Nel 2024, sono entrati nel mercato della UE circa 4,6 miliardi di spedizioni di modesto valore (per un valore pari o inferiore a 150 euro), l’equivalente di 12 milioni di pacchi al giorno, una cifra raddoppiata rispetto all’anno precedente. Lo ricorda, in una nota, Federmoda-Confcommercio. Per il presidente, Giulio Felloni, “e’ urgente trovare un equilibrio tra protezione dei consumatori, concorrenza leale e sostenibilita’, promuovendo nel contempo un commercio elettronico sicuro e di alta qualita’ nell’Ue e, soprattutto, capace di rispondere al principio dello ‘Stesso mercato, stesse regole'”. Per Federmoda “serve una normativa capace di riportare ordine a un settore, quello della moda, che si trova di fronte a una concorrenza che non appare sicuramente leale.
Si tratta del fenomeno meglio conosciuto come fast fashion, la moda ultraveloce che negli ultimi decenni ha rivoluzionato il modo in cui ci vestiamo. Capi a prezzi stracciati, collezioni che si rinnovano a una velocità impressionante e un modello di business basato sull’acquisto compulsivo: nel cuore del fast fashion c’è un ciclo incessante di produzione e consumo che spinge le aziende di moda a produrre abiti a ritmi vertiginosi e i consumatori a credere di dover acquistare sempre di più per rimanere al passo con le tendenze.
Per far fronte a questo fenomeno, anche dopo le note problematiche legali legate al marchio Tod’s, accusato di capolarato dalla magistratura, Il governo accelera sulle iniziative per affrontare la crisi nel settore della moda e per difendere la reputazione delle aziende italiane.Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, ha avuto stamane con il presidente di Confindustria Moda, contatti telefonici con Luca Sburlati, con il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, e con il presidente di Fondazione Altagamma, Matteo Lunelli, proprio per parlare delle urgenti misure da mettere in campo per tutelare i marchi del made in Italy.
“La reputazione dei nostri brand, costruita nel tempo come sinonimo di qualità e saper fare italiano, è oggi sotto attacco, sia sul fronte interno che internazionale. Dobbiamo contrastare subito questa duplice grave minaccia, garantendo la piena legalità della nostra filiera produttiva e, nel contempo, fermando l’ondata dell’ultra fast fashion che monta anche quale effetto indiretto dei dazi americani sui prodotti cinesi”, ha dichiarato il ministro Urso.
“L’Italia non può permettersi di disperdere questo patrimonio di eccellenza, creatività e occupazione, orgoglio del Made in Italy nel mondo. Per questo siamo al lavoro, insieme con tutti gli attori del comparto, per realizzare immediati interventi legislativi che possano anche meglio contrastare il fenomeno del caporalato, accrescendo il valore del vero Made in Italy”, ha quindi aggiunto Urso, annunciando la convocazione di un tavolo urgente per il prossimo mercoledì 15 ottobre con Sburlati, Capasa e Lunelli, insieme ai presidenti di Confartigianato Moda e di CNA Moda.
L’incontro servirà a definire le misure per la tutela della reputazione del Made in Italy e per contrastare l’invasione dei prodotti del fast fashion, oltre che a fare il punto sulle ulteriori iniziative in vista del Tavolo della Moda, già fissato per il prossimo 17 novembre.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, nei primi 8 mesi del 2025 la produzione del settore è diminuita del 6,6% sullo stesso periodo del 2024 mentre nell’intero 2024 si è registrata una caduta del 10,5% sul 2023. Nel settore la concorrenza è molto forte sui prodotti a basso costo, mentre nell’alto di gamma è decisiva la reputazione del brand e dell’azienda. Proprio su questo punto,
dopo le inchieste su Loro Piana e Tod’s che riguardano i fornitori utilizzati, il governo punta ad un ente terzo che certifichi preventivamente che tutto lungo la filiera si svolga sul piano della legalità ambientale, sociale e lavorativa.
“La reputazione dei nostri brand, costruita nel tempo come sinonimo di qualità e saper fare italiano, è oggi sotto attacco – ha detto Urso – sia sul fronte interno che internazionale. Dobbiamo contrastare subito questa duplice grave minaccia, garantendo la piena legalità della nostra filiera produttiva e,
nel contempo, fermando l’ondata dell’ultra fast fashion che monta anche quale effetto indiretto dei dazi americani sui prodotti cinesi”. “L’Italia – ha concluso – non può permettersi di disperdere questo patrimonio di eccellenza, creatività e occupazione. Per questo siamo al lavoro, insieme con tutti gli attori del comparto, per realizzare immediati interventi legislativi che possano anche meglio contrastare il fenomeno del caporalato”.ù
Urso ha poi sentito Diego Della Valle, fondatore e presidente del gruppo Tod’s, assicurando l’impegno del governo per tutelare la reputazione della moda italiana. Il ministro gli ha illustrato
il provvedimento legislativo che, d’intesa con le associazioni del settore, si ripromette di garantire la piena legalità della filiera produttiva.
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