Seguici su

Attualità

Terremoto in SACE: non è un semplice sciopero. Dietro lo scontro c’è la gestione dei rischi sull’export (di Marco Minossi)

Sciopero simbolico in SACE, la società-chiave per l’export italiano. I sindacati denunciano un “clima di intimidazione”, ma dietro la protesta si nasconde uno scontro sulla gestione dei rischi dei contratti internazionali.

Pubblicato

il

Il 22 maggio i dipendenti di Sace – la società assicurativo-finanziaria italiana che fa capo al ministero dell’economia ed è specializzata nel supporto all’export e all’internazionalizzazione delle imprese – sono scesi in sciopero, brevissimo, durato un’ora, ma dalla portata fortemente simbolica. “Clima Intimidatorio” e “Mancanza di Dialogo” sono state le ragioni di rale gesto.

I sindacati FISAC CGIL e FIRST CISL hanno denunciato una situazione interna che definiscono “insostenibile”, un “clima di intimidazione” e una mancanza di dialogo con i vertici aziendali. Tradotto, significa che alcuni dipendenti (che sono va ricordato professionisti finanziari e amministrativi) di alto livello, non condividono la prudenza di certe coperture assicurative su taluni contratti internazionali d’impresa.

Le problematiche sollevate dai sindacati riguardano infatti diversi aspetti della gestione aziendale e delle relazioni industriali, peincipalmente come segue:

  1.  Mancanza di dialogo e decisioni unilaterali: CGIL e CISL accusano il vertice aziendale di imporre “logiche incomprensibili” e decisioni unilaterali che generano “disagio e immobilismo” tra i lavoratori. I sindacati denunciano un “annullamento totale e sostanziale di relazioni sindacali vere e non di mera facciata”.
  2. Clima di intimidazione e ostracismo: Viene segnalato un “clima di intimidazione che non consente di svolgere serenamente il proprio lavoro”, con presunto “ostracismo nei confronti dei dipendenti non allineati” (quello cioè che obiettano su certi affidamenti/coperture di rischi, come abbiamo sopra premesso). Si parla anche di “ripetuto e immotivato accanimento nei confronti di singoli colleghi e colleghe, anche con aggressioni verbali”.
    E poi, presunta inosservanza di accordi e violazioni contrattuali nonostante gli ottimi risultati di bilancio realizzati grazie alla professionalità dei lavoratori, con proteste e richieste di tipo giuridico e retributivo. Massimo rispetto anche per queste ultime, ma agli addetti ai lavori dell’export interessa principalmente un’altra questione:
  3. Problemi di gestione organizzativa: Vengono criticate ristrutturazioni frequenti, organigrammi considerati confusi o “fantasma”, e la mancanza di percorsi di carriera trasparenti. I sindacati denunciano anche il mancato rispetto della professionalità e dignità dei colleghi, spesso assegnatari di attività e ruoli senza logica legata alle competenze.
  4. Aumento delle dimissioni: viene lamentato un “flusso inarrestabile di dimissioni” tra figure con alta specializzazione, fenomeno definito “inedito nella storia del gruppo”.

Dal canto suo, la direzione di SACE ha replicato affermando che non è il vertice a non voler dialogare, ma sono “le sole Cgil e Cisl che si sono ritirate dal tavolo mentre le altre sigle continuano un fruttuoso confronto con l’azienda”. La direzione ha anche smentito intimidazioni e ha descritto le dimissioni come un “livello fisiologico”. SACE sostiene di aver intrapreso dal 2023 un “percorso di evoluzione profondo e senza precedenti”, basato su efficienza e lavoro per obiettivi.
La situazione rimane tesa, con i sindacati determinati a proseguire la loro battaglia per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per un ripristino di relazioni sindacali costruttive in SACE.

Le imprese, esportatrici, anche e soprattutto le PMI seguono con apprensione l’evoluzione di questa vicenda, per capire se essa impatta solo sul passato e verrà sanata, o se lo farà anche per le operazioni di export presenti e future, la competitività internazionale del sistema-paese e del sostegno pubblico all’export è troppo importante.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento