Attualità
Siria: valúta sulle coscienze
Segnaliamo questo fondamentale ed interessantissimo articolo scritto da “Fedetrade” per Rischio Calcolato. Buona lettura.
Usa e Russia stanno muovendo i loro gioielli della marina: decine di navi, portaerei, incrociatori e sottomarini muovono nelle acque antistanti la Siria con il loro carico di missili. Una tale prova di forza non può avere altra giustificazione se non il fatto che da lì passino interessi molto più grossi del solo Assad.
Avete presente lo “stream of consciousness” alla Joyce? Bene, vorrei ora cominciare presentandovi una serie di parole sparse, che andranno successivamente a comporre il mosaico del mio pensiero.
South Stream, Nabucco, Berlusconi, Bushehr, North Dome, Gheddafi, Saddam, isola di Kish, Bretton Woods, Fallujah.
Il mondo oggi si sta interrogando sul fatto che sia giusto o meno intervenire contro Assad, reo di aver utilizzato armi chimiche contro i suoi ribelli e la sua stessa popolazione. L’America lo accusa, la Russia lo difende, sostenendo che sia tutta una messa in scena ad arte da parte dei ribelli al regime per ottenere sostegno.
Da sempre l’uso di armi di distruzione di massa è stato il grimaldello a stelle e strisce per scardinare l’opinione pubblica e dare una giustificazione alle sue azioni. Così fu nel 2003 contro Saddam in Iraq, dove non fu mai trovata un’ arma chimica. Nello stesso anno gli americani stessi perpetrarono un genocidio nell’attacco alla città di Fallujah, utilizzando testate al fosforo bianco. Centinaia e centinaia di fedeli al regime e soprattutto di civili inermi annientati dal calore. Il fosforo bianco a contatto con l’ossigeno presente nell’area genera anidride fosforica e calore. L’anidride fosforica reagisce violentemente con i composti a base di acqua, disidratandoli e producendo acido fosforico; il nostro corpo è composto all’80% di acqua. Nelle immagini di quella strage si possono vedere i corpi fusi dal calore sebbene i vestiti indossati fossero perfettamente integri. La convenzione sulle armi chimiche”casualmente” non riconosce il fosforo bianco quale arma di distruzione di massa. L’America fu formalmente, ma non moralmente, salva e il mondo si profuse in un silenzio disarmante. Russia, America e Israele (che non hanno rettificato il protocollo III sull’uso di armi chimiche) hanno spesso utilizzato il fosforo bianco in combattimento.
Video reportage su Fallujiah (attenzione immagini molto crude)
Non importa che Assad dal 2011 stia sopprimendo la rivolta con torture e crimini contro l’umanità e non importa nemmeno che anche i ribelli non siano da meno; conta solo la faccia.
Anno 2011, dicevamo, come inizio della rivolta contro il regime siriano, guarda caso quasi in concomitanza con la firma dell’accordo di Busherhr del 25 giugno 2011 con cui la Russia si è impegnata per 10 anni a fornire il combustibile per la centrale nucleare iraniana presente nella medesima città e l’Iran a riconsegnare il materiale esausto al partner sovietico. Il tutto nonostante il forte dissenso americano, secondo cui la centrale nucleare di Busher non produrrebbe solo energia ma sarebbe utilizzata anche per scopi bellici. Nello stesso trattato si sono poste le basi per un gasdotto Iran-Iraq- Siria.
E’ facilmente intuibile quale sia l’importanza strategica delle “pipeline” che passano sotto le nostre gambe e delle forniture energetiche tra i vari paesi. Da una parte Russia e Iran (che detiene il più vasto giacimento al mondo in comune con il Qatar, il North Dome) ricche di gas dall’altra gli Usa che devono difendere il primato del Dollaro. Sin dal 1944 e dagli accordi di Bretton Woods sulla convertibilità del Dollaro in oro fino al 1971, anno in cui Nixon decise di mandare in pensione questi accordi, il Dollaro è sempre stata ed è ancora oggi l’unica valuta di riferimento per lo contrattazione di materie prime. Nonostante un debito pubblico stellare, gli Usa hanno mantenuto il primato mondiale grazie alla più grande riserva valutaria. Quale sarebbe l’impatto se le materie prime cominciassero ad essere trattate anche in valute diverse? Ecco perché gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse a mantenere l’egemonia in questo senso e ad evitare che i commerci diventino sempre più indipendenti.
Le” pipilene” dicevamo, ovvero i canali attraverso cui gas e petrolio attraversano i diversi paesi e giungono alle nostre case.
Anche l’Italia si è data da fare in questo senso proprio con la Russia: nel 2007 cominciò il progetto South Stream, ovvero una collaborazione tra Eni e Gazprom per la costruzione di un gasdotto che collegherà direttamente Russia e Europa. L’accordo prevedeva che Gazprom potesse entrare come nuovo player nella commercializzazione di gas naturali in Italia e che Eni potesse intraprendere progetti di sviluppo e estrazione di idrocarburi in Siberia. La società South Stream Ag sarebbe stata condotta dai due soci: Miller per Gazprom e Paolo Scaroni per Eni. Nel 2009 Berlusconi e Putin siglarono un secondo accordo in cui si ribadiva l’importanza del progetto ed il potenziale ampliamento dello stesso. All’accordo, oltre all’ Austria, si unirono anche Bulgaria, Ungheria, Slovenia e Grecia, guarda caso tutte economie pesantemente criticate e al collasso, come l’Italia, nell’attuale crisi del debito. Viene quasi spontaneo chiedersi come mai la stampa americana abbia dedicato così tante attenzioni e articoli diffamatori verso Berlusconi, considerato il tiranno e il male assoluto per l’Italia. Vero che in 20 anni non abbia quasi fatto nulla, ma è davvero l’unico evasore godereccio nel Belpaese? Possiamo immaginare che i vari personaggi alla Boccassini o Vendola siano fantocci che fanno parte di un gioco più grande di loro. Guarda caso Romano Prodi rifiutò più volte l’offerta da parte di Miller di diventare Ad della South Stream Ag, al contrario di come fece il suo alter-ego tedesco Schroder con la Nord Stream Ag, ovvero la società che controlla la pipeline che porta il gas direttamente dalla Russia all’Europa (Germania in primis) attraverso il Mar Caspio. Non a caso Scaroni, Ad di Eni, ha numerosi processi a carico, ultimo dei quali l’affaire Saipem (controllata di Eni) relativo a presunte mazzette in cambio di commesse all’estero. Diciamocelo francamente: tutte le grosse multinazionali lo fanno, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
In effetti il progetto South Stream è andato piuttosto indigesto agli americani e ad altre potenze come Germania e Francia, tanto che, dopo forti pressioni, Eni ha dovuto cedere parte delle sue quote, favorendo l’ingresso della tedesca Wintershall (20%) e della francese Edf (15%) che sta facendo la spesa nel nostro paese dopo l’acquisto di Edison.
Il progetto South Stream è una forte alternativa al progetto Nabucco, attraverso il quale si intendeva portare il gas naturale del Caucaso attraverso il Mar Caspio, passando per la Turchia fino ad arrivare all’Austria.
Per alcune ragioni, sia geopolitiche sia economiche, il progetto Nabucco si è rivelato un insuccesso ed è stato sostituito a livello europeo dal progetto Tap, con la Turchia a rivestire sempre un ruolo da protagonista. La Turchia è nettamente schierata con gli Usa per l’attacco alla Siria.
Ovviamente, ci sarebbe da dire, perché il nemico Iran avrebbe tutto l’interesse a fornire l’Europa in via indipendente ed è proprio ciò che vorrebbe fare. Luglio 2011, a sud dell’Iran nel Golfo Persico e più precisamente nell’isola di Kish, il ministro del petrolio ad interim iraniano diede vita alla prima Borsa Valori al mondo in cui sarebbe stato possibile negoziare petrolio non in Dollari.
Anche la Cina cominciò a pagare le forniture provenienti dalla Russia in Yuan. Cina, Russia e Iran sono pro-Assad; che caso strano.
Tutti coloro che hanno provato ad alzare la testa e a provare a vendere indipendentemente le loro materie prime sono stati annientati. Ci provò Saddam inserendo come moneta di scambio l’Euro e ci provò anche Gheddafi. Berlusconi era notoriamente amico di Gheddafi e aveva cercato di inserirsi nella trattativa, consentendo addirittura la tendopoli nutrita di escort in pieno centro a Roma e facendo un passo indietro sulla colonizzazione italiana in Libia.
Cosa succederebbe se il Dollaro non fosse più l’unica moneta di scambio delle materie prime? Di certo il Dollaro si trasformerebbe in una moneta di debito, vista la pesante esposizione debitoria degli Usa. I rubinetti della Fed che sgorgano piogge di Dollari, grazie alle recenti manovre di Quantitative Easing 3 e di twist come stimolo all’economia, subirebbero un fortissimo contraccolpo. L’America potrebbe seriamente perdere la propria egemonia mondiale.
Nel frattempo l’Italia si muove in territorio neutrale o più francamente “cerchiobottista”.
Condanna Assad e manda due navi da guerra, un colpo al cerchio America, ma decide di non intervenire se non con risoluzione ONU, un colpo alla botte Russia. E non potrebbe fare altrimenti visto che gli Usa sono un potente partner commerciale, così come la Russia soprattutto per quanto riguarda il progetto South Stream. Anche la Germania, tradizionalmente risoluta, sta adottando una politica attendista; troppi interessi divisi tra America e Nord Stream con la Russia.
Diciamolo pure: le navi che in questi giorni incrociano davanti alla Siria sono cariche più di valute che di missili e Assad è solo il pretesto per la prima vera guerra mondiale valutaria.
articolo postato da Andrea Lenci (@andrealenci)
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