Economia
Ricchi, ma con poca morale: chi guadagna di più è il primo a rubare alle casse automatiche
Un’analisi svela che il 40% di chi guadagna oltre 100k dollari ammette di non scansionare la merce. La scusa? “Mi sto pagando il lavoro di cassiere”. La ricchezza come avidità

C’è un vecchio adagio che suggerisce come la ricchezza non vada di pari passo con l’etica, ma un recente rapporto dagli Stati Uniti sembra trasformare questo luogo comune in una statistica economica preoccupante. Secondo un’analisi di LendingTree, ripresa dal New York Post, i clienti che hanno maggiori probabilità di “dimenticare” di scansionare un articolo alle casse automatiche non sono i disperati o coloro che lottano per arrivare a fine mese. Al contrario, sono i benestanti.
I dati del paradosso
Sembra incredibile, ma i dati parlano chiaro: gli americani che guadagnano oltre 100.000 dollari l’anno hanno una probabilità doppia di commettere furti alle casse self-checkout rispetto ai consumatori a basso reddito. Una fetta consistente, pari al 40% di coloro che percepiscono redditi a sei cifre, ha ammesso di aver deliberatamente evitato di scansionare un prodotto.
Se guardiamo all’altra estremità della scala sociale, solo il 17% di chi guadagna meno di 30.000 dollari ha confessato di aver fatto lo stesso. È un dato che fa riflettere sulla percezione del bisogno e sulla moralità del “fai da te” nel retail.
Ecco una tabella riassuntiva che illustra la propensione al furto in base al reddito e al genere:
| Categoria Demografica | Reddito Annuo | % che ammette il furto |
| Alto Reddito | > $100.000 | 40% |
| Reddito Medio | $50.000 – $99.000 | 27% |
| Basso Reddito | < $30.000 | 17% |
| Uomini | – | 38% |
| Donne | – | 16% |
Come si nota, anche la classe media non ne esce benissimo, con un 27% di ammissioni, mentre il divario di genere è notevole: gli uomini sono i principali colpevoli.
Le giustificazioni: tra “compensazione” e inflazione
Perché accade tutto questo? Nonostante l’introduzione di scanner basati sull’Intelligenza Artificiale e sensori di peso sempre più sofisticati, il fenomeno è in crescita. La psicologia dietro a questo comportamento è affascinante e, per certi versi, inquietante.
Le giustificazioni addotte dai “ladri benestanti” sono variegate:
- Indifferenza verso le grandi catene: Quasi un terzo degli intervistati sostiene che i grandi rivenditori guadagnino già abbastanza soldi, quindi sottrarre qualcosa “non fa male” al bilancio aziendale.
- La teoria della compensazione: Un sorprendente 35% difende l’abitudine sostenendo di essere, in pratica, “dipendenti non pagati” del negozio. Dato che devono scansionare e imbustare la merce da soli, prendersi un articolo gratis è visto come una legittima compensazione per il lavoro svolto.
- L’impatto dell’inflazione: Nonostante il reddito elevato, il 47% afferma che l’aumento dei prezzi costringe le persone a barare alla cassa. Questo suggerisce che anche chi è tecnicamente ricco percepisce la pressione del costo della vita, o almeno la usa come comodo alibi morale.
Siamo di fronte a un fenomeno curioso: una sorta di ridistribuzione del reddito “fai da te”, dove il consumatore ricco si sente autorizzato a tassare la grande distribuzione per il servizio di cassa che sta svolgendo gratuitamente. Un approccio ironico, ma che segnala una rottura nel patto sociale tra venditore e cliente.
Domande e risposte
Perché le persone ricche rubano più di quelle povere alle casse automatiche?
Il fenomeno sembra legato a una combinazione di senso di diritto (entitlement) e razionalizzazione morale. Mentre chi ha un reddito basso potrebbe temere maggiormente le conseguenze legali o sociali, i benestanti spesso vedono il furto come una forma di “rimborso” per il lavoro svolto alla cassa (scansionare e imbustare). Inoltre, il 31% ritiene che le grandi aziende non subiscano danni reali, riducendo così il senso di colpa associato all’atto.
La tecnologia riuscirà a fermare i furti al self-checkout?
Nonostante l’implementazione di telecamere con intelligenza artificiale e bilance di precisione, il rapporto indica che i furti sono in aumento. La tecnologia agisce come deterrente, ma la creatività umana e la rapidità delle transazioni rendono difficile eliminare completamente il problema senza rallentare eccessivamente il flusso dei clienti, cosa che i negozi vogliono evitare. È probabile che si andrà verso sistemi ibridi o controlli a campione più frequenti.
L’inflazione è una causa reale o solo una scusa?
Sebbene il 47% degli intervistati citi l’aumento dei prezzi come causa, il fatto che i redditi alti rubino più di quelli bassi suggerisce che l’inflazione sia spesso usata come giustificazione morale piuttosto che come reale necessità economica. Se fosse una questione di pura sopravvivenza, vedremmo percentuali più alte nelle fasce a basso reddito. Tuttavia, la percezione del “carovita” colpisce trasversalmente, rendendo psicologicamente più accettabile il piccolo furto.







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