Attualità
Si vota per gli Ordini dei medici: da Padova un segnale di svolta
La prima cosa è la salute: quante volte ce lo siamo detti; quante volte lo abbiamo sentito. Magari declinando il concetto in modi differenti, ma in definitiva “uguali”: basta la salute, buona salute a tutti; o anche semplicemente un meccanico “salute” dopo uno starnuto. Senonché, la salute è nulla senza controllo, senza prevenzione, senza attenzione. E qui entrano in gioco i medici, una categoria professionale la cui importanza è “attestata” dalla materia stessa di cui essi si occupano e da cui abbiamo preso le mosse per sottolinearne l’enorme, prioritario, valore che essa riveste nella vita di tutti e di ciascuno.
Per questo motivo, ma anche per altri che andremo ad enunciare, bisogna oggi più che mai prestare ascolto a ciò che succede all’interno della classe medica. Soprattutto in occasione delle imminenti elezioni dei Consigli degli Ordini professionali che si terranno in tutta Italia nei prossimi giorni. Ne abbiamo monitorata una che, per mere ragioni geografiche, ci riguarda da vicino (parliamo della città di Padova), ma che può essere considerata paradigmatica di un significativo sommovimento in corso a livello nazionale.
Queste elezioni hanno creato, e stanno creando, un fermento insolito, ma non inspiegabile, che ha finito per coinvolgere una platea assai più ampia dei camici bianchi. Ci riferiamo a milioni di comuni cittadini i quali improvvisamente guardano a un evento del quale, fino a qualche anno fa, non si sarebbero occupati. Perché? Qual è il motivo di questo singolare, e più che mai diffuso, interesse per una tornata elettorale che non riguarda le elezioni politiche, o quelle delle amministrazioni locali, ma una specifica, settoriale, categoria di persone?
La risposta non sta tanto nel “tema” (la salute), quanto piuttosto nel “tempo” in cui tali elezioni cadono. E il tempo è quello successivo a uno degli eventi capitali, ed epocali, della nostra storia: la pandemia di Covid-19. Nel corso della quale proprio i medici sono stati il soggetto protagonista. Prima celebrati come eroi quando c’era da affrontare, come si diceva, “a mani nude” un nemico, come si diceva, “sconosciuto”. Poi, invece, scaricati (una parte molto corposa di essi) come soggetti da tenere alla larga – dal loro stesso lavoro, dai loro stessi pazienti, dal loro sovente inadeguato stipendio e, per finire, dalla loro dignità – solo per aver fatto una scelta in controtendenza rispetto ai protocolli, e ai diktat, propagandati dal mainstream: prima la famigerata “tachipirina e vigile attesa” (della morte?), poi la furibonda campagna vaccinale senza se e senza ma, senza dubbi e senza precauzioni.
Ne hanno fatto le spese, in nome di un malinteso e mai compreso concetto di “scienza” (fittizia), uomini di scienza (vera) che mettevano in dubbio l’efficacia, o addirittura protestavano la pericolosità, di quei protocolli e di quei diktat. Il tutto in nome, come testé rammentato, di una scienza troppo compromessa, e dunque influenzata da un’altra “dimensione”: quella dell’industria del farmaco, generalmente nota come “Big Pharma”.
In una recente inchiesta pubblicata sul quotidiano “La Verità” dell’ottobre scorso, si dà conto delle elargizioni da parte dei colossi produttori dei vaccini a favore di società e associazioni riconducibili alla classe medica: dalla Pfizer, nel 2023, 546.376 euro a favore della Società Metis S.r.l. della FIMMG (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale); da Pfizer Italia, nel 2021 in pieno Covid, 254.720 euro a favore sempre della Metis; dalla Glaxo-Gak sponsorizzazioni e donazioni alla Metis per 103.612 euro nel 2021 e per 128.365 euro nel 2022; da Astrazeneca 129.510 euro alla SIMG (Società italiana di Medicina Generale) e 185.000 euro alla Fondazione scientifica Simg Onlus nel 2019.
Ora, per avvertire un brivido di inquietudine basterebbe aver studiato i libri dello psicologo statunitense Robert Cialdini, esperto in psicologia sociale della persuasione dove l’autore esplora il meccanismo, spesso inconscio, della c.d. “reciprocità” che spinge l’essere umano, quasi invariabilmente, a ricambiare i favori ricevuti nei modi e nelle forme più diverse. Ma non crediamo sia necessario. Qualsiasi cittadino dotato di senno sa che il connubio e le cointeressenze tra il settore del business sulla salute e il settore della cura dellasalute non dovrebbero mai entrare in “collisione”, tantomeno in “collusione”.
E l’unico modo per recidere alla radice il sospetto che le decisioni supreme, soprattutto in situazioni supremamente gravi come la pandemia di Covid-19, siano anche solo lontanamente “condizionate”. Vieppiù se il condizionamento proviene dagli interessi di chi, legittimamente, fa i soldi con i prodotti e i ritrovati (di qualsiasi genere, vaccini compresi) destinati in teoria solo alla salute dei pazienti, ma in pratica anche alla salute della casse di chi prospera grazie alla “white economy”.
Per tutti questi motivi, e fatte tutte le doverose premesse di cui sopra, riteniamo estremamente interessante l’agenda di una delle liste di medici che si presenta alle elezioni del Consiglio dell’Ordine dei medici di Padova. Che, ovviamente, viene qui citata solo quale caso esemplare e paradigmatico di quanto sta avvenendo in queste ore in tutta Italia con altre liste e altri soggetti.
Parliamo di “Arte Medica”, un gruppo nutrito di dottori e specialisti, i quali hanno elaborato, proposto e condiviso un modo assolutamente nuovo, e commendevole, di approcciare la loro, tanto delicata, professione. In occasione della presentazione della lista ad Abano Terme, sabato 23 novembre, i rappresentanti di “Arte Medica”, guidati dal loro candidato presidente Giorgio Costantin, hanno illustrato un programma che – oltre a obbiettivi molto concreti come la tutela dei medici dalle aggressioni, la semplificazione della burocrazia, la vigilanza sulle tariffe e la riduzione degli emolumenti ENPAM – ha “battuto” moltissimo sulla necessità di ritrovare, e rinnovare, l’etica e la deontologia della professione. In due direzioni, in particolare, che vanno poi a sposarsi perfettamente con quanto abbiamo esposto in apertura.
In primis, la rivendicazione della autonomia del medico, uomo di scienza sempre e non solo quando conviene ai padroni del vapore o ai corifei di Big Pharma, e il suo diritto di agire in autonomia e coscienza nella cura del malato, nella scelta delle opzioni terapeutiche, nella tutela del corpo del paziente. Un diritto che è stato calpestato e vilipeso, come anzidetto, sia silenziando ogni dibattito, e ogni voce critica, in materia di vaccinazioni Covid-19 (ma non solo), sia sospendendo o persino radiando medici colpevoli solo di aver agito in ossequio al giuramento di Ippocrate o di aver espresso opinioni contrarie rispetto a una vulgata che di scientifico aveva poco o nulla e di dogmatico quasi tutto.
In secundis, il richiamo a una divaricazione il più marcata e trasparente possibile tra gli interessi per la salutedel paziente e gli interessi per gli utili dell’industria del farmaco. Quella di “Arte Medica” è una battaglia che merita di essere evidenziata, memorizzata e sostenuta proprio perché rappresenta un modo nuovo e coraggioso di porsi di fronte al bene assoluto, e non negoziabile (la salute) da cui siamo partiti.
Il Dr. Dimitrios Kontotanassis, candidato di “Arte Medica”, ha così sunteggiato il senso, e gli ulteriori obbiettivi, della lista: “Bisogna ridurre in maniera significativa o addirittura eliminare e invertire la tendenza della fuga dei medici italiani all’estero detassando lo stipendio degli ospedalieri, dei dipendenti e dei liberi professionisti di almeno del 30%: un’operazione a costo zero che renderebbe giustizia ai medici italiani per tutte le difficoltà che si trovano ad affrontare quotidianamente. Ogni giorno arrivano mail da parte di aziende che si occupano di ricerca di personale qualificato da parte di altri stati membri UE; non vedo perché una volta ogni tanto non possiamo diventare noi virtuosi e richiamare noi medici qualificati dall’estero in Italia offrendo loro uno stimolo economico oltre alla opportunità di vivere in uno dei paesi più belli del mondo!”.
A proposito dell’etica, il Dr. Kontotanassis aggiunge: “Ippocrate diceva che molti medici sono interessati ai titoli e pochi ai fatti. In tutta onestà, è arrivato il momento di fare le cose seriamente e investire sulla formazione ad hoc. La spesa sanitaria aumenta sia per l’eccesso di burocrazia sia per l’incapacità di molti medici di fare un bilancio corretto e concreto sulla diagnosi e cura di alcune patologie. Non è colpa loro, ma serve più training e formazione che il sistema non mette a disposizione oppure la mette in modo sbagliato e superficiale. Ed è per questo motivo che l’ordine dei medici ha bisogno di aria nuova. Arte medica vuole tutelare i medici e per questo serve coesione, condivisione e spirito di collaborazione. Quando tocca a tutti come nell’era pandemica non c’è un primo e un secondo, ma sono tutti in prima linea e tutti devono essere preparati adeguatamente e altrettanto tutelati”.
Anche la formazione dei sanitari deve diventare una priorità: “Se mi candido è perché non voglio lasciare questo imbarazzo alle generazioni future, mi sono sempre occupato di formazione e credo che sia arrivato il momento di farla non solo all’estero, ma anche in Italia. Credo che le risorse importanti di ogni ordine di medici italiano vadano sfruttate al massimo per educare e formare i più giovani, altrimenti torneremo all’epoca in cui per curarsi si faceva la valigia e si andava all’estero”.
Infine, meritocrazia e trasparenza: “I soldi dell’ ENPAM sono soldi sacri che appartengono gli iscritti; motivo per cui ci vuole la massima trasparenza sulle modalità di investimento e gestione. Chi sta ai vertici dell’ente non può permettersi uno stipendio superiore a quello del Presidente della Repubblica senza rispondere del suo operato. E questa valutazione finale spetta a chi contribuisce e non a chi gestisce, magari in modo dinastico, il bene comune”.
Le premesse, e le promesse, per una vera svolta nella classe medica italiana ci sono. È auspicabile per tutti che trovino compimento. Il Sistema deve essere in “salute” se vogliamo che funzioni davvero a beneficio della salute di tutti.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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