Crisi
SHINZO ABE E L’ACCELERATORE (CRESCITA DEGLI INVESTIMENTI FISSI LORDI DA STAMPA MONETA SOVRANA E SPESA A DEFICIT)
DALLA FINANZA NEUTRA A QUELLA FUNZIONALE
Nell’Ottocento allo Stato si chiedeva di garantire le condizioni essenziali affinché le attività dei singoli potessero svolgersi con tranquillità e sicurezza. La finanza pubblica era vista come un sistema a sé stante, un sistema che non doveva intervenire sull’iniziativa privata. Alla fine degli anni Venti del Novecento, con la grande crisi, Keynes spinse lo Stato ad occuparsi di sviluppo, stabilità ed equilibrio del sistema economico, nonché ad indirizzare a tal fine le attività dei privati. Questo nuovo ruolo attivo dello Stato portò alla finanza funzionale.
Nella Finanza Funzionale l’incremento della spesa pubblica comporta uno spostamento di risorse dal settore pubblico a quello privato, modificando:
– la propensione al consumo,
– la formazione del risparmio,
– gli incentivi nell’investimento
– la distribuzione della ricchezza (dall’aristocrazia oligarchica – Spartana – alla nuova medio-piccola borghesia – Ateniese)
Keynes dimostrò che il mercato economico se lasciato agire liberamente poteva creare dei forti squilibri tra domanda e offerta, esattamente come accade oggi. Per questi, lo stato doveva svolgere un ruolo attivo e, tramite le manovre finanziarie (erogazione della spesa e del prelievo fiscale), incentivare o scoraggiare l’attività dei privati a seconda degli obiettivi da conseguire.
Keynes mirava ad accrescere l’intervento dello stato al fine di correggere gli squilibri dell’economia di mercato e svolgere un’azione compensatrice sull’andamento dei cicli economici, cercando di garantire la stabilità del sistema.
Ora quando si parla di Keynes tutti quanti tendono a dare importanza al solo fenomeno del moltiplicatore. Anche noi ne abbiamo dato rilevanza a tale fenomeno mostrandone svariate volte la ferocia con cui si rivolta verso le manovre pro-cicliche dei governi in tempo di crisi (duramente colpite da PIGRECO):
Ebbene, gli effetti della Spesa Pubblica non si limitano al fenomeno economico del Moltiplicatore
ma vanno oltre, portano anche all’Acceleratore.
Non quello dei Neutrini di Gelminiana memoria (quella della Galleria tra la Svizzera e l’Abruzzo fatta secondo lei dal Governo Berlusconi) ma il seguente fenomeno:
L’acceleratore
L’aumento della Spesa Pubblica fa sì che le imprese si troveranno a fronteggiare incrementi della domanda di beni da consumo dei privati (che trovando occupazione creano domanda aggregata), intensifichino le attività produttive fin dove possibile con i macchinari esistenti (questa cosa migliorerà la TFP ovvero la saturazione degli impianti e della manodopera esistente aumentando la produttività in modo endogeno) ma quando gli impianti saranno al limite e le prospettive future sono rosee: le aziende aumentano gli investimenti fissi lordi per l’acquisto di macchine e di beni strumentali. Le imprese fanno nuovi investimenti e, nei limiti del possibile e del progresso tecnologico, accrescono la produzione assumendo anche nuova manodopera.
Dunque, dalla Spesa Pubblica non arrivano solamente nuovi consumi per l’evidente inondamento del mercato con liquidità e domanda generata dai nuovi assunti, ma se cresce la produzione, crescono anche gli investimenti e, con essi, cresce ancora di più la produzione: tale processo a catena viene denominato acceleratore della spesa pubblica.
Ora viene il bello:
le variazioni degli investimenti sono molto maggiori rispetto alla variazione della produzione ed in ciò sta il principio dell’acceleratore.
Ma come funziona?
La Formula matematica è:
v = K / Y
ed indica il numero di unità di capitale necessarie per ottenere un’unità di prodotto.
Se la v fosse ad esempio 2 e l’aumento della domanda aggregata fosse del 5%, dato che:
v = K / Y si può anche scrivere come K = v * Y
ne consegue che lo stock di capitale necessario sarebbe non il 5% ma il 10%:
L’AUMENTO E’ AMPLIFICATO !
Ovvero, una spesa pubblica che spinga la crescita dell’economia (una spesa a deficit) e che già crea successo del sistema per mezzo del Moltiplicatore Keynesiano, genera ulteriore crescita per l’accumulo di capitale fisso lordo altrimenti (in caso di diminuzione della spesa pubblica) questo verrà inesorabilmente distrutto nel corso degli anni per mancata sostituzione degli impianti.
Dite che è solo teoria?
Bene, diamo all0ra un’occhiata al Giappone che è esemplare da questo punto di vista:
Penso che questo grafico parli da solo vero?
In questo caso l’acceleratore è DIRETTAMENTE PROPORZIONALE agli asset acquisiti dalla Ban of Japan (stampando moneta a iosa).
E questo è il grafico con l’evidente correlazione (PROPORZIONALITA’ DIRETTA) tra la spesa pubblica dello Stato e gli investimenti fissi lordi.
Shinzo Abe è effettivamente uno che andrebbe laureato in economia HONORIS CAUSA!
Ah! Non pensiate che questo significhi esser contro la libera iniziativa privata, significa solo aver acquisito il massimo realismo. Leggete cosa dice Galbraith in “The New Industrial State” del 1967;
Signori miei, l’evidenza oggettiva impone serie riflessioni. Guardate il caso dell’Italia:
Io le mie le ho già fatte, e voi?
Maurizio Gustinicchi
Economia5Stelle
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