Economia
Spagna: Tassa del 100% sulle case vacanze per acquirenti non UE, britannici nel mirino
La Spagna propone una tassa del 100% per gli acquirenti di case vacanze non UE, colpendo duramente i britannici. Una mossa per la crisi abitativa, ma con dubbi sull’efficacia e possibili tensioni fra Spagna e Regno Unito. Comunque a pagare saranno i proprietari immobiliari

In Spagna il governo sta proponendo un piano per imporre una tassa del 100% agli acquirenti britannici di case vacanze, nel tentativo di affrontare la crescente crisi abitativa, praticamente raddoppiandone il prezzo.
Il premier Pedro Sánchez ha presentato un disegno di legge al parlamento spagnolo per promuovere misure che facilitino l’accesso agli alloggi, definendo la crisi abitativa come uno dei principali problemi della società spagnola, secondo quanto riportato da Bloomberg.
Sánchez aveva annunciato a gennaio l’intenzione di tassare i cittadini non UE, in risposta al malcontento per l’aumento dei prezzi immobiliari e la carenza di alloggi. Nel 2023, circa 27.000 non residenti UE hanno acquistato proprietà in Spagna, con i britannici in testa nelle aree costiere come Costa del Sol, Valencia e le Isole Baleari, dove gli stranieri rappresentano il 15% del mercato immobiliare. I cittadini UE, come tedeschi e olandesi, saranno esentati dalla tassa.
Il disegno di legge, che deve ancora essere approvato in un parlamento dove Sánchez guida una coalizione di minoranza, esclude dalla tassa uomini d’affari e lavoratori professionisti stranieri residenti in Spagna. Inoltre, prevede un aumento dell’IVA sugli affitti a breve termine, tasse più alte per i fondi di investimento immobiliari quotati e una tassa sulle case vuote, seguendo modelli simili a Canada e Nuova Zelanda.
Ovviamente i cittadini più colpiti sono i britannici, tradizionalmente i maggiori possessori di case-vacanze in Spagna. La mossa non sembra completamente casuale, anzi sembra una provocazione anti inglese, e avrà sicuramente delle ricadute negative sui rapporti bilaterali, comunque non perfetti per la questione di Gibilterra.
Iain Michael Tozer, agente immobiliare di origine britannica residente a Barcellona, ha evidenziato un impatto negativo sugli acquirenti a causa dell’incertezza sulla legge, più che per la tassa stessa. “L’annuncio di una tassa fino al 100% ha creato esitazione, ma chiarendo che si applica solo alle tasse di chiusura, come l’IVA al 10% o l’imposta di trasferimento (tra il 6,5% e il 12%), l’effetto si ridimensiona,” ha spiegato. Tuttavia, Tozer ritiene che la misura non risolverà la crisi abitativa, poiché gli stranieri acquistano principalmente proprietà di lusso o condomini in aree come Costa Blanca e Costa del Sol, non adatte alle famiglie spagnole medie.
Infatti pochi considerano che i grandi quartieri sul mare dove gli stranieri hanno acquistato appartamenti e villette non sono appetibili agli spagnoli, soprattutto perché non vi sono attività economiche stabili. Però affermare di aver tassato le seconde case fa molto contenti gli elettori di sinistra estrema che sostengono il governo Sanchez.
La Spagna sta anche intensificando i controlli sugli affitti turistici, con il ministero dei diritti dei consumatori che ha ordinato ad Airbnb di rimuovere oltre 65.000 annunci illegali. La crescente pressione degli attivisti anti-turismo, con proteste come quella di 100.000 persone a Tenerife, riflette il malcontento per l’aumento dei costi degli affitti, che sono raddoppiati nell’ultimo decennio. Sánchez ha dichiarato che “ci sono troppi Airbnb e non abbastanza case,” promettendo di limitare l’espansione incontrollata delle case vacanze. Misure simili sono state adottate a livello locale, come l’eliminazione di 10.000 appartamenti turistici a Barcellona entro il 2028 e accordi con Airbnb nelle Isole Canarie, Ibiza e Murcia per garantire il rispetto delle normative.
Ovviamente qualcuno pagherà il prezzo di questa campagna: i proprietari, inglesi spagnoli o di qualsiasi nazionalità, che vedranno il valore dei propri immobili scendere a causa di queste tasse. Nello stesso tempo il numero degli immobili disponibili per la locazione difficilmente crescerà, ma non ditelo a Sanchez!
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