratica, pur di percepire un lauto stipendio (promesso dalle Multinazionali) senza doversi assumere alcuna responsabilità per i risultati del proprio lavoro, ci hanno fatto passare il messaggio che PER IL BENE DEI GIOVANI è bene smantellare 150 anni di conquiste civili IN ALCUNI CASI PAGATE CON L’INCARCERAMENTO O IL SANGUE DI ALCUNI.
Bell’affare!
“le persone oneste ed intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza”
(Aristofane)
Maurizio Gustinicchi
Economia5Stelle
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