Attualità
Su siamo ottimisti: di qualcosa si deve morire…… Il crollo prossimo venturo
Visto che ultimamente sembra che tiri una brutta aria, soprattutto visti i timori (che saranno sciolti domani) di un aumento dei tassi da parte della FED, timoreche si è già fatto sentire sui rendimenti dei treasuries 2 yrs che han raggiunto il massimo dal 2011.
Vediamo gli indizi previsionali di questa prossima crisi finanziaria. Effettivamente alcuni elementi potrebbero non farci dormire sonni tranquilli. Bisogna dire che la voce di crolli di borsa si susseguono ormai da mesi, soprattutto sulla scia del crollo di Shanghai e ,soprattutto, della grande quantità di liquidità presente sul mercato che, invece di ricadere sull’economia reale, continua a produrre sussulti sui mercati finanziari. Perfino Schaeuble ha parlato della possibilità di una grossa bolla, ed effettivamente il valore dei prezzi immobiliari in Germania non scherza…
Nel 2014 la crescita è proseguita, anche grazie alla maggiore liquidità garantita dal QE della BCE
Però una caduta dei mercati può non essere un evento istantaneo, ma solitamente richiede del tempo, con anche dei movimenti correttivi notevoli. A questo proposito un analista piuttosto conosciuto negli USA, John Hussman degli Hussman funds, ha fatto alcune comparazioni interessanti, anche se non assolutamente decisive, valutando l’andamento delle borse durante alcune crisi finanziarie degli anni precendenti
Ad esempio:
1987
A settembre 1987 la crisi sembrava lontana, anzi un lieve ritocco precedente appariva superato.
2000
vediamo la famosa bolla delle .com del 2000.. (quanti bei ricordi..)
Anche in questo caso un periodo di fluttuazioni temporanee sembrava superato… ed invece venne la caduta.
2007
ed ecco il 2007…
Anche in questo caso un aumento temporaneo è stato seguito dal crollo repentino.
Tutto questo per dire che, semplicemente, una caduta della borsa può richiedere tempo, e può essere nascosta dal superamento di lievi variazioni precedenti. La fine può essere dietro l’angolo.
Il pericolo di bolla ha colto anche la Deutsche Bank, che nella sua analisi acquisisce una visione oggettivamente storica, analizzando l’andamento dei valori immobiliari, dei titoli di stato e dei valori azionari di 16 stati nel corso degli ultimi 200 anni, e quindi facendo una interpolazione di questi andamenti.
Presentiamo il grafico frutto di questo studio
Come vediamo siamo nella posizione di picco, ma l’esperienza storica insegna che non è purtroppo prevedibile quanto possa durare e quale sia l’effettivo picco massimo.
Sicuramente le decisioni di questa settimana della FED e della Bank of England potranno influenzare l’entità di questi picchi e quando potrà iniziare una eventuale discesa..
Buon divertimento.
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