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Sanzioni o finzione? La Cina fa il pieno di GNL russo con la “Kunpeng”, beffando i divieti USA
Sanzioni aggirate: la nave Kunpeng carica GNL russo a Portovaya e fa rotta verso la Cina. Mosca diventa il secondo fornitore di Pechino superando l’Australia, mentre i flussi commerciali ridisegnano la mappa energetica globale ignorando i divieti USA.

Senza enfasi la Russia sta spostando il proprio GNL verso la Cina. Secondo i dati di tracciamento delle navi, lunedì una nave cisterna di GNL ha caricato carburante da un progetto di esportazione russo soggetto a sanzioni nel Mar Baltico, mentre Russia e Cina stanno potenziando il loro commercio di GNL reciprocamente vantaggioso, senza lasciarsi influenzare dalle sanzioni occidentali.
La nave cisterna Kunpeng, che non è nella lista nera, ha caricato GNL da Portovaya, un piccolo impianto di esportazione sul Mar Baltico gestito dal gigante russo del gas Gazprom, ed è partita con il carico il 21 dicembre, secondo i dati di tracciamento delle navi forniti dalla società di analisi Kpler e dalla LSEG citati da Reuters.
Portovaya, l’unico impianto di esportazione di GNL di Gazprom, e il suo operatore con sede in Russia, Gazprom SPG Portovaya Limited Liability Company, sono stati sanzionati dagli Stati Uniti nel gennaio 2025 in una delle ultime azioni dell’amministrazione Biden in una raffica di sanzioni volte a “degradare il settore energetico russo”.
La scorsa settimana, Bloomberg ha riferito che la Kunpeng è ora collegata ad aziende in Cina e nelle Isole Marshall e ha attraccato a Portovaya per la prima volta: nonostante le sanzioni USA sulle esportazioni strategiche la Cina manda una nave e, facendo finta di nulla, la carica di gas liquefatto.
All’inizio di questo mese, la Cina ha ricevuto la prima spedizione da Portovaya su una nave inserita nella lista nera degli Stati Uniti, mentre Russia e Cina continuano a sfidare le sanzioni occidentali sul loro commercio di GNL.
Negli ultimi mesi la Russia ha intensificato gli sforzi per vendere in Cina le sue forniture di GNL soggette a sanzioni.
Una chiara prova di questi sforzi è l’aumento delle esportazioni dal progetto Arctic LNG 2 della Russia verso la Cina, in spregio alle sanzioni imposte da Stati Uniti, Regno Unito e UE sul progetto e sulle petroliere che ne servono le esportazioni.
Si stima che quest’anno la Cina abbia ricevuto più di una dozzina di carichi di GNL da Arctic LNG 2.
L’aumento delle spedizioni da Portovaya arriva in un momento in cui il ghiaccio spesso ostacola le esportazioni di GNL dal progetto artico.
Secondo i dati doganali citati da Bloomberg, le esportazioni russe di gas naturale liquefatto verso la Cina hanno battuto il record stabilito all’inizio di quest’anno, superando le spedizioni australiane a novembre. I dati mostrano che a novembre i flussi di GNL russo verso la Cina sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1,6 milioni di tonnellate, rendendo il Paese il secondo venditore di GNL della Cina dopo il Qatar.
Quindi la Russia, nonostante le promesse europee di non comprare più gas naturale russo, continua ad esportare e ad approfittarne è Pechino, che lo utilizza per alimentare il proprio sistema industriale.
Domande e risposte
Perché la nave Kunpeng ha potuto caricare gas nonostante le sanzioni? La nave Kunpeng, pur trasportando gas da un impianto sanzionato (Portovaya), non è inserita personalmente nella “lista nera” delle navi sanzionate dagli Stati Uniti. Questo dettaglio tecnico le permette di operare in una zona grigia, eludendo di fatto le restrizioni che colpiscono l’impianto di produzione ma non necessariamente tutti i vettori che vi attraccano, specialmente se gestiti tramite complesse strutture societarie cinesi o offshore.
Qual è l’impatto reale delle sanzioni occidentali sul GNL russo? I dati suggeriscono un impatto limitato sui volumi totali. Sebbene le sanzioni mirino a “degradare” il settore energetico russo, Mosca ha semplicemente reindirizzato i flussi verso l’Asia. L’aumento record delle esportazioni verso la Cina, che sono raddoppiate a novembre arrivando a 1,6 milioni di tonnellate, dimostra che la domanda cinese è in grado di assorbire l’offerta che l’Occidente rifiuta, rendendo le sanzioni politicamente rumorose ma economicamente aggirabili.
Perché è aumentato l’export da Portovaya proprio ora? L’aumento delle spedizioni dall’impianto baltico di Portovaya risponde a una logica logistica e climatica. Attualmente, il ghiaccio spesso sta ostacolando le esportazioni dal progetto Arctic LNG 2, situato in zone molto più impervie. Portovaya, trovandosi nel Mar Baltico, offre una rotta più agevole in questo periodo dell’anno, permettendo a Gazprom di mantenere alti i flussi verso la Cina nonostante le difficoltà operative nell’Artico.







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