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Rocket Lab: l’”Hungry Hippo” supera i test. Neutron verso il volo nel 2026
Rocket Lab completa i test dell'”Ippopotamo Affamato”: il razzo Neutron pronto per l’integrazione finale verso il lancio del 2026.

Un passo avanti decisivo per il vettore che sfida i giganti: la carenatura riutilizzabile è pronta per l’integrazione in Virginia. Questo rende Rocket Lab unica, perché il suo vettore “Libera” i satelliti in orbita con un meccanismo che ricorda una grosso animale che apre la bocca, o, per gli appassionati di James Bond, il razzo di “Agente 007 – Si vive solo due volte“, che catturava le sonde sovietiche e americane nello spazio.
Rocket Lab ha segnato un punto importante sul tabellone di marcia del suo nuovo razzo, il Neutron. L’azienda ha completato i test di qualificazione per la struttura della carenatura (o fairing), curiosamente soprannominata “Hungry Hippo” (Ippopotamo Affamato). Questo successo tecnico rappresenta una pietra miliare fondamentale verso il volo inaugurale del razzo, previsto per il 2026. Questo elemento è caratterizzante il progetto.
La struttura è stata ora spedita al Launch Complex 3 presso il Mid-Atlantic Regional Spaceport in Virginia, dove verrà integrata con il primo stadio del Neutron per ulteriori verifiche. Non si tratta di una banale copertura aerodinamica, ma di un componente centrale nella filosofia di recupero del vettore.
Cos’è l'”Ippopotamo Affamato”?
L’Hungry Hippo è una carenatura in composito dal diametro di 5,5 metri, progettata con un approccio radicalmente diverso rispetto ai sistemi di lancio orbitali convenzionali.
Solitamente, le carenature vengono sganciate e abbandonate (o recuperate con estrema difficoltà) poco dopo l’ascesa, talvolta rientrano nell’atmosfera distruggendosi. Nel caso del Neutron, invece, la struttura:
Rimane attaccata al primo stadio del razzo per tutta la durata del lancio.
Si apre per rilasciare il secondo stadio e il carico utile.
Si richiude per affrontare il rientro e l’atterraggio.
Rocket Lab afferma che questo design è essenziale per il modello di riutilizzo mirato del Neutron, che si basa sul ritorno a Terra del primo stadio perfettamente intatto ed economico da rimettere in volo. L’aerodinamica è molto più semplice e le carenature in materiale costoso non vanno perse nel lancio.
Stress test estremi: simulare il Max Q
La qualificazione non è stata una passeggiata. Ha comportato test strutturali e operativi intensivi per simulare i carichi aerodinamici e meccanici che il razzo incontrerà durante il lancio e il recupero. Secondo i dati forniti dall’azienda, la campagna di test ha incluso:
Pressione: L’applicazione di circa 275.000 libbre (oltre 124 tonnellate) di forza sulla struttura per replicare le condizioni di Max Q, il punto di massima pressione dinamica durante l’ascesa.
Velocità operativa: La verifica del meccanismo di apertura e chiusura in condizioni simili al volo, completando il ciclo in circa 1,5 secondi.
Ecco una sintesi delle valutazioni effettuate:
| Tipologia di Test | Obiettivo | Risultato |
| Carico Strutturale | Simulare il Max Q | Resistenza a ~124 tonnellate di forza |
| Meccanismo | Velocità di apertura/chiusura | Ciclo completato in 1,5 secondi |
| Integrazione | Avionica e Software | Validazione sistemi di guida e controllo |
| Stress Canard | Torsione e flessione alette | Testati al 125% del carico di volo previsto |
Ulteriori valutazioni hanno combinato il software di volo, l’avionica e i sistemi di attuazione delle alette canard per valutare l’integrazione della carenatura con l’architettura più ampia del Neutron. I carichi di torsione e flessione sui mozzi delle canard sono stati testati a oltre il 125% dei carichi di volo previsti, per validare i margini di sicurezza.
Il contesto economico e industriale
Il Neutron, in sviluppo dal 2021, è un veicolo di lancio di classe media costruito principalmente in compositi di carbonio. È progettato per trasportare fino a 13.000 chilogrammi in orbita terrestre bassa (LEO). Quindi il suo obittivo è portare carichi pesanti o più satelliti, con una portata leggermente infoeriore al Falcon 9 (16.000 km) e molto inferiore rispetto a Falcon Heavy (63000 kg).
Se il programma continuerà a rispettare le scadenze, il razzo si unirà al crescente, ma selettivo, campo dei sistemi di lancio commerciali parzialmente riutilizzabili. L’obiettivo è chiaro: competere per i carichi utili di classe media, un mercato attualmente dominato da pochi attori, offrendo un’alternativa che promette efficienza e rapidità di riutilizzo.
Con l’Hungry Hippo ora al sito di lancio in Virginia, la fase successiva prevede l’integrazione con il primo stadio e una serie di test pre-lancio.1 Tra questi ci saranno accensioni statiche (static fires) e una prova generale “bagnata” (wet dress rehearsal), ultimo ostacolo prima del volo inaugurale. Un nome buffo, per una tecnologia che fa molto sul serio.
Domande e risposte
Perché la carenatura si chiama “Hungry Hippo”?
Il soprannome deriva dal meccanismo di apertura della carenatura. A differenza delle carenature tradizionali che si staccano e cadono, questa si apre a “mascelle” per rilasciare il secondo stadio e il carico utile, per poi richiudersi rapidamente. Il movimento ricorda il famoso gioco da tavolo omonimo (in Italia noto come “Ippopotami Mangiapalline”), dove le bocche degli ippopotami si aprono e chiudono per afferrare le sfere.
Qual è il vantaggio economico di non sganciare la carenatura?
Mantenere la carenatura attaccata al primo stadio elimina la necessità di recuperarla separatamente dall’oceano (un’operazione costosa e spesso dannosa per i componenti a causa dell’acqua salata). Facendola rientrare insieme al primo stadio, Rocket Lab mira a ridurre drasticamente i tempi e i costi di ripristino tra un lancio e l’altro, aumentando la frequenza dei voli e riducendo il costo per chilogrammo in orbita.
Quando vedremo volare il razzo Neutron?
Se i test attuali in Virginia procederanno senza intoppi, il volo inaugurale è previsto per il 2026. Tuttavia, nel settore aerospaziale le date sono spesso soggette a slittamenti. I prossimi passaggi critici sono l’integrazione finale con il primo stadio, l’accensione statica dei motori e la prova generale di riempimento dei serbatoi. Solo dopo questi test avremo una data di lancio precisa.









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