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Sanzioni secondarie ai paesi europei per il gas russo? Siamo matti?

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Gli Stati Uniti e il Regno Unito sono giunti, come afferma Repubblica, a minacciare sanzioni secondarie ai paesi europei che non mettessero al bando il gas russo.

Prima di tutto: cosa sono le “Sanzioni secondarie”? Entrate in voga soprattutto con il bando del petrolio iraniano, si tratta di sanzioni che colpiscono non solo il paese sanzionato, ma anche le società di paesi terzi che commerciano con lo stato messo sotto accusa con i prodotti sanzionati. Quindi una sanzione secondaria che colpisse il petrolio o il gas russo da parte di USA e UK colpirebbe le società, come ENI, Total o Edison, che vengono a importare e distribuire gas e petrolio in Europa.

Un modo per forzare la mano ai governi che, giustamente, valutano come eccessivi i danni derivanti dal blocco improvviso delle importazioni di gas russo fatte dall’oggi al domani, senza predisporre vie alternative di fornitura. Inoltre una via per  rendere dipendenti i paesi europei dall’energia del Gas Naturale Liquido USA, che già è previsto sia acquistato con contratti a lungo termine non esattamente gratuiti.

Comunque si tratta di una atto di durezza inusitata verso gli alleati: gli USA e UK non possono ignorare le enormi difficoltà che questo viene a causare all’industria europea. Tra l’altro la stessa Ucraina utilizza ancora il gas russo, paese con cui è in guerra, per cui appare poco comprensibile perché dovrebbero essere sanzionate aziende di paesi NATO solo perché cercano di non far chiudere l’economia del proprio paese, di mantenerla attiva, funzionante e quindi anche in grado di sostenere la propria autodifesa.

Borrell, “L’alto rappresentante per la politica estera” della UE, una persona normalmente ignorata, nell’ultimo vertice dei ministri degli esteri UE, ha detto che bisogna prepararsi, prima o poi, al distacco da petrolio e gas russi. In questo caso il “Prima o poi” è proprio la questione essenziale: prima è povertà e disoccupazione, poi è la possibilità di trovare una soluzione che minimizzi le perdite. Invece sembra che si sia una fetta dell’amministrazione USA che segua il motto della Nulland: “Fuck the EU” e soprattutto i paesi che ne fanno parte. Se questi sono gli amici, i nemici non servono…


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