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Sottomarino Russo alla deriva nell’Atlantico: Rischio Esplosione?

Un sottomarino russo classe Kilo è alla deriva nell’Atlantico con una grave perdita di carburante. Tra il rischio di un’esplosione a bordo e un imminente disastro ambientale, si svela la profonda crisi di manutenzione della flotta di Putin.

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Un sottomarino russo della Flotta del Mar Nero, il B-261 “Novorossisk“, si troverebbe in una situazione critica nel mezzo dell’Atlantico, dopo aver superato lo stretto di Gibilterra. Secondo fonti di intelligence open source (OSINT) e rivelazioni del canale Telegram di opposizione russo Tchéka-OGPU, l’unità navale starebbe affrontando un’avaria gravissima che ne mette a rischio la sicurezza e prefigura un potenziale disastro.

Ancora una volta, le condizioni della flotta russa, logorata da anni di operazioni intense e da una manutenzione resa difficile dalle sanzioni, tornano sotto i riflettori. Ma questa volta, il problema non è solo operativo, ma potenzialmente esplosivo.

Un guasto critico e una “Soluzione” disperata

Il problema a bordo del Novorossisk, un sottomarino d’attacco convenzionale classe Kilo, non è di poco conto. Si tratterebbe di un’avaria al sistema di alimentazione che ha causato una massiccia perdita di carburante, riversatosi direttamente nel vano di sentina, la parte più bassa dello scafo. La situazione è aggravata da una serie di fattori che dipingono un quadro preoccupante:

  • Rischio Esplosione: L’accumulo di carburante e dei suoi vapori in un ambiente chiuso e non ventilato come la sentina di un sottomarino crea una miscela altamente esplosiva. Anche se il gasolio è enormemente meno esplosivo della benzina, non è comunque esente da esplosioni.
  • Impossibilità di Riparare: A bordo mancherebbero sia i pezzi di ricambio necessari che, soprattutto, il personale con le competenze tecniche per effettuare una riparazione di tale portata in mare aperto. Normalmente ci si recherebbe nel più vicino cantiere navale, ma i rapporti russo-europei tesi lo impediscono.
  • L’Opzione Peggiore: Di fronte all’impossibilità di risolvere il guasto, l’equipaggio starebbe considerando l’unica, drammatica opzione rimasta: sversare il carburante direttamente in mare per eliminare il pericolo di un’esplosione.

Il sottomarino è stato avvistato venerdì 26 settembre al largo di Gibilterra, in rotta verso l’Atlantico, presumibilmente alla ricerca disperata di una base navale amica in grado di fornire l’assistenza necessaria.

Sezione di un sottomarino classe Kilo da Navalnews

La flotta russa: un gigante in difficoltà?

Questo incidente non è un fulmine a ciel sereno, ma il sintomo di una malattia più profonda che affligge la marina russa, in particolare la Flotta del Mar Nero. L’impegno nel conflitto ucraino ha messo a dura prova uomini e mezzi. L’affondamento dell’incrociatore Moskva nell’aprile 2022 è stato l’esempio più eclatante, ma non l’unico, delle perdite subite.

La chiusura degli stretti del Bosforo da parte della Turchia ha inoltre tagliato fuori la flotta dalle sue basi di manutenzione nel Mediterraneo, come quella di Tartus in Siria, complicando enormemente la logistica e le riparazioni. Secondo il canale Tchéka-OGPU, non è raro vedere navi russe rientrare nelle loro basi “telonate”, un chiaro segnale di una messa fuori servizio forzata per l’impossibilità di mantenerle operative.

Il Novorossisk stesso non è nuovo alle acque europee. Già nel settembre 2022 era stato avvistato vicino alle coste bretoni, scortato da un rimorchiatore (un indizio, forse, di preesistenti problemi di affidabilità) e attentamente monitorato da unità navali di Francia, Spagna e Regno Unito.

I sottomarini classe Kilo, come il Novorossisk, hanno circa un decennio di servizio. Progettati per missioni di deterrenza e attacco, sono stati sottoposti a un ritmo operativo insostenibile, accelerando l’usura e rendendo la manutenzione non più un’opzione, ma una necessità vitale. Se il Novorossisk riuscirà a raggiungere un porto sicuro, forse potrà essere salvato. Ma la sua odissea solleva un interrogativo ben più grande: al di là del destino del singolo sottomarino, è la tenuta dell’intera flotta russa a fare acqua da tutte le parti. E questa, purtroppo, non sembra essere solo una metafora.

Sottomarino classe Kilo

Domande & Risposte

1) Qual è il pericolo più immediato legato all’avaria del Novorossisk?

Il pericolo più grave e immediato è duplice. In primo luogo, vi è un altissimo rischio di esplosione a bordo. L’accumulo di carburante e vapori infiammabili nella sentina può essere innescato da una semplice scintilla, con conseguenze catastrofiche per l’equipaggio e il sottomarino stesso. In secondo luogo, la “soluzione” che l’equipaggio sta considerando, ovvero sversare il carburante in mare, creerebbe un gravissimo disastro ambientale nell’Oceano Atlantico, con danni incalcolabili per l’ecosistema marino in una delle rotte marittime più trafficate del mondo.

2) Perché la Russia non riesce a manutenere adeguatamente i suoi mezzi navali?

Le difficoltà di manutenzione derivano da una combinazione di fattori. L’intenso ritmo operativo imposto dal conflitto in Ucraina ha usurato rapidamente navi e sottomarini. A questo si aggiungono le sanzioni internazionali, che rendono difficile o impossibile l’approvvigionamento di componenti elettroniche e pezzi di ricambio specializzati dall’estero. Infine, la chiusura degli stretti turchi ha isolato la Flotta del Mar Nero, tagliandola fuori da importanti basi di riparazione nel Mediterraneo e costringendo le unità a operare in condizioni non ottimali per periodi prolungati.

3) Questo incidente rappresenta una minaccia militare diretta per l’Europa?

Nello stato attuale, il Novorossisk rappresenta più una minaccia ambientale e un rischio per la sicurezza della navigazione che una minaccia militare diretta. Un sottomarino in grave avaria, concentrato sulla propria sopravvivenza, non è in condizione di condurre operazioni offensive. Tuttavia, la sua presenza in acque europee in queste condizioni è fonte di grande preoccupazione per la NATO. L’incidente evidenzia la potenziale inaffidabilità e imprevedibilità della flotta russa, e qualsiasi azione disperata da parte dell’equipaggio potrebbe avere conseguenze regionali, richiedendo un intervento di monitoraggio o soccorso internazionale.

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