Attualità
Riforma purtroppo non sempre vuole dire semplificazione
Con il nuovo governo “del cambiamento” c’è una predisposizione positiva dell’opinione pubblica verso una serie di importanti riforme annunciate che sono volte a migliorare il sistema legislativo Italiano comportando anche ad una serie di semplificazioni; questa è l’aspirazione ma i due concetti non necessariamente coincidono come abbiamo sperimentato in passato.
Quando si sente parlare di riforma fiscale gli addetti ai lavori a differenza della collettività nutrono sempre una certa diffidenza e preoccupazione avendone vissute tante in passato con i precedenti governi. Mi ricordo quando ero ancora praticante commercialista e si era tenuto un convegno ad aprile in materia di novità fiscali che sarebbero entrate in vigore dal primo gennaio dell’anno successivo. Invece, negli ultimi anni le riforme e le modifiche alle normative fiscali sono state talmente rapide da variare più volte anche nello stesso esercizio fiscale (ad esempio nel 2017 le regole di compensazione dell’iva sono state modificate ad aprile ad esercizio già pienamente avviato con le vecchie regole), costringendo anche il procedente governo a più riprese a prorogare le scadenze (ad esempio la prima scadenza del nuovo spesometro del 2017 ha avuto ben quattro proroghe).
Gli addetti ai lavori fra i quali anche il sottoscritto si sono dovuti adeguare in fretta a tutti i cambiamenti e novità che prevedevano fra l’altro un carico di adempimenti e un invio di dati decisamente maggiore rispetto agli anni precedenti, con difficoltà tecniche e applicative non di poco conto che hanno obbligato anche al sostenimento di ingenti costi legati all’aggiornamento o all’acquisto di nuovi software senza averne alcun ritorno economico.
E non è tutto! A gennaio c’è l’avvio di un’importante riforma approvata e fortemente voluta dal precedente governo che è quella legata all’introduzione della fattura elettronica nei rapporti fra privati (B2B), mi auguro che il nuovo governo (per i dettagli rimando al mio precedente articolo https://scenarieconomici.it/meno-burocrazia-di-dario-polini/ ) possa farci vivere questo importante cambiamento con la giusta serenità (e magari con una introduzione graduale o a doppio binario per le piccole imprese).
Parlando invece di burocrazia, anche le pubbliche amministrazioni non sono “indenni” a questi cambiamenti di procedure e riforme “fast” attuate negli ultimi anni; lavorando quotidianamente con bravi amministratori e funzionari negli uffici locali mi hanno esternato a più riprese le loro stesse difficoltà nell’interpretare correttamente le nuove normative che mutano continuamente ed a applicarle dal punto di vista tecnico.
Ogni tanto penso che forse una “semplificazione” vera sarebbe lasciare tutto cosi come è per un po’ di anni!
Semplificare secondo me, vuol dire eliminare norme, adempimenti, procedure ormai inutili e obsolete, richiedere in quelle già in essere il completamento con meno dati o comunque solo con quelli indispensabili e non già in possesso delle amministrazioni pubbliche stesse. Tutta questa burocrazia fa perdere molto tempo alle imprese, ai cittadini e soprattutto agli addetti ai lavori (professionisti, tecnici e pubblica amministrazione) ; non bisogna riformare una normativa con l’obbiettivo di migliorarla, ma renderla poi di fatto più complicata o semplicemente “diversa” (che in ogni caso crea sempre un disagio).
Le mie aspettative in questo senso con questo nuovo governo sono buone e mi aspetto un ottimo vero lavoro di semplificazione.
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