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RECESSIONE: DIVERSE PREVISIONI

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Vi presentiamo le previsioni per quanto riguarda il futuro economico per la fine del 2019-2020 prese fra alcuni guru della finanza ed anche derivanti da alcuni indicatori, per permettervi di trarre le vostre conclusioni.

 

Iniziamo con Jeff Gudlach (Doubleline Capital, “The king od bonds”) afferma che andremo in recessione prima delle elezioni presidenziali del 2020. Di per se un’inversione delle curva dei rendimenti dei titoli di stato, come è accaduto recentemente, non significa che ci sia una recessione, soprattutto quando il fenomeno va e viene. Il segnale ci sarà quando l’inversione sarà stabile e dell’ordine di 40 pb, allora sarà veramente preoccupante. Ora se fino a giugno vedeva un 45% di possibilità che la recessione avvenisse entro il 2019, ora ha spostato all’autunno del 2020 la scadenza, ma aumentando fortemente le probabilità, portandole al 75%.G

Gudlach è molto simile, come posizione, all’indicatore della FED di New York sulla recessione, che sembra raggiungere un picco per il 2020.

Qualcuno invece è molto più ottimista, e parliamo di Ray Dalio, miliardario  di Bridgewater, vede una probabilità del 25% di recessione nel 2020, con poche possibilità delle Banche Centrali di evitarlo ed una buona possibilità di vedere un rally con l’oro.

Gli indicatori complessivi previsionali dell’OCSE stanno puntando tutti sul negativo, chi più e chi meno…

Molti si aspettano che sia la Cina a risollevare l’andamento globale dell’economia, attraverso l’iniezione di una forte liquidità da parte della Banca Centrale e dello stato. Il problema è come viene impiegata questa liquidità in eccesso, perchè se va in investimenti a basso ritorno, anche questa non riuscirà ad evitare la crisi, almeno rispetto ad una visione classica dell’economia. Forse, piuttosto che in investimenti privati non coerenti, sarebbe meglio spingere qualche settore tecnologico promettente con ritorni di lungo periodo.

 

 


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