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Robotica e Industria: la mano “SharpaWave” entra in produzione di massa. La finezza del tatto umano, la forza della macchina

Sharpa Robotics lancia la sfida industriale: 22 gradi di libertà, sensibilità estrema e dita sostituibili. La robotica umanoide è pronta per la fabbrica? Arriva le mani con una capacità superiore a quella umana?

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C’è un confine sottile tra la robotica da laboratorio, quella che affascina ma resta chiusa in una teca, e la robotica industriale, quella che deve sporcarsi le mani – letteralmente – e produrre valore. Sembra che Sharpa Robotics, azienda con quartier generale a Singapore, abbia deciso di attraversare questo Rubicone. La società ha confermato che la sua mano robotica di punta, la SharpaWave, è entrata ufficialmente in una fase di “produzione a ciclo continuo” (rolling production process).

Non stiamo parlando del solito prototipo da fiera, ma di un hardware destinato a soddisfare un mercato in espansione: quello dei robot generalisti capaci di una manipolazione a livello umano. La notizia arriva poche settimane prima del debutto previsto al CES 2026 di Las Vegas, dove l’azienda sarà premiata come Innovation Awards Honoree, ma le spedizioni iniziali sono partite già in sordina lo scorso ottobre.

“Sentire vedendo”: la tecnologia dietro la presa

Il settore è affollato e competitivo, ma Sharpa scommette su un’architettura sensoriale ad alta fedeltà per distaccarsi dalla massa. Il cuore del sistema è il Dynamic Tactile Array” (DTA). In termini poveri, questa tecnologia permette al robot di “sentire attraverso la vista”.

Ogni polpastrello della mano ospita una telecamera in miniatura e oltre 1.000 pixel tattili. Questo setup visuo-tattile rileva le deformazioni minuscole sulla superficie del dito, garantendo una sensibilità alla pressione di appena 0,005 Newton. Tradotto in pratica: la mano può manipolare carichi pesanti o sfiorare una piuma con la stessa identica precisione, gestendo compiti complessi che vanno dal rompere un uovo senza fare una frittata sul pavimento, all’utilizzare utensili industriali.

Ecco le specifiche tecniche rilevanti in sintesi:

CaratteristicaSpecifica
Gradi di Libertà (DOF)22 attivi
Sensibilità Tattile0,005 N (Newton)
Tecnologia SensorialeDynamic Tactile Array (Visuo-tattile con telecamere interne)
Rilevamento Forza6 dimensioni (6D)
Durata testata1 milione di cicli di presa ininterrotti

Manutenzione e pragmatismo industriale

Chi lavora nella “economia reale” sa che la performance pura serve a poco se l’hardware si rompe dopo una settimana. Una mano con 22 gradi di libertà e migliaia di micro-ingranaggi rappresenta un incubo logistico in caso di guasto.

Qui Sharpa sembra aver fatto i compiti a casa, introducendo un concetto caro all’industria: la modularità. Un portavoce ha confermato a Humanoids Daily che le singole dita possono essere sostituite indipendentemente direttamente in loco. Niente più sostituzioni dell’intera unità per un singolo attuatore guasto, con conseguente abbattimento dei costi e dei tempi di fermo macchina. L’azienda sta attualmente validando la componentistica con rig di affidabilità che puntano a standard “mission-critical”, paragonabili a quelli dei sistemi automotive o dei motori aeronautici.

Ecosistema aperto (per davvero)

Per accelerare l’adozione, Sharpa non ha chiuso il giardino. La mano viene spedita con uno stack software open-source. L’applicazione di controllo, SharpaPilot, supporta i principali ambienti di simulazione utilizzati oggi dai ricercatori e dagli ingegneri:

  • NVIDIA Isaac Gym e Isaac Lab

  • PyBullet

  • MuJoCo

Sebbene le specifiche tecniche siano chiare e la produzione sia avviata, i dettagli commerciali restano, come spesso accade, un po’ opachi. Sharpa non ha ancora commentato i prezzi specifici né pubblicato statistiche precise sul Mean Time Between Failures (MTBF), cioè sulla sua capacità di durare nel tempo senza rotture, ma la direzione è tracciata: portare la destrezza umana nell’automazione industriale, sperando che il mercato sia pronto a pagarne il prezzo.

Test qualitati della mano


Domande e risposte

In cosa consiste esattamente la tecnologia “sentire vedendo” della SharpaWave?

La tecnologia si basa sul Dynamic Tactile Array. Invece di usare solo sensori di pressione tradizionali, ogni polpastrello contiene una micro-telecamera interna che osserva le deformazioni della superficie del dito (i pixel tattili) quando entra in contatto con un oggetto. Analizzando visivamente come la pelle sintetica si deforma, il sistema calcola la forza applicata con una precisione estrema (fino a 0,005 Newton), permettendo al robot di capire se sta stringendo un martello o un uovo.

La complessità meccanica non rende questa mano troppo fragile per l’industria?

È una preoccupazione legittima per qualsiasi sistema con 22 gradi di libertà. Tuttavia, Sharpa ha affrontato il problema con due strategie: test di resistenza estremi (fino a 1 milione di cicli di presa) e, soprattutto, la modularità. Se un dito si rompe, non serve cambiare tutta la mano, ma si può sostituire il singolo modulo in loco. Questo approccio riduce i costi operativi e la rende più appetibile per l’uso industriale rispetto ai prototipi accademici “usa e getta”.

Chi sono i principali utilizzatori di questa tecnologia?

Al momento il target è duplice. Da un lato c’è il mondo accademico e della ricerca avanzata sull’AI, che necessita di hardware sofisticato per addestrare reti neurali alla manipolazione complessa. Dall’altro, c’è il mercato emergente dei robot generalisti per l’industria (logistica, manifattura di precisione) e i servizi. La compatibilità con piattaforme come NVIDIA Isaac suggerisce una forte spinta verso chi sviluppa automazione basata sull’intelligenza artificiale e l’apprendimento per rinforzo.

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