Attualità
Romeo il motivatore è il nuovo segretario della Lega in Lombardia
Alla fine, la tanto attesa elezione del segretario in Lombardia della Lega Nord, ha visto prevalere il candidato che veniva dato come il grande favorito, e cioè il capogruppo al senato Massimiliano Romeo. Considerato da tempo come l’unico erede di Fabrizio Cecchetti, come segretario della Lega Lombarda, la segreteria “nazionale”, secondo i leghisti, con maggior peso nel partito. La candidatura di Luca Toccalini, deputato e segretario dei Giovani Padani, è stata più che altro il tentativo di sondare il terreno del territorio, per valutare l’ipotesi di un candidato più vicino a Salvini.
La base leghista però non sembrava tollerare più le imposizioni dall’alto e chiedeva un cambio di passo, una ventata d’aria nuova, capace di andare in direzione opposta o quantomeno diversa rispetto alla leadership espressa da dieci anni a questa parte. La Lombardia, culla e laboratorio storico del Carroccio, è commissariata dal 2021, anno della clamorosa uscita di scena di Paolo Grimoldi, l’ultimo dei bossiani, poi espulso in un crescendo di strappi e ferite.
Adesso arriva Massimiliano Romeo, una delle facce forse più spendibili, all’interno del partito, in un momento di grandi trasformazioni all’interno della Lega di governo. E’ un leghista della prima ora, ma che ha saputo diventare uomo forte, anche durante la profonda trasformazione che Salvini ha imposto alla vecchia lega bossiana. Romeo, nato a Monza il 22 gennaio del1971, ha studiato al liceo scientifico del Collegio Arcivescovile Ballerini di Seregno, e forse proprio da qui ha imparato l’arte della moderazione e della pazienza, che gli ha permesso di scalare le gerarchie del partito (da consigliere comunale, assessore, consigliere regionale fino a senatore e poi capogruppo) a poco a poco ma in maniera quasi ineluttabile.
Viene ritenuto persona per bene, amante del confronto più che dello scontro, un abile diplomatico, ma allo stesso anche un gran combattivo, e tenace sostenitore della idea, che la politica vada fatta sporcandosi le mani in mezzo alla gente, più che dal chiuso delle stanze dei palazzi del potere. Sono celebri i suoi numerosi interventi al Senato (quando non poteva parlare il segretario era sempre lui
che aveva l’onere e l’onore di parlare a none del partito nei momenti importanti), a cominciare da quello che ha praticamente staccato la spina al governo Draghi, il 20 luglio del 2022. “serve ricostruire un nuovo patto” ma “con una nuova maggioranza e un nuovo governo” aveva detto Romeo “con obiettivi nuovi e un po’ più ambiziosi”.
In pratica un benservito, ma con i modi gentili che da sempre contraddistinguono la persona. E’ considerato uomo vicino al segretario, ma senza far parte del suo ristretto cerchio magico. Ha consolidato negli anni un ampio consenso, soprattutto tra chi vede nella sua leadership un punto di riferimento per il futuro. Come detto è entrato nella lega di Umberto Bossi, giovanissimo, e a soli 23 anni, è diventato coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, l’organizzazione giovanile della Lega Nord, ricoprendo l’incarico fino al 1997. Della vita privata di Massimiliano Romeo si sa davvero poco, se non che è sposato e che sua moglie è Laura Ferrari, sindaco a Lentate sul Seveso.
“Abbiamo bisogno di due cose, di un matto, di un capo perché siamo fatti così e siamo diversi da altri partiti. E il capo va rispettato. E abbiamo bisogno di essere una comunità, una Lega, solidali tra di noi. Altrimenti vincono gli altri, se faremo così vinceremo noi” le sue prime dopo l’elezione, salutata da una vera e propria ovazione del pubblico di delegati, presente all’Hotel Sheraton di Milano.
Per poi lasciarsi andare ad una prima piccola stoccata al segretario sul suo recente posizionamento a destra della Meloni “Nell’immaginario collettivo la destra sarà sempre rappresentata dalla Meloni. È inspiegabile questo continuo cercare un posizionamento politico nuovo e dimenticarci di coltivare il nostro spazio politico. La Lega rappresenta il movimento del territorio agli occhi dei cittadini, noi i voti li prendevamo dappertutto. Questa deve essere l’idea: riprendiamoci la nostra identità, la vera identità, poi possiamo parlare di temi di destra sinistra o centro”.
Il suo intento come segretario adesso sarà quello di unire il più possibile soprattutto al nord dove la tensione verso la segreteria nazionale è certamente cresciuta in questi ultimi mesi. E per questo motivo lui sembra davvero essere l’uomo giusto al posto giusto. Lui che si considera un motivatore, come ha detto qualche settimana durante una delle sue tante apparizioni sul territorio per guadagnare consensi. E dio sa quanto serva adesso un motivatore, ad un partito che pare sfiduciato e smarrito, soprattutto nelle sue roccaforti lombarde.
“Ho scelto di candidarmi a segretario regionale perché penso che sia importante rilanciare il partito sul territorio – ha raccontato -. Dopo il Governo 5 Stelle, Draghi e dopo la pandemia, dove la base è rimasta disorientata e certe scelte non sono state capite, credo sia necessario trovare la forza per rimotivarla, coinvolgerla perché deve essere il centro vero del movimento e perché la Lega è questo, il partito dei militanti. questo, nessuno ci può mettere da parte. Io in questo ruolo da motivare mi ci vedo, anche per la mia esperienza politica”. Il partito ha cominciato la sua lunga marcia trionfale proprio da un piccolo paesino della bergamasca, nel lontano 1989, chissà che ora sempre dalla Lombardia, con la gestione del nuovo segretario, un riservato cattolico brianzolo, non riprenda quello smalto e quello slancio, che sembra avere perso per strada, in questi 12 anni di controversa segreteria salviniana.
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