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Economia

Rientra sulla Terra la prima “Fabbrica” industriale mandata nello spazio

Per la prima volta rientra una capsula creata ad hoc per la produzione nello spazio, in assenza di gravità, di medicinali complessi per uso commerciale. Avremo le prime “Fabbriche” nello spazio

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Varda space
Varda space

La prima missione di “produzione industriale spaziale“, la  W-1 della Varda Space Industries tornerà oggi sulla Terra con il suo carico utile commerciale di farmaci sintetizzati nello spazio, con un atterraggio previsto sopra lo Utah Test and Training Range (UTTR) dell’esercito americano o il vicino Dugway Proving Ground. Martedì scorso, Varda ha riferito che il motore Curie della capsula W-1 costruito dal Rocket Lab ha eseguito con successo la seconda delle quattro accensioni previste per il rientro.

C’è anche un video del rientro della capsula

Il primo progetto di produzione spaziale di un’azienda privata sta per tornare sulla Terra.

La scorsa settimana, l’azienda californiana Varda Space Industries ha ottenuto il permesso dalla Federal Aviation Administration (FAA) degli Stati Uniti di far atterrare la capsula della missione W-1 nel nord dello Utah.

Varda è un’azienda di produzione spaziale: infatti offre ai clienti la possibilità di fabbricare prodotti come i farmaci nello spazio, un ambiente unico che presenta notevoli vantaggi, secondo l’azienda.

“Questi vantaggi derivano principalmente dall’assenza di forze di convezione e sedimentazione, nonché dalla possibilità di formare strutture più perfette grazie all’assenza di sollecitazioni gravitazionali”, si legge sul sito web di Varda. “Questi effetti vengono ‘bloccati’ nel materiale, in genere attraverso la cristallizzazione, prima di essere riportati sulla Terra”.

I farmaci hanno strutture molecolari spesso molto complesse, la cui formazione viene resa problematica dalla presenza della fora gravitazionale che, per quanto attiva in piccola scala, comunque viene ad influenzare come si formano in sintesi i farmaci stessi.

Nello spazio questi problemi non si vengono a porre perché la forza gravitazionale è enormemente inferiore.

Queste reazioni in orbita avvengono a bordo delle capsule della serie W dell’azienda, che sono progettate per sopravvivere al viaggio infuocato attraverso l’atmosfera terrestre al termine della missione.

La prima capsula di Varda è stata lanciata nel giugno del 2023, come uno dei tanti carichi utili della missione di  multicarico Transporter-8 di SpaceX. Durante la permanenza in orbita, la capsula W-1 ha coltivato cristalli di Ritonavir, un farmaco antivirale utilizzato per il trattamento dell’HIV e dell’epatite C.

Un problema per il rientro

Inizialmente Varda aveva previsto di riportare a casa la capsula e il suo prezioso carico dopo un mese o due, ma ha avuto difficoltà a ottenere l’autorizzazione al rientro dalla FAA e dall’esercito americano, dato che l’atterraggio doveva avvenire in un’area militare. L’autorizzazione è arrivata finalmente la scorsa settimana.

Per evitare in futuro questi ritardi dovuti alla mancanza di autorizzazioni, si prevede che in futuro la società di produzione spaziale farà atterrare le proprie sonde in Australia.

La capsula Varda è integrata in un satellite Rocket Lab Photon, che fornisce energia, propulsione, navigazione, comunicazioni e altri servizi vitali. Anche il Photon entrerà nell’atmosfera terrestre il 21 febbraio, ma la maggior parte di esso brucerà durante la discesa.

L’atterraggio del W-1 segnerà la seconda volta in meno di cinque mesi che un veicolo spaziale atterra nel nord dello Utah. Il 23 settembre 2023, la capsula di rientro della missione OSIRIS-REx della NASA per la ricerca di asteroidi è atterrata nell’UTTR.

Ma l’area non ospiterà tutti gli atterraggi di Varda, se tutto va secondo i piani; lo scorso autunno, l’azienda ha siglato un accordo per far atterrare alcune capsule nell’Australia meridionale.


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