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Regno Unito in “Recession Watch”: il caos del Bilancio e le tasse affossano la crescita (ancora)

Il PIL britannico cala ancora a ottobre (-0,1%). Pesano il caos sul bilancio, le tasse e il blocco degli investimenti. Deutsche Bank avverte: rischio contrazione trimestrale.

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L’economia britannica sembra aver inserito la retromarcia. Ottobre ha segnato un calo del PIL dello 0,1%, confermando il trend negativo già visto a settembre e smentendo le previsioni degli economisti che avevano, forse con troppo ottimismo, “disegnato” una crescita dello 0,1%. Non siamo ancora tecnicamente nel baratro, ma i segnali di fumo che arrivano da Oltremanica sono tutt’altro che incoraggianti per il governo Laburista.

Il Cancelliere Rachel Reeves, che aveva promesso di fare della crescita il mantra del suo mandato, si trova ora a gestire numeri che raccontano una storia diversa. La colpa? Un mix letale di fattori tecnici e, soprattutto, un clima di incertezza fiscale che ha congelato gli “spiriti animali”, come direbbe Keynes, degli imprenditori. Ecco il grafico, rattristante, da Tradingeconomics

I numeri della frenata

L’Ufficio Nazionale di Statistica (ONS) ha rilasciato dati che lasciano poco spazio all’interpretazione. Ecco una sintesi della performance dei settori chiave nel mese di ottobre:

  • PIL Generale: -0,1% (secondo mese consecutivo di calo).

  • Produzione indistriale: -0,5%.

  • Costruzioni: -0,3%.

  • Servizi: 0,0% (stagnazione completa).

Il dato sui servizi è particolarmente preoccupante, dato che questo settore rappresenta oltre l’80% dell’economia britannica. Se il motore principale non gira, la macchina si ferma. Liz McKeown dell’ONS ha confermato che la debolezza è diffusa, con una manifattura che fatica a riprendersi dal crollo del mese precedente, in parte dovuto anche a problemi specifici come il cyber-attacco alla Jaguar Land Rover che ha paralizzato la catena di montaggio, anche se bisognerebbe chiedersi quante autovetture da 100 euro si possano vendere al mondo.

Lo stop a Land Rover Jaguar sicuramente ha aiutato al calo

L’effetto “Terrore Tasse”

Tuttavia, ridurre tutto a un problema tecnico sarebbe miope. Deutsche Bank e altri analisti puntano il dito contro il “caos del Bilancio”. Nelle settimane precedenti alla presentazione della manovra autunnale, le speculazioni su massicci aumenti delle tasse hanno creato un clima di attesa paralizzante.

Le imprese, di fronte a voci incontrollate su possibili prelievi fiscali, hanno semplicemente smesso di investire. I consumatori, temendo per il proprio portafoglio, hanno tirato i remi in barca. È la classica profezia che si autoavvera: la paura della stangata rallenta l’economia ancor prima che la stangata arrivi.

  • Incertezza: Le continue fughe di notizie (e le successive smentite) su aumenti dell’imposta sul reddito hanno reso impossibile la pianificazione aziendale.

  • Reazione dei Mercati: I titoli di stato (Gilt) a 10 anni hanno visto i rendimenti schizzare verso l’alto, segnale inequivocabile di nervosismo.

  • Previsioni OBR: L’Office for Budget Responsibility ha declassato le previsioni di crescita per ogni anno dal 2026 al 2030, sottolineando che i 26 miliardi di sterline di nuove tasse previste potrebbero avere conseguenze impreviste e difficili da calcolare.

Prospettive: recessione alle porte?

Sanjay Raja, capo economista per il Regno Unito di Deutsche Bank, è stato chiaro: la recessione tecnica (due trimestri consecutivi di contrazione) è ora una possibilità concreta. Con un settore dei servizi balbettante e una produzione industriale che non riesce a ingranare, il quarto trimestre del 2023 rischia di chiudersi con il segno meno. Se non ci sarà un colpo di reni nell’ultimo trimestre avremo una recessione anche ufficiale.

Mentre il Tesoro cerca di difendere la linea, parlando di investimenti nelle infrastrutture e riforme della pianificazione, l’opposizione non perde occasione per attaccare. Il Cancelliere ombra Mel Stride ha definito i dati “estremamente preoccupanti”, accusando il governo di aver presentato un bilancio che premia il welfare a scapito del lavoro, fuorviando il pubblico britannico.

La lezione, ancora una volta, sembra essere quella keynesiana di base: in un momento di fragilità, l’incertezza e la minaccia di un fisco aggressivo non fanno altro che deprimere la domanda aggregata, trasformando un rallentamento in una frenata brusca.


Domande e risposte

Cosa ha causato la contrazione dell’economia britannica a ottobre? La contrazione dello 0,1% è dovuta a una combinazione di fattori. Da un lato, c’è stata una debolezza strutturale nella produzione (-0,5%) e nelle costruzioni, aggravata dai postumi di un attacco informatico nel settore auto. Dall’altro, e forse in modo più determinante, ha pesato l’incertezza legata al Bilancio autunnale. Le speculazioni su imminenti aumenti delle tasse hanno spinto imprese e consumatori a sospendere investimenti e spese, congelando di fatto l’attività economica.

Il Regno Unito è ufficialmente in recessione? Non ancora ufficialmente, ma il rischio è concreto. Una recessione tecnica si definisce solitamente con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Con il calo di settembre e ottobre, e un settore dei servizi stagnante, diversi analisti, tra cui quelli di Deutsche Bank, ritengono probabile una contrazione anche nell’ultimo trimestre dell’anno. Se ciò si verificasse, si tratterebbe della prima contrazione trimestrale dalla fine del 2023.

Quali sono le previsioni per il futuro prossimo secondo gli esperti? Le prospettive non sono rosee. L’Office for Budget Responsibility (OBR) ha rivisto al ribasso le stime di crescita dal 2026 al 2030. L’ente di controllo ha avvertito che l’aumento della pressione fiscale per circa 26 miliardi di sterline potrebbe avere effetti negativi e imprevedibili sull’economia. Inoltre, l’instabilità dei mercati obbligazionari e la scarsa fiducia dei consumatori suggeriscono che la ripresa potrebbe essere più lenta e difficile del previsto.

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