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Allarme Baltico: Russia Ferma Petroliera Greca Dopo Tensioni con l’Estonia. Aumenta il Rischio di Confronto Militare?

La Russia ha fermato una petroliera greca nel Mar Baltico dopo la partenza dall’Estonia. L’incidente, che segue scontri recenti con jet russi, aumenta il rischio di un confronto militare nella regione. Scopri di più.

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La tensione nel Mar Baltico sale vertiginosamente. La Russia ha fermato domenica una petroliera battente bandiera liberiana, di proprietà greca, poco dopo che questa aveva lasciato un porto estone e mentre navigava in acque territoriali russe su una rotta precedentemente concordata.

L’incidente arriva a pochi giorni di distanza da un episodio critico in cui l’Estonia aveva tentato di fermare una nave della cosiddetta “flotta ombra” russa, a cui la Russia aveva risposto inviando un jet da combattimento che aveva violato lo spazio aereo estone.

Le autorità estoni definiscono l’azione russa “imprevedibile” e avvertono che l’episodio aumenta il rischio di un confronto militare nella regione.

La petroliera in questione, la “Green Admire”, battente bandiera liberiana e di proprietà della compagnia greca Aegean Shipping, era partita dal porto di Sillamäe, nell’Estonia orientale, con un carico di olio da giacimenti nel scisto diretto a Rotterdam, nei Paesi Bassi.

La navigazione attraverso le acque territoriali russe su questa rotta è una prassi consolidata e concordata tra Russia, Estonia e Finlandia, essendo considerata più sicura per le navi di grandi dimensioni rispetto ai fondali bassi estoni.

L’arresto è avvenuto poco dopo la mezzanotte di domenica (17 maggio), dopo la partenza dal porto sabato sera. La nave è stata condotta all’isola russa di Gogland, dove è tuttora ancorata.

L’area dove è ancorata la nave greca

Le autorità estoni della Transport Administration hanno dichiarato che un simile incidente non era mai accaduto prima.

In seguito all’accaduto, le navi in partenza da Sillamäe saranno ora deviate su una rotta alternativa che rimanga interamente nelle acque territoriali estoni.

Il Ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha sottolineato che “l’incidente odierno dimostra che la Russia continua ad agire in modo imprevedibile”. Ha aggiunto di aver “informato i nostri Alleati dell’evento”.

Questo episodio si inserisce in un contesto di attriti crescenti. Pochi giorni fa, la Marina estone aveva tentato di fermare una petroliera senza bandiera, sospettata di far parte della “flotta ombra” russa utilizzata per eludere le sanzioni. Quella nave non si era fermata, e la Russia aveva inviato un caccia ad accompagnarla, violando lo spazio aereo estone e ponendo le basi per una scontro piú ampio.

Un’altra petroliera della flotta ombra era stata precedentemente sequestrata dalle autorità estoni ad aprile.

L’azione russa di fermare una nave non coinvolta direttamente in questi precedenti scontri, e su una rotta concordata, viene vista come una chiara escalation e un segnale preoccupante che aumenta il rischio di incidenti o confronti diretti, potenzialmente anche di natura militare, in un’area strategica come il Mar Baltico.

Che succederà se estoni o finlandesi tenteranno di fermare un’altra petroliera della flotta ombra russa nelle proprie acque, e questa volta con una scorta militare? E le la Russia fermasse per ritorsione una petroliera in acque estoni?

Stiamo correndo sul filo del rasoio.


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