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Recovery: problemi di approvazione costituzionale in Germania e Polonia

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Quando solo il 48% degli stati UE ha approvato il recovery Fund , e il 52% deve ancora approvarlo, iniziano a filtrare i primi grossi dubbi costituzionali sulla sua legittimità in Germania e Polonia , e per fortuna Svezia Finlandia e soprattutto Paesi Bassi non hanno ancora iniziato a discuterne.

I critici al recovery fund, soprattutto per la parte di “Bond Comuni” e di “Mezzi propri”; cioè di tasse europee, stanno preparando, secondo Handelsblatt, un ricorso alla Corte Costituzionale di Karlsruhe contro la sua eventuale approvazione.

Prendiamo alcune frasi dall’articolo:

Il primo incontro tenutosi lunedì pomeriggio ha tutti i tratti di essere uno spartiacque: il Bundestag dovrà discutere di una somma di proporzioni gigantesche.

L’Europa ha intenzione di mobilitare fino a 750 miliardi per contrastare gli effetti della pandemia. Ma, affinché l’Europa possa indebitarsi in questa misura per la prima volta nella storia, è necessaria l’approvazione di tutti gli Stati membri.

La maggioranza degli esperti nominati dai gruppi politici, soprattutto economisti e avvocati, stando alle loro opinioni, sostiene il fondo per la ricostruzione dell’Ue.

Tuttavia, ci sono anche critici che considerano incostituzionale il fondo per la ricostruzione dell’Ue. Alcuni di essi hanno intenzione di rivolgersi alla Corte costituzionale federale, come già successo in occasione dell’acquisto del debito pubblico di alcuni stati europei da parte della Bce. Inutile dire che, se questa opzione andasse in porto, potrebbe rappresentare una seria minaccia per il NextGenerationEU.

Dopotutto, il piano dell’Ue per assumere fino a 750 miliardi di debito richiede anche l’affidabilità creditizia della Germania.

Secondo Matthias Herdegen, direttore dell’Istituto di diritto internazionale presso l’Università di Bonn, la questione ha alte probabilità di finire davanti alla Corte costituzionale federale. Questa affermazione si basa sull’assunto, secondo il professore, che l’Ue stia eccedendo le sue competenze e parla di un “doppio offuscamento delle responsabilità”, dal lato sia delle entrate che delle spese.

Herdegen afferma che l’Ue non possiede alcuna autorità sul debito, in quanto il bilancio dell’Ue è alimentato da risorse proprie, principalmente dai contributi degli Stati membri. “I prestiti che ora dovranno essere contratti sul mercato dei capitali sono fondi presi in prestito”.

Il governo federale e l’Ue, tuttavia, considerano il NGEU non problematico e sottolineano che si tratta di un’operazione di aiuto limitata e, soprattutto, giustificata dalla pandemia del secolo.

Quindi la Corte Costituzionale tedesca si avvia, per l’ennesima volta , ad essere la Vera corte costituzionale europea, in presenza di una Suprema Corte di Giustizia della UE che dice sempre di si. Peccato  obbedisca solo alla costituzione della Germania.

Anche in Polonia, dove è in corso la discussione, stanno emergendo forti dubbi. Soprattutto uno: se uno stato non contribuisce al rimborso del debito comune, siamo in presenza di una violazione dell’articolo 125 che vieta agli stati membri di subentrare come responsabilità sul debito di un altro stato membro. Insomma, come si fa già messo in luce in un intervento di Rinaldi,  il Recovery Fund non ha un chiaro meccanismo di responsabilità nel caso di default di un paese. Poi il Recovery Fund è così necessario come debito comune, quando la BCE permette di sostenere debiti nazionali?

La strada del Recovery Fund è in salita, oltre a essere il fondo, di per se, ininfluente. Eppure è diventato una specie di apparente toccasana

 

 

 

 


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