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Siluro nucleare Poseidon: Putin testa le sue “armi strategiche”. Quanto sono veramente pericolose?
Putin annuncia test positivi per il drone subacqueo nucleare Poseidon e il missile “a raggio illimitato” Burevestnik. Armi di deterrenza o vera minaccia? L’analisi degli esperti.

La Russia torna a mostrare i muscoli nel campo degli armamenti strategici, in un chiaro segnale inviato all’Occidente nel mezzo delle tensioni sull’Ucraina. Il presidente Vladimir Putin ha annunciato mercoledì il successo dei test di due sistemi d’arma avanzati, entrambi con capacità e propulsione nucleare: il drone sottomarino Poseidon e il missile cruise Burevestnik.
Durante una visita a un ospedale militare, Putin ha supervisionato il test, definendo il Poseidon “impossibile da intercettare”. Secondo il Cremlino, questo siluro-drone può viaggiare a velocità superiori ai sottomarini convenzionali e raggiungere qualsiasi continente.
Ma di cosa parliamo tecnicamente? Il Poseidon non è una novità assoluta (i primi test risalgono al 2018), ma le sue presunte capacità, se confermate, sono notevoli. Secondo fonti dell’industria militare russa citate dall’agenzia TASS, il drone:
- Opera a profondità superiori a 1 chilometro.
- Raggiunge velocità stimate fino a 70 nodi (circa 130 km/h).
- È in grado di trasportare una testata nucleare fino a due megatoni.
Quasi parallelamente, era stato testato il missile cruise Burevestnik (noto alla NATO come “Skyfall”), che Putin vanta avere una “gittata illimitata” grazie al suo reattore nucleare compatto.
La mossa non è passata inosservata. L’ex presidente USA Donald Trump ha definito l’esercitazione “non appropriata”, suggerendo a Putin di concentrarsi piuttosto sulla fine della guerra in Ucraina, “una guerra che doveva durare una settimana e che presto entrerà nel suo quarto anno”.
Come prevedibile, i commentatori più accesi in Russia hanno cavalcato l’onda, evocando scenari apocalittici di “tsunami radioattivi” alti centinaia di metri, capaci di spazzare via intere nazioni. Affermazioni che, è bene precisarlo, la maggior parte degli esperti militari liquida come pura propaganda.
La realtà strategica, al di là del “battage” mediatico, è più sfumata. Gli analisti militari, pur riconoscendo che il Poseidon potrebbe devastare le città costiere, lo inquadrano in modo diverso.
Vijainder K. Thakur, veterano dell’aeronautica indiana, lo definisce “un’arma dell’Apocalisse”, ma nel senso stretto di deterrente: “Non ha valore in combattimento. Non può essere usato nelle guerre. Può solo prevenire le guerre”. Gli fa eco Andrew Futter, esperto di armi nucleari dell’Università di Leicester, che ha dichiarato all’EurAsian Times: “Il Poseidon non cambia il quadro strategico: è solo un modo diverso di lanciare armi nucleari”.
Allora perché svilupparlo? Lo scopo del Poseidon è duplice. Primo: garantire la capacità di “secondo colpo” (la rappresaglia nucleare) aggirando gli attuali sistemi di difesa missilistica USA. Secondo: proiettare un’immagine di superiorità tecnologica in un momento di forte tensione internazionale. Un modo per minacciare di rendere inabitabili vaste aree costiere nemiche, ma che rimane, soprattutto, un costoso (e inquietante) strumento di deterrenza.
Il mezzo quindi è solo di distruzione di massa. In caso di conflitto convenzionale, come quello visto in Ucraina, non è né utile né utilizzabile, ad esempio, per affondare una singola nave. Si tratta solo di uno strumento MAD, mutua distruzione assicurata, non di guerra in senso stretto.
In quanto al concetto decantanto di arma “Impossibile da intercettare” è un concetto che vale Hic et Nunc, ora, esattamente come sono sempre esistiti, fin dalla Grande Guerra, i bombardieri inarrestabili: vi sarà una gara alla realizzazione di un’arma difensiva in grado di intercettarlo.

Vari prototipi del siluro Poseidon per i test confrontati con il frone UUV russo Klavesin 2p (Harpsichord, Clavicembalo) già utilizzato dai sottomarini classe Belgorod.
Domande e risposte
Ma il Poseidon è davvero “inarrestabile” come dice Putin?
“Inarrestabile” è un termine propagandistico. Attualmente, la sua combinazione di velocità (70 nodi) e profondità (oltre 1 km) lo rende estremamente difficile da intercettare per i sistemi anti-sottomarino convenzionali. Tuttavia, le marine militari, inclusa quella USA, stanno sviluppando nuove tecnologie per tracciare droni sottomarini veloci. È una corsa tecnologica: la difesa si adeguerà, ma al momento rappresenta una sfida significativa.
Questo drone cambia le regole della guerra?
No, non cambia l’equilibrio strategico fondamentale, noto come “Mutua Distruzione Assicurata” (MAD). È semplicemente un nuovo sistema di consegna nucleare, come i missili balistici intercontinentali (ICBM) o quelli lanciati da sottomarini (SLBM). Come sottolineano gli esperti, è un’arma di deterrenza, non un’arma da combattimento “utilizzabile” in un conflitto convenzionale. Il suo uso scatenerebbe una risposta nucleare totale.
Perché la Russia sta testando queste armi proprio ora?
Ci sono due ragioni principali. La prima è strategica: dimostrare agli Stati Uniti e alla NATO che la Russia mantiene una capacità di deterrenza nucleare credibile, capace di superare le difese missilistiche americane. La seconda è politica e interna: in un momento di stallo prolungato nel conflitto in Ucraina, mostrare “super-armi” serve a rafforzare il morale interno e a proiettare un’immagine di potenza tecnologica sul palcoscenico globale.









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