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Rio de Janeiro, operazione and-narcos da “stato di guerra”: 64 morti. Il governatore accusa Lula di inerzia.
Rio de Janeiro nel caos: 64 morti nell’operazione di polizia più letale della storia. I narcos rispondono con droni e bombe, paralizzando la città.

Rio de Janeiro è sprofondata martedì in uno scenario che ricorda più una zona di guerra che una metropoli turistica. Un’imponente operazione delle forze di sicurezza dello Stato contro il “Comando Vermelho” (CV), una delle principali organizzazioni criminali del Brasile, si è trasformata nella più letale della storia dello Stato, con un bilancio tragico di almeno 64 morti.
La città è rimasta paralizzata, non solo per l’azione della polizia, ma per la violenta e coordinata reazione della fazione criminale. Mentre 2.500 agenti, supportati da elicotteri e 32 veicoli blindati, entravano nei Complexos do Alemão e da Penha, il Comando Vermelho rispondeva con tattiche di guerriglia urbana, utilizzando persino droni per lanciare ordigni esplosivi sugli agenti e ordinando la chiusura forzata delle principali vie di comunicazione.
Faixa de Gaza? Não. É o Rio de Janeiro no dia de hoje! pic.twitter.com/ecyuQ7tBkT
— Valeria Bernardo (@ValeriaBnews) October 28, 2025
Il risultato: caos totale. Scuole e università chiuse, trasporti bloccati, e un numero imprecisato di veicoli (si parla di oltre 50 autobus) dati alle fiamme o usati come barricate per paralizzare la circolazione. Un’intera metropoli in ostaggio.
Não é Gaza é Rio de Janeiro, comando vermelho é morro da penha! A organização criminosa que o governo Lula não quer chamar de terroristas! pic.twitter.com/xy2FsuZGuv
— 𝗭𝗠𝗧 🦅 (@condormysteriux) October 28, 2025
Un bilancio da guerra civile
L’obiettivo dichiarato dell’operazione, frutto di oltre un anno di indagini, era l’esecuzione di 69 mandati di arresto contro membri del CV, accusati di voler espandere il proprio controllo territoriale.
Il bilancio finale dell’operazione “Contenimento” è pesante:
- 64 morti totali: di cui 60 indicati come sospetti criminali e 4 agenti di polizia (due civili e due militari).
- 81 persone arrestate: superando il numero di mandati originali.
- Oltre 100 fucili sequestrati, a dimostrazione della potenza di fuoco dei “narcoterroristi”, come li ha definiti il governatore.
Questa operazione supera tragicamente il precedente record di violenza, il massacro di Jacarezinho del maggio 2021 (28 morti). Come spesso accade, la maggior parte delle operazioni più letali degli ultimi anni è avvenuta sotto l’attuale amministrazione statale.
Rio de Janeiro is under a state of terror. The Comando Vermelho (CV) gang has enforced a citywide lockdown in retaliation for police operations targeting crime in the state. pic.twitter.com/7Mc3D84dID
— Cartel Watch (@CartelWatchNet) October 28, 2025
Le operazioni di polizia più letali nella storia di Rio
| Data | Luogo | Morti |
| ott. 2025 | Penha e Alemão | 64 |
| mag. 2021 | Jacarezinho | 28 |
| mag. 2022 | Vila Cruzeiro | 23 |
| giu. 2007 | Complexo do Alemão | 19 |
| lug. 2022 | Complexo do Alemão | 16 |
| feb. 2019 | Fallet/Fogueteiro | 15 |
Fonte: Geni-UFF / Folha
Lo “scaricabarile” politico
Come da copione, il massacro si è immediatamente trasformato in un’arma politica. Il governatore di Rio, Cláudio Castro (PL, conservatore e alleato di Bolsonaro), ha puntato il dito direttamente contro il governo federale di Lula (PT, sinistra).
Castro ha dichiarato che la situazione “ha molto poco a che fare con la sicurezza pubblica” ed è più simile a uno “stato di guerra”, accusando il governo Lula di aver negato l’aiuto delle Forze Armate. “Supera le nostre competenze. Il Rio è solo”, ha tuonato il governatore.
Dal canto suo, il Ministero della Giustizia federale ha risposto piccato, smentendo di aver negato aiuti e ricordando gli investimenti e le operazioni federali già in corso nello Stato.
Mentre la politica litiga sulle responsabilità, la popolazione civile rimane intrappolata nel mezzo di una guerra civile che fa assomigliare Rio a Gaza. I residenti hanno descritto scene di panico, con sparatorie durate oltre 12 ore e l’impossibilità di uscire di casa. Una donna è stata persino colpita da un proiettile mentre si trovava in palestra.
Curiosamente, o forse no, questa massiccia dimostrazione di forza avviene a poche settimane da importanti eventi internazionali che il Brasile si prepara a ospitare, tra cui il summit C40 e il premio Earthshot, oltre alla COP30 a Belém. Una “pulizia” in vista degli ospiti internazionali, che però lascia dietro di sé una scia di sangue e il solito, irrisolto, scontro tra poteri.
Domande e Risposte
Perché questa operazione è stata così violenta e letale?
L’operazione mirava a colpire il cuore del Comando Vermelho (CV) nei suoi bastioni storici (Alemão e Penha) per frenarne l’espansione. La fazione ha risposto con una potenza di fuoco militare, utilizzando armi pesanti e, novità tattica, droni per lanciare bombe. L’altissima densità abitativa delle favelas e la determinazione delle forze di sicurezza a raggiungere gli obiettivi, scontrandosi con la resistenza feroce del CV, hanno trasformato l’area in un campo di battaglia, portando al numero di morti più alto mai registrato in un’azione di polizia a Rio.
Cos’è il Comando Vermelho (CV)?
Il Comando Vermelho è una delle più antiche e potenti organizzazioni criminali del Brasile. Nato negli anni ’70 in un carcere di Rio de Janeiro (inizialmente con prigionieri politici e comuni), si è evoluto in una vasta rete di narcotraffico. Controlla militarmente numerose favelas (comunità), gestendo non solo il traffico di droga e armi, ma imponendo anche proprie “leggi” e tasse ai residenti. È in perenne conflitto con fazioni rivali (come il Terceiro Comando Puro, TCP) e le milizie per il controllo del territorio.
Qual è il motivo dello scontro politico tra il Governatore Castro e il Presidente Lula?
La disputa è sia politica che giurisdizionale. Il governatore Cláudio Castro (PL) è un avversario politico del presidente Lula (PT). Castro usa l’emergenza sicurezza per criticare il governo federale, accusandolo di non fornire supporto sufficiente (come l’invio delle Forze Armate), lasciando lo Stato “solo” contro il “narcoterrorismo”. Il governo Lula respinge le accuse, sottolineando gli investimenti federali già fatti e suggerendo che la strategia di sicurezza “muscolare” e letale di Castro sia fallimentare e motivata politicamente. È il classico rimpallo di responsabilità sulla gestione della sicurezza pubblica.








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