Difesa
La Spagna sfida la NATO, Trump furioso minaccia Madrid: “È terribile, pagheranno il doppio col commercio”
Tensione altissima alla NATO. La Spagna si rifiuta di aumentare le spese militari al 5%, scatenando l’ira di Donald Trump che minaccia pesanti dazi commerciali: “È terribile, pagheranno il doppio”

Alla recente riunione della NATO, la Spagna ha suscitato polemiche per la decisione di mantenere la spesa militare al 2,1% del PIL, ben al di sotto del 5% richiesto dall’alleanza. Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha difeso questa scelta, sostenendo che il 2,1% sia sufficiente per adempiere agli impegni NATO, ma le sue parole hanno scatenato la reazione di Donald Trump, che ha minacciato dazi commerciali più alti per compensare il mancato investimento militare. “È terribile. La Spagna è l’unico paese fermo al 2%. Pagheranno il doppio con il commercio,” ha dichiarato Trump, insistendo che negozierà direttamente con Madrid.
🚨 JUST IN: President Trump SLAMS Spain for freeloading off the US
“It’s terrible what Spain’s done. The only country that wants to stay at 2%. It is terrible”
“We’re negotiating with Spain on a trade deal and will make them pay TWICE as much. I’m serious about that”
“They… pic.twitter.com/C3UJj6Am7V
— Nick Sortor (@nicksortor) June 25, 2025
La Spagna, che già spende solo l’1,38% del PIL, con 1,24% nel 2024, per la difesa, il livello più basso tra i membri NATO, si è opposta alla proposta di elevare la spesa al 5%, votata dall’alleanza. Sánchez ha definito l’obiettivo “sproporzionato e inutile”, sostenendo che un aumento al 5% sarebbe uno “spreco di miliardi” senza migliorare la sicurezza del paese. Durante la riunione, ha ribadito che il 2,1% consente di raggiungere le capacità richieste, suscitando però scetticismo e ironia tra gli alleati. Il premier belga Bart de Wever ha sarcasticamente definito Sánchez un “genio” se riuscisse a soddisfare gli impegni NATO con tale cifra.
Trump, durante il volo verso i Paesi Bassi, aveva già criticato la Spagna su Truth Social, definendo “incredibile” il suo basso investimento in difesa. Tuttavia, la minaccia di dazi specifici contro la Spagna appare di difficile attuazione, poiché gli accordi commerciali con l’UE sono negoziati collettivamente. Imporre dazi solo a Madrid sarebbe facilmente aggirabile, ad esempio, esportando prodotti spagnoli tramite altri paesi membri come il Portogallo, che però non lo farebbe gratis. Ci sarebbero poi sanzioni anche di carattere politico o diplomatico.
Le tensioni riflettono divergenze strategiche ed economiche. La NATO, sotto pressione di Trump, ha proposto una formula che prevede il 3,5% del PIL per spese militari dirette e l’1,5% per infrastrutture e sicurezza, per raggiungere il 5%. La Spagna, però, ha respinto questa ripartizione, insistendo sulla propria posizione. Sánchez ha sottolineato l’esistenza di “asimmetrie inevitabili” tra i membri, legate a differenze economiche, e ha rivendicato il 2,1% come un “accordo soddisfacente per tutti”. Sarebbe bello che lo dicesse anche quando si parla di UE e di Moneta, respingendo la moneta unica che proprio non tiene conto di queste asimmetrie fra paesi.
Ovviamente sanchez non può accettare un aumento della spesa militare che farebbe saltare il suo governo, già sotto tensione per gli scandali legati alla corruzione che colpisce a ogni livello. Per il PSOE è meno grave la guerra commerciale che il ritiro dei voti dell’estrema sinistra di SUMAR, in attesa che il prossimo scandalo mandi tutti a casa. Per adesso Sancez si presenta come il leader che si oppone a Trump.
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