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Sondaggi, 5 Stelle e sovranismo. Ovvero la forza e la debolezza di Draghi (e di chi lo manovra)

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Oggi un interessante sondaggio di Pagnoncelli è stato pubblicato sulla stampa. Il tema era il gradimento di Mario Draghi, alto , al 60% e del suo governo, molto più basso, al 54%.  Fin qui niente di strano: il governo contiene alcuni ruderi, come Speranza, Di Maio o Lamoregese, non può che avere una popolarità inferiore rispetto al singolo presidente. Quello che dovrebbe preoccupare Draghi sono gli altri dati.

“I giudizi negativi prevalgono solo, sia pure di poco (47 contro 45), tra gli elettori del M5S (che è nella maggioranza), mentre tra quelli di FdI (che è all’opposizione) prevalgono quelli positivi (56 contro 38) – spiega il sondaggista – I primi vedono ridimensionato il loro peso nella nuova maggioranza «extralarge», mentre i secondi oltre a esprimere soddisfazione per la fine del governo Conte 2 sembrano apprezzare l’ingresso dei due (ex?) Alleati di centrodestra, Lega e Forza Italia“.

Il partito di maggior dimensione della Maggioranza è anche quello il cui elettorato è più contrario al governo Draghi, una situazione paradossale, ma che viene a evere due conseguenze:

  • i fuoriusciti dal M5s, se si organizzano, rischiano di avere una base elettorale maggiore rispetto al M5s stesso;
  • più ci si avvicinerà al momento dei voto più il M5s per riconnettersi alla sua base elettorale, sarà riottoso al governo Draghi.

Opposta, ma meno inattesa, la situazione di Fratelli d’Italia, i cui elettori hanno un visione positiva del Presidente del Consiglio molto marcata. I motivi sono intuibili;

  • La Destra è sensibile all'”Uomo forte”, e Draghi è stato presentato come tale dai media;
  • comunque il centrodestra italiano è un forza di governo. Sta all’opposizione per un “Destino cinico e baro” e per quel caso strano chiamato M5s del 2018, ma la sua destinazione sarebbe al governo e, come accadeva a suo tempo alla DC, la premia proprio perché, comunque , esercita il governo.

Quindi non è detto che chi sia al governo ora, comunque, venga punito, mentre chi si all’opposizione venga condannato. Il giudizio è molto più complesso e dipenderà da diversi fattori. Certo che questi primi giorni non sono stati facili da gestire per il centrodestra.

Quindi passiamo all’ultimo punto: Draghi ha affermato che le forze della maggioranza hanno preso atto che “La scelta dell’euro è Irreversibile”. Ciò ha condotto ad un forte polemica, ma il Presidente del Consiglio dovrà fare i conti con una serie di elementi che sta, francamente, sottovalutando:

  • Prima di tutto la scelta potrà essere, a parole, ora, “Irreversibile”, ma la storia insegna che ogni moneta è, per sua natura, reversibile, anzi sono molto più le monete cancellate che quelle ancora esistenti. La volontà attuale può essere irreversibile, ma il destino può cambiare tutto. Senza contare che esiste sempre la massima di Keynes “Quando cambiano le condizioni io cambio opinione”…
  • la maggioranza del paese è “Sovranista” e aveva espresso il “Conte I”. Forse il M5s, nella sua anarchia, è il più sovranista di tutti. Il fatto che i suoi dirigenti lo abbiano tradito “Per el mio particulare”, avrebbe detto Guicciardini, è secondario. Anche Giorgetti, nella Lega, è un evento  secondario, soprattutto per un partito da sempre fortemente leaderista, senza contare che, in Parlamento, persino il draghista Giorgetti si è espresso con parole di fuoco verso la UE. Il partito meno sovranista del Centrodestra è , paradossalmente , proprio Fratelli d’Italia: quali sono i Borghi e Bagnai di FdI? Me li presentate?

Alla fine Draghi sta facendo l’ennesima distorsione del volere popolare per compiacere ai suoi mandanti a Roma, al quirinale, e a Bruxelles. Però attenzione: ci vuole ben poco a diventare n l’ennesimo flop alla Monti. I fondi del RRF saranno una delusione incredibile, e le zavorre politiche che gli ha affibiato il Quirinale possono portarlo a fondo. A quel punto l’ondata sovranista sarà totale, democratica, maggioritaria e non più ignorabile.

 

 


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