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Sulle occupazioni abusive i rilievi della Corte costituzionale fanno discutere

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Il decreto sicurezza finisce sotto la lente dell’ufficio del Massimario della Cassazione che in una relazione di 129 pagine rileva criticità di “metodo” e di “merito”. Per la Suprema Corte il decreto “riproduce quasi alla lettera” il contenuto del disegno di legge che la Camera dei deputati, “dopo un’ampia discussione in Assemblea, aveva approvato in prima lettura il 18 settembre 2024” e poi trasmesso al Senato. Mancherebbero, dunque, i requisiti di “necessità e urgenza”.

In un report di 129 pagine – la Relazione n. 33, pubblicata il 23 giugno 2025 – l’Ufficio del Massimario della Suprema Corte ha infatti formulato una lunga serie di rilievi sul metodo e sul merito del provvedimento, delineando possibili profili di incostituzionalità e disomogeneità nei suoi articoli, tanto dirimenti da poter costituire base per ricorsi alla Corte costituzionale. Sebbene non si tratti di un documento vincolante, l’autorevolezza della fonte lo rende certamente una pietra miliare nell’attuale dibattito giuridico e politico. Tra i passaggi finiti sotto la lente della Suprema Corte, le aggravanti territoriali e di status, le norme che puniscono le rivolte in carcere e le occupazioni abusive, lo scudo penale per i servizi segreti e il divieto alla commercializzazione della cannabis light.

Nella relazione viene ricordato che la Corte Costituzionale ha più volte ribadito che il ricorso al decreto-legge non può fondarsi su una “apodittica enunciazione dell’esistenza delle ragioni di necessità e di urgenza”. A ciò si aggiunge “l’estrema disomogeneità dei contenuti” del testo. Quanto alle disposizioni che “determinano il trattamento sanzionatorio”, destinate a incidere sulla libertà personale, “devono ritenersi suscettibili di controllo” da parte della Corte per “gli eventuali vizi di manifesta irragionevolezza o di violazione del principio di proporzionalità, dovendosi scongiurare il rischio di irrogazione di ‘una sanzione non proporzionata all’effettiva gravità del fatto'”.

Molto dure le reazioni su alcuni rilievi afferenti lo scandalo delle occupazioni abusive di case, fenomeno ormai da tempo sfuggito completamente al controllo della autorità competenti. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in un post su X è durissimo con i giudici della Corte” La relazione sul Decreto Sicurezza dell’ufficio del massimario della Corte di cassazione rileva che la procedura accelerata di sgombero degli immobili abusivamente occupati prevista dall’articolo 10 “potrebbe aprire lo spazio a situazioni di grande disagio sociale, considerato che difficilmente l’occupante obbligato al rilascio potrebbe trovare un nuovo alloggio in poco tempo”. E’ sconcertante. Si tratta di una procedura prevista esclusivamente in caso di occupazione dell’ “unica abitazione effettiva del denunciante”. Dunque, invece di preoccuparsi del proprietario che ha subito il furto della sua unica casa, ci si commuove per quelli che gliel’hanno rubata? scrive Testa.

Il decreto sicurezza, recentemente convertito in legge, introduce nuove disposizioni in materia di occupazione abusiva di immobili, con particolare attenzione alla tutela del domicilio e alla repressione di comportamenti violenti o fraudolenti. Si tratta di una norma attesa da decenni, che vorrebbe mettere un freno al fenomeno di chi occupa abusivamente le case altrui, spesso di persone fragili, come anziani, malati o persone comunque in difficili situazioni economiche. La Corte Costituzionale, pur riconoscendo la necessità di contrastare le occupazioni abusive, ha sollevato rilievi sull’applicazione di tali norme, sottolineando l’importanza di valutare caso per caso l’effettiva lesività del reato e la possibilità di invocare lo stato di necessità in presenza di gravi bisogni abitativi. 

La nuova figura penale, denominata «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui», prevede pene detentive comprese tra due e sette anni. La stessa pena è prevista anche nei casi in cui l’invasione dell’immobile avvenga a danno di persone particolarmente vulnerabili, per età avanzata o per motivi di salute, o se si tratta di edifici di proprietà pubblica o destinati a uso collettivo.

Per accelerare il ritorno dell’immobile nelle mani di chi ne ha diritto, è stata inoltre introdotta una procedura urgente che consente la rapida restituzione dell’abitazione. Un passaggio fondamentale riguarda i casi in cui la casa occupata rappresenti l’unico alloggio del denunciante: in queste situazioni, l’intervento delle autorità sarà ancora più tempestivo. Troppe famiglie e piccoli proprietari immobiliari, che avevano diritto alla propria casa, sono rimaste intrappolate per anni in un’ingiustizia che non avrebbe mai dovuto esistere.

Adesso la Corte di Cassazione con una relazione che certamente farà molto discutere, sembra volersi preoccupare piu di chi occupa, commettendo un reato, invece di chi subisce il danno, capovolgendo in un certo senso lo stato di diritto, E tanto per capire la gravita del problema, è utile ricordare che pur non esistendo un numero ufficiale preciso per le occupazioni abusive di case in Italia ogni anno, ma le stime più accreditate parlano di almeno 50.000immobili occupati abusivamente. Di questi, circa 30.000 sarebbero alloggi di edilizia residenziale pubblica, mentre gli altri appartengono a enti o privati. 


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