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Regno Unito: dove sorgono gli impianti eolici offshore si potrà estrarre petrolio e gas: via a concessioni ibride

Il Regno Unito fa sfruttare le stesse aree destinati ai parchi solari per la produzione di gas naturale o di petrolio. Abbiamo quindi l’estrazione ibrida

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Piattaforma offshore nel mare del Nord

Il Governo Tory britannico (se sopravvive alla tornata elettorale) permetterà alle compagnie petrolifere e del gas di esplorare le aree offshore destinate ad ospitare installazioni di energia eolica, ha riferito il Guardian, citando un annuncio che verrà fatto in giornata.

L’Autorità per la Transizione del Mare del Nord, ex Autorità per il Petrolio e il Gas, confermerà oggi le licenze di esplorazione concesse a circa 30 aziende per queste aree. Quindi avremo delle aree che saranno miste: eolico e fossile verrano quindi a conviere nelle stesse aree. 

Il Primo Ministro Rishi Sunak ha fatto scalpore negli ambienti della transizione lo scorso anno, quando ha annunciato che non avrebbe vietato le trivellazioni di petrolio e gas, nonostante gli ambiziosi obiettivi di transizione del Regno Unito. Ora, la notizia che l’esplorazione petrolifera sarà consentita nei siti eolici offshore probabilmente aumenterà il malcontento dei sostenitori e dei simpatizzanti della transizione.

Tuttavia, il continuo sfruttamento delle risorse petrolifere e di gas offshore del Regno Unito ha una solida giustificazione sotto forma di sicurezza energetica e di entrate di bilancio.

Un rapporto di Offshore Energies UK di marzo, ad esempio, ha suggerito che una politica energetica stabile e un regime fiscale competitivo aiuterebbero il Paese a raccogliere benefici per quasi 490 miliardi di dollari nel periodo fino al 2040.

“Il nostro viaggio verso lo zero netto e oltre dipende dallo sfruttamento responsabile della nostra produzione di petrolio e gas, che è ai minimi storici”, ha detto il direttore generale dell’OEUK David Whitehouse, come citato da Bloomberg.

“Ci troviamo di fronte a una situazione in cui dobbiamo importare energia che avrebbe potuto essere prodotta qui e in cui dobbiamo fare affidamento su aziende della catena di approvvigionamento che avrebbero potuto avere sede qui”.
D’altra parte, l’ex consigliere di Sunak per il clima, Chris Skidmore, è stato molto critico nei confronti della mossa:

“Con le elezioni generali a pochi mesi di distanza, si tratta di una mossa profondamente irresponsabile e divisiva, che va contro tutti i consigli dell’Agenzia Internazionale per l’Energia o dell’ONU e che purtroppo farà arretrare ulteriormente la reputazione del Regno Unito in materia di clima”, ha dichiarato al Guardian.

“Invece di alimentare il vento con nuovo petrolio, l’investimento dovrebbe essere in più vento e rinnovabili. L’aumento dei combustibili fossili non farà altro che creare beni incagliati e posti di lavoro incagliati, in un momento in cui la domanda di petrolio e gas è in calo”, ha aggiunto Skidmore.


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