Analisi e studi
Russia: il giallo economico che la Mosca deve riuscire a risolvere
La Russia ha limitato a diffusione di molte informazioni economiche per non fornire “Intellligence” an nemico occidentale e rendere più complessa l’applicazione delle sanzioni. Un atteggiamento comprensibile, ma quello che si vede mostra che qualcosa non va.
Vi è un progressivo peggioramento del proprio cambio verso il dollaro:
Ai primi di settembre il cambio sembra essersi stabilizzato, ma questo è stato dovuto essenzialmente all’indicazione del governo ai grossi gruppi inustriali di export di fertilizzanti di versare alla banca centrale i propri dollari. Si tratta di società di proprietà di quattro miliardari russi: Andrey Melnichenko (“Eurochem”, 25,2 miliardi di dollari), Andrey Guryev (“PhosAgro”, 9,7 miliardi di dollari), Dmitry Mazepin (“Uralkali” e “Uralchem”, 2,8 miliardi di dollari) e Vyacheslav Kantor (Akron , 11,3 miliardi di dollari). Presso queste società, dopo un incontro con la Banca Centrale, sono state trovate grandi quantità di dollari “Dimenticati” che sono stati messi a disposizione della Banca Centrale che li ha utilizzati per calmierare il cambio.
Però queste risorse sono destinate a esaurirsi e la Banca Centrale deve agire diversamente, e questo spiega la sua politica monetaria. Recentemente la Banca Centrale russa ha aumentato i propri tassi di interesse, giustificandolo con la lotta all’inflazione
In realtà l’inflazione in Russia, che non ha problemi energetici, o ne ha pochi, è abbastanza sotto controllo, meglio di quanto sia successo ai paesi europei:
Qual’è il problema della Russia? Guardiamo la bilancia commerciale. Dopo l’invasione dellìUcraina pareva che non ci fossero grossi problemi con questo valore, anzi erano stati raggiunti valori record perché vi era stata la combinazione di prezzi elevati nel petrolio e nel gas e un calo delll’import dai paesi occidentali.
Questa situazione però non è prseguita: da un lato i prezzi energetici sono calati, dall’altro sono riprese le importazioni, anche per far fronte alle necessità militari della guerra in Ucraina.
Questa situazione spiega le ultime mosse delle autorità russe:
- aumento dei tassi di interesse per attirare capitali e , soprattutto, comprimere i consumi interni e quindi far calare le importazioni non necessarie;
- stretta nella produzione del petrolio per far aumentare i prezzi energetici;
- il richiamo di tutte le riserve valutarie in mano ai priivati, con le buone e con le cattive.
Queste cure però possono essere peggiori del male, soprattutto come compressione dell’economia interna. A questo punto ci vorrebbero soluzioni di lungo periodo, che potrebbero provenire solo da una normalizzazione della situazione internazionale. Dato che questa non è possibile, la Russia dovrebbe tentari di migliorare la propria situazione commerciale con triangolazioni tramite paesi terzi.
Per ora Mosca è stata ligia a OPEC+ ed ha applicato un contenimento alla produzione petrolifera, mentre le esportazioni di gas verso la UE sono poco più che a zero. Mosca però dovrebbe trovare il modo di invertire la rotta, anche utilizzando Turkish stram o le esportazioni di GNL.
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