Attualità
RIVOLUZIONE IN BOLIVIA. La polizia si ribella ad Evo Morales. Situazione fluida e di caos
Dopo elezioni che hanno visto vittorioso il presidente socialista ed amico dei coltivatori di coca Evo Morales. Dopo elezioni contestate dalle opposizioni ci sono state dimostrazioni di piazza, ma la vera novità è che la Polizia si è rifiutata di obbedire agli ordini del Presidente e si è ammutinata. Siamo ad una situazione al limite del golpe, se non forse oltre.
Ci sono state manifestazioni molto forti da entrambe le fazioni, con la casa del governatore di Oruro data alle fiamme:
Ahora: con la policía boliviana amotinada, golpistas incendian la vivienda del Gobernador de Oruro, Víctor Hugo Vásquez. pic.twitter.com/6bSPTI0goX
— KontraInfo (@KontraInfo) November 10, 2019
Nello stesso tempo le due fazioni stanno concentrando le proprie forze in aree sicure, con quelli di Morales che stanno concentrandosi a nella zona tropicale di Cochabambas, mentre la polizia e gli oppositori si stanno concentrando nella città satellite di El Alto.
#VideoNoticias
Así llegaron efectivos policiales de la #UTOP a Ciudad Satélite en #ElAlto. pic.twitter.com/c7Y3sxL8JB— La Razón Digital (@LaRazon_Bolivia) November 10, 2019
Evo Morales parla chiaramente di un golpe fomentato dall’esterno, ma le ultime elezioni sono state fortemente contestate per le modalità in cui si sono svolte, tanto che per la prossima settimana ci sarebbe stato un pronunciamento dell’organizzazione degli Stati Americani circa la regolarità della consultazione elettorale.
I rivoltosi hanno attaccato e probabilmente anche parzialmente occupato TV e Radio, come deve ammettere lo stesso Morales
Los medios estatales BTV y RPN han sido intervenidos por grupos organizados que después de amenazar y amedrentar a los periodistas los obligaron a abandonar sus fuentes de trabajo. Dicen defender la democracia, pero actúan como en dictadura.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) November 9, 2019
L’esercito ha affermano la propria volontà di non intervenire nè da un lato nè dall’altro, per cui la questione verrà risolta dalle due parti in gioco. Non assisteremo ad una situazione simile a quella del Venezuela o di Cuba, le cui ambasciate, tra l’altro, sono state attaccate durante gli scontri. L’unica via di uscita che non sia una guerra civile è un accordo fra le parti per la ripetizione della tornata elettorale sotto controllo internazionale, opzione alla quale stanno lavorando anche i paesi confinanti.
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