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Spread Btp Bund sotto i 70 punti, e’ la prima volta dal 2009

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Lo spread tra Btp e Bund a metà seduta è a 70,1 punti e aggiorna i minimi da dicembre 2009. Anche il rendimento del decennale italiano cal

Il prodotto del tesoro scende di un punto e mezzo base sotto il 3,45%. La discesa dello spread – cioè la differenza tra il rendimento del decennale italiano e quello del Bund tedesco – è un segnale chiaro di fiducia dei mercati nella solidità dei conti pubblici italiani. Secondo gli operatori sentiti da alanews.it, non si vedeva la soglia dei 70 punti base da oltre un quindicennio. “È un livello che mancava dai tempi prima della crisi del debito sovrano”, ha spiegato un analista di una grande banca d’investimento di Milano, che ha chiesto di restare anonimo.

Il calo è stato rapido: poco dopo le 10 lo spread era a 70,2 punti, poi è sceso a 69,9 e poco dopo è tornato sopra i 70. Un’oscillazione tipica delle prime ore di contrattazione, ma che conferma la tendenza degli ultimi giorni.

Secondo gli esperti, la discesa dello spreaddipende da diversi fattori. Da un lato, le rassicurazioni arrivate dal governo italiano sulla manovra finanziaria per il 2026, con un occhio attento al rispetto dei parametri europei, hanno tranquillizzato gli investitori istituzionali. Dall’altro, la prospettiva di una politica monetaria meno rigida da parte della Banca Centrale Europea ha creato un clima più sereno sui mercati obbligazionari dell’Eurozona.

“Il rischio percepito sull’Italia è più basso”, ha detto un economista dell’Università Bocconi. “Le ultime aste del Tesoro sono andate bene e la domanda per i titoli italiani resta alta”. Anche le agenzie di rating, nelle ultime settimane, hanno confermato la solidità del debito pubblico italiano, rafforzando così la fiducia degli investitori.

In altre parole in un periodo di forte incertezza l Italia è ritenuto uno dei paesi più stabili e maggiormente prudente sulla tenuta dei conti. Un avere cambio di paradigma rispetto a solo 4/5 anni fa, che permette un considerevole risparmio da parte dello Stato sul pagamento degli interessi sul debito.

Allo stesso tempo come spiegano gli esperti i titoli di Stato pres etano opportunità interessanti anche per gli investitori. Paolo Barbieri, specialista del reddito fisso di Valori Am, citato dal Corriere della Sera, spiega: “Per quanto riguarda i Btp a dieci anni ci aspettiamo un ulteriore restringimento dello spread che potrebbe portare il rendimento sul decennale al 3,30% nei prossimi mesi e a un livello del 3,20% nel 2026”. Il guadagno in conto capitale su questi titoli resterebbe modesto, attorno all’1-2%, mentre le emissioni tra i 20 e i 30 anni potrebbero offrire rendimenti più interessanti. “Per quanto riguarda il titolo a 30 anni, per esempio, ci aspettiamo che il rendimento scenda dall’attuale 4,30% circa al 4%. In questo scenario il rendimento annualizzato del titolo, comprensivo di cedola e guadagno in conto capitale, potrebbe raggiungere l’8-9%, considerando un 4% di cedola e un 4-5% di guadagno in conto capitale”, afferma Barbieri.

Anche i Btp a 3-5 anni offrono opportunità, con rendimenti superiori all’inflazione. Secondo Barbieri: “Nel caso delle scadenze più brevi assistiamo a un fenomeno inconsueto. Le emissioni elleniche a cinque anni presentano uno sconto di rendimento rispetto ai Btp italiani di circa 10-15 punti base. È possibile che dopo le promozioni del rating italiano di questi ultimi mesi questo gap andrà a chiudersi”. Attualmente il rendimento dei Btp a 5 anni è intorno al 2,68%, ma potrebbe scendere verso il 2,5%. Il guadagno “total return”, comprensivo di cedola e capital gain, si attesterebbe intorno al 3,3%, con un guadagno netto vicino al 2% rispetto all’inflazione dell’1,2%.

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