Attualità
Regno Unito: ragazza arrestata perché pregava in silenzio davanti una clinica abortiva. E la libertà di pensiero?
Nel mondo occidentale si dà per scontato che esista la libertà di parola e di pensiero, ma questo pensiero comune ormai si rivela, sempre più, una falsità.
Le leggi britanniche concepite per impedire l’ostruzione delle attività commerciali hanno aperto le porte a politiche chiamate Public Space Protection Orders, che creano una “zona cuscinetto” intorno a determinate aree o edifici e vietano le attività che, secondo le parole delle autorità britanniche, favoriscono “comportamenti antisociali”, ma questa definizione lascia spazio a qualsiasi abuso.
A ottobre, è stato dichiarato un PSPO intorno a una struttura per aborti a Bournemouth, nel Regno Unito. Una foto di un cartello, ottenuta da ChristianConcern.com, indicava dove erano vietate diverse attività. Tra queste c’erano “la preghiera o la consulenza” e “le veglie in cui i membri pregano in modo udibile, recitano le scritture, si genuflettono, spruzzano acqua santa per terra o si mettono in croce se percepiscono il passaggio di un utente del servizio”. Queste attività non ostacolano le operazioni della clinica in questione, ma fanno arrabbiare i sostenitori dell’aborto.
In altre parole, i quartieri intorno alle cliniche abortive sono ormai terra consacrata, dove anche i pensieri privati contro le pratiche della struttura sono illegali. Se la semplice presenza di cristiani nei pressi dell’edificio mette a disagio le persone, allora hanno infranto la legge e possono essere arrestati. Sembra ridicolo, ma ecco la prova:
Una donna con una posizione pro-vita è stata arrestata all’inizio del mese per aver pregato in silenzio fuori da una clinica abortista di Birmingham, nel Regno Unito, con l’accusa di aver violato una zona di rispetto del linguaggio stabilita dal consiglio comunale locale. Isabel Vaughan-Spruce è stata quindi accusata di quattro capi d’accusa per non aver rispettato un ordine di protezione dello spazio pubblico.
Ecco un video sulla questione
La minaccia maggiore insita in questo tipo di leggi è che possono essere interpretate in modo ampio e spesso vengono applicate in modo esteso nel tempo. Un PSPO potrebbe essere applicato a un edificio quest’anno, mentre l’anno prossimo potrebbe essere applicato a un’intera città o all’intero Paese. Una volta che a un governo viene dato il potere di arbitrare il “comportamento antisociale” e di punire i cittadini per qualcosa di soggettivo come le idee che offendono altri cittadini, quella società si trova ora sulla corsia preferenziale di una vera e propria tirannia. Il governo non è più un protettore dei diritti e ora è un oppressore delle libertà.
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