Economia
Reattore Nucleare entro il 2030. La NASA accelera per battere la Cina nella nuova Corsa allo Spazio
La NASA, su impulso del nuovo amministratore Sean Duffy, accelera i tempi per l’installazione di un reattore nucleare lunare entro il 2030. Un passo decisivo per alimentare le future basi e vincere la competizione geospaziale con la Cina.

Il Segretario ai Trasporti, Sean Duffy, annuncerà questa settimana un’accelerazione dei piani per la costruzione di un reattore nucleare sulla Luna. Si tratta della prima importante iniziativa dell’ex conduttore di Fox News nel suo ruolo di amministratore ad interim della NASA.
Sebbene la NASA avesse già discusso in passato della costruzione di un reattore sulla superficie lunare, questa mossa stabilisce una tempistica molto più definita. La decisione arriva in un momento critico per l’agenzia, che si trova ad affrontare massicci tagli di bilancio. L’iniziativa sottolinea inoltre la volontà di Duffy, che ha già incontrato l’opposizione dei legislatori per il suo doppio incarico, di giocare un ruolo chiave nelle politiche della NASA.
“Si tratta di vincere la seconda corsa allo spazio”, ha dichiarato un alto funzionario della NASA, che ha chiesto l’anonimato per poter discutere dei documenti prima della loro diffusione ufficiale.
Il Presidente Donald Trump ha nominato Duffy come amministratore ad interim a luglio, dopo il brusco ritiro della nomina del miliardario Jared Isaacman, a seguito di un diverbio con Elon Musk, alleato del candidato.
Duffy ha anche dato direttive per accelerare la sostituzione della Stazione Spaziale Internazionale, un altro obiettivo cruciale per la NASA. Queste due mosse potrebbero dare un forte impulso agli sforzi americani per raggiungere la Luna e Marte, un obiettivo a cui anche la Cina sta lavorando intensamente.
I piani si allineano con l’enfasi dell’amministrazione Trump sui voli spaziali con equipaggio. La Casa Bianca ha proposto un budget che aumenterebbe i fondi per i voli spaziali umani per il 2026, pur sostenendo tagli drastici ad altri programmi, inclusa una riduzione di quasi il 50% per le missioni scientifiche.
La direttiva sul reattore ordina all’agenzia di sollecitare proposte dall’industria per un reattore nucleare da 100 kilowatt da lanciare entro il 2030, un elemento fondamentale per il ritorno degli astronauti sulla superficie lunare. In precedenza, la NASA aveva finanziato la ricerca per un reattore da 40 kilowatt da utilizzare sulla Luna, con l’obiettivo di averlo pronto per il lancio nei primi anni del 2030.
“Il primo paese a disporre di un reattore potrebbe ‘dichiarare una zona di esclusione che inibirebbe in modo significativo gli Stati Uniti'”, si legge nella direttiva, un chiaro segnale della preoccupazione dell’agenzia riguardo a un progetto congiunto lanciato da Cina e Russia.
La direttiva ordina inoltre alla NASA di nominare un responsabile per il progetto e di raccogliere i contributi dell’industria entro 60 giorni. L’agenzia cerca aziende in grado di lanciare un reattore entro il 2030, data che coincide con le intenzioni della Cina di far sbarcare il suo primo astronauta sulla Luna.
L’iniziativa nucleare significa che la NASA manterrà un ruolo nello sviluppo nucleare anche dopo la recente cancellazione da parte del Pentagono di un programma congiunto per motori a razzo a propulsione nucleare. “Sebbene il budget non abbia dato priorità alla propulsione nucleare, non è perché questa sia vista come una tecnologia non meritevole”, ha precisato il funzionario della NASA.
La direttiva sulla stazione spaziale mira a sostituire la vecchia e problematica Stazione Spaziale Internazionale con stazioni gestite da privati, modificando le modalità di assegnazione dei contratti da parte dell’agenzia.
La NASA prevede di assegnare un contratto ad almeno due aziende entro sei mesi dalla richiesta di proposte. I funzionari sperano di mettere in orbita una nuova stazione entro il 2030. In caso contrario, solo la Cina disporrebbe di una stazione spaziale orbitante con equipaggio permanente.
Diverse aziende si sono fatte avanti per soddisfare questa domanda, tra cui Axiom Space, Vast e Blue Origin. Tuttavia, negli ultimi mesi i legislatori hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’agenzia non si stia muovendo abbastanza velocemente nel fornire loro i fondi necessari.
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