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Sicurezza informatica, nel 2022 mobilitati 70 milioni dall’ACN

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Nonostante tutti gli incidenti informatici avvenuti in Italia lo scorso anno, sono ancora poche le persone consapevoli dei rischi che si corrono navigando sul web. Per questo motivo, appare evidente la necessità di investire sempre di più sulla formazione di cittadini, aziende e dipendenti: solo così, infatti, sarà possibile contrastare il cybercrime, proteggendo i propri dati e la propria privacy online.

 

La relazione al Parlamento

 

Una volta stabilita la necessità di un intervento in materia di cybersicurezza, è stato necessario definire a chi spettasse il compito di tutelare la sicurezza, prevenire gli attacchi informatici e favorire il raggiungimento dell’autonomia tecnologica. A questo proposito, nel giugno del 2021 è stata istituita l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sta operando per salvaguardare la sicurezza degli utenti in rete.

 

Un lavoro, quello dell’ACN, illustrato con una relazione al Parlamento lo scorso 19 giugno, dalla quale sono emerse strategie, programmazioni operative, iniziative e obiettivi raggiunti dall’agenzia. Oltre a questo, però, si è parlato anche di costi e di spese: come riportato nel resoconto, infatti, dei 623 milioni di euro disponibili grazie ai fondi del PNRR, solo 70 sono stati usati. Di questi, se il 60% è stato destinato alle Pubbliche Amministrazioni locali, il 34,29% è andato alle PA centrali e infine il 5,71% ai laboratori accreditati di prova. Tra le amministrazioni centrali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze è quello che ha beneficiato di più aiuti, con 3,89 milioni di euro assegnati per rafforzare software, hardware e nuove licenze; seguono la Presidenza del Consiglio con 2,79 milioni e il Ministero della Difesa con 2,35.

 

Aumentare le difese tra formazione e strumenti di protezione

 

Come già anticipato, in un mondo sempre più digitalizzato, diventa non solo prudente ma necessario adottare i comportamenti corretti per navigare in sicurezza in rete. I dati degli utenti sono online e il progredire della tecnologia, con intelligenza artificiale, machine learning e una transizione verso il lavoro a distanza, hanno suscitato interesse anche nei malintenzionati, che non perdono occasione per effettuare truffe e raggiri.

 

È diventato necessario, dunque, attuare delle contromisure per aumentare le difese, partendo innanzitutto da una maggiore conoscenza e consapevolezza dei rischi: nessuno può infatti difendersi da qualcosa che non conosce. Attraverso la formazione, la comprensione di pratiche di sicurezza e l’utilizzo di strumenti di protezione adeguati si possono ridurre le probabilità e le conseguenze di un attacco informatico. Ma quali sono queste pratiche e questi strumenti di protezione? Innanzitutto, è fondamentale l’adozione di password sicure ed efficaci, diverse l’una dall’altra e cambiate di frequente; dopodiché rimane importantissimo l’utilizzo di antivirus, android o iOS, gratis o a pagamento, come quelli illustrati nella guida pubblicata da HTML.it; infine, l’installazione di una vpn, una rete privata virtuale in grado di creare una connessione di rete privata tra dispositivi.

Oltre a questo, però, è necessario fare attenzione ai file e ai link da aprire, verificando i mittenti delle mail e non aprendo sms sospetti. Inoltre, bisognerebbe evitare di connettersi a reti wi-fi pubbliche, spesso usate dai cybercriminali per rubare i dati degli utenti collegati. Infine, anche backup frequenti e aggiornamenti ricorrenti possono aiutare ad aumentare le difese informatiche.

Insomma, proprio per l’importanza che i dati degli utenti cominciano ad avere, è necessario investire di più in cybersecurity ed utilizzare al meglio i fondi a disposizione. Sta poi agli utenti proteggersi ancora di più tramite comportamenti responsabili per poter navigare in rete in tranquillità.

 


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