Economia

Shutdown USA: I Dem sacrificheranno i loro elettori per una battaglia di facciata?

A Washington, i Democratici spingono per il blocco delle attività federali su una battaglia sanitaria, ma a pagare il prezzo più alto saranno i dipendenti pubblici, loro tradizionale base elettorale. Un paradosso che potrebbe avvantaggiare i falchi del “meno Stato”

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A Washington DC, il ticchettio dell’orologio si fa assordante. Alla mezzanotte di martedì, se il Partito Repubblicano del Presidente Trump e i Democratici all’opposizione non troveranno un accordo sulla legge di spesa, il governo federale degli Stati Uniti entrerà in “shutdown. Un blocco parziale, certo, ma dalle conseguenze tanto economiche quanto politiche, che cela un paradosso quasi beffardo. In questa battaglia, i Democratici sembrano pronti a sacrificare proprio quella base elettorale che più li sostiene: i dipendenti pubblici.

Come si arriva al blocco? Una questione di numeri e di veti

La meccanica politica dietro lo shutdown è, nella sua essenza, piuttosto semplice. Sebbene i Repubblicani controllino entrambe le Camere del Congresso, al Senato non dispongono della maggioranza qualificata di 60 voti necessaria per approvare una legge di spesa di questa portata. Questo conferisce ai Democratici un potere di veto di fatto, una leva che stanno usando con decisione.

La posta in gioco, almeno in apparenza, è la sanità. I Democratici si rifiutano di appoggiare la proposta repubblicana, sostenendo che renderebbe l’assistenza sanitaria inaccessibile per milioni di americani. Le loro richieste sono chiare:

  • Estensione dei crediti d’imposta che abbassano il costo delle assicurazioni sanitarie.
  • Annullamento dei tagli a Medicaid, il programma di assistenza per le fasce più deboli, attuati dall’amministrazione Trump.
  • Stop ai tagli di spesa proposti per enti cruciali come i Centers for Disease Control (CDC) e i National Institutes of Health (NIH).

Una battaglia di principio, nobile sulla carta, ma che rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol, finanziario e occupazionale. Alla fine i costi assicurativi ricadrebbero sullo stato, mandando i conti a rotoli (gli USA hanno il sistema più costoso al mondo), ma ci sono anche altri problemi, più politici.

Il paradosso: colpire la propria base elettorale per principio

Ed eccoci al cuore del problema. Cosa succede durante uno shutdown? I servizi ritenuti “essenziali” (controllo del traffico aereo, forze dell’ordine, sicurezza ai confini, cure mediche ospedaliere) continuano a funzionare, seppur a ranghi ridotti. Ma per tutti i dipendenti federali considerati “non essenziali”, scatta il cosiddetto furlough, un congedo forzato non retribuito. Parliamo di centinaia di migliaia di persone che, da un giorno all’altro, si ritrovano senza stipendio.

Chi sono questi dipendenti? In larga parte, costituiscono uno dei pilastri dell’elettorato del Partito Democratico. È una mossa politicamente spericolata: per portare avanti una battaglia sulla sanità, si sceglie di danneggiare economicamente e nell’immediato proprio i propri sostenitori più fedeli.

Mentre i sindacati del pubblico impiego si troveranno a gestire il malcontento dei loro iscritti lasciati a casa senza paga, c’è chi, paradossalmente, potrebbe festeggiare. I “liberali duri e puri”, l’ala libertaria e pro-mercato, vedono da sempre nello Stato federale un’entità pletorica e inefficiente. Uno shutdown, per loro, non è una crisi, ma una gradita dimostrazione pratica di quanto si possa fare a meno di una vasta burocrazia. L’amministrazione Trump, dal canto suo, non sembra affatto spaventata da questa prospettiva; anzi, ha lasciato intendere che potrebbe usare il blocco per identificare i lavoratori “non essenziali” e, magari, rendere permanenti alcuni tagli.

Le conseguenze economiche: non solo stipendi

L’impatto di uno shutdown va ben oltre il dramma personale dei dipendenti federali. L’intera macchina economica rischia di subire un colpo. Il Congressional Budget Office (CBO) ha stimato che lo shutdown di 36 giorni del 2019 ridusse la produzione economica di circa $11 miliardi, di cui $3 miliardi mai recuperati.

Le conseguenze dirette e indirette includono:

  • Stop ai dati economici: Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha già annunciato nel suo piano di emergenza che sospenderà ogni operazione. Questo significa che dati cruciali come il report mensile sui nuovi posti di lavoro (i nonfarm payrolls), le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e, soprattutto, l’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI), non verranno pubblicati.
  • La Fed naviga al buio: Senza il dato sull’inflazione di ottobre, la Federal Reserve si troverebbe a prendere decisioni sui tassi di interesse nella sua prossima riunione basandosi su informazioni datate e incomplete. Un fattore di incertezza che i mercati finanziari detestano.
  • Servizi ai cittadini interrotti: L’erogazione di prestiti studenteschi, i programmi di assistenza alimentare, le ispezioni sanitarie e persino l’accesso ai parchi nazionali verrebbero sospesi o drasticamente ridotti.

In conclusione, i Democratici si trovano a un bivio. Credono che l’opinione pubblica li appoggerà nella loro crociata per la sanità, incolpando i Repubblicani per la paralisi. Ma è una scommessa ad altissimo rischio. Giocare una partita di principio sulla pelle dei propri elettori, lasciandoli senza stipendio, potrebbe rivelarsi una strategia disastrosa, un regalo inaspettato a chi sogna uno Stato sempre più piccolo e un governo sempre meno presente.

Domande e Risposte

  1. Durante uno shutdown, tutti i servizi governativi si fermano? No, non tutti. I servizi considerati essenziali per la sicurezza nazionale e la salute pubblica continuano a operare. Questo include il controllo del traffico aereo, le forze dell’ordine federali come l’FBI, la sicurezza alle frontiere e le cure mediche urgenti negli ospedali federali. Anche gli assegni della Social Security (le pensioni) e di Medicare continueranno ad essere emessi. Tuttavia, servizi come la gestione dei parchi nazionali, l’elaborazione di nuove richieste di sussidi o il rilascio di passaporti possono subire ritardi significativi o essere completamente interrotti, creando notevoli disagi ai cittadini.
  2. I dipendenti federali mandati a casa verranno pagati prima o poi? Storicamente, il Congresso ha sempre approvato una legislazione per pagare retroattivamente i dipendenti federali una volta terminato lo shutdown. Tuttavia, questo pagamento non è garantito per legge e richiede un voto specifico. Il problema principale resta l’immediata interruzione del flusso di cassa per centinaia di migliaia di famiglie, che si trovano improvvisamente senza reddito per pagare affitti, mutui e spese quotidiane. Questa incertezza finanziaria è la conseguenza più pesante e diretta per i lavoratori coinvolti.
  3. Perché gli Stati Uniti hanno questi “shutdown” così di frequente, a differenza di altre democrazie? Questa peculiarità deriva dal sistema di “separazione dei poteri” degli Stati Uniti. A differenza dei sistemi parlamentari (come quello italiano o britannico), dove il governo e il parlamento sono strettamente legati e un voto di bilancio negativo solitamente porta alla caduta del governo, negli USA il Presidente (esecutivo) e il Congresso (legislativo) sono due rami separati e spesso controllati da partiti diversi. Per approvare una legge di spesa è necessario l’accordo di entrambi. Quando questo accordo manca, la legge non passa e il governo non ha più l’autorizzazione legale a spendere denaro, innescando lo shutdown.

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