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Raggiuto accordo tra Ue e Mercosur

Dopo mesi di serrate trattative, la commissione europea ha annunciato l’accordo raggiunto con il grande mercato del Mercosur. Una decisione quella sul Mercosur che aveva trovato, fino ad ora, l’opposizione di Italia e Francia ( mentre Francia e Germania sono sempre state a favore), preoccupate per le possibili ricadute negative che questo accordo avrebbe avuto sui prodotti agroalimentari. Ma proprio il ripensamento del nostro paese, che ha chiesto ed ottenuto precise clausole di salvaguardia per i prodotti agricoli, ha sbloccato la situazione. Ed è stato proprio Il vicepresidente esecutivo della Ue, Raffaele Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, secondo alcuni grande regista della trattativa tra commissione e Italia, tra i primi dare l’annuncio sui canali social “L’accordo Ue-Mercosur non rappresenta soltanto un capitolo di politica commerciale: è una scelta strategica, politica ed economica per rafforzare il ruolo dell’Europa nel mondo”, ha scritto su Facebook il vice presidente esecutivo della Commissione Ue. “Per rispondere alle preoccupazioni di agricoltori, consumatori e Stati membri, l’accordo sarà accompagnato da misure concrete: controlli e verifiche rafforzati nei Paesi partner; standard di sicurezza alimentare più rigorosi; ulteriori strumenti a tutela dei nostri standard ambientali e sociali”.
Per proteggere i settori più sensibili, la Commissione ha previsto, infatti, come detto, precise clausole di salvaguardia: un meccanismo semestrale di monitoraggio e l’introduzione di una soglia guida pari a +10 per cento delle importazioni o -10 per cento dei prezzi per attivare contromisure rapide. Saranno mantenuti tutti gli standard europei in materia sanitaria, ambientale e di benessere animale, e istituite quote limitate per i prodotti più sensibili, come la carne bovina (99mila tonnellate, pari all’1,5 per cento del consumo Ue). L’accordo prevede anche la protezione di 344 indicazioni geografiche europee, e secondo Bruxelles potrà portare a un +50 per cento delle esportazioni agroalimentari verso il Mercosur ( il nostro paese avrebbe ottenuto anche il riconoscimento e la tutela di ben 57 prodotti italiani con Indicazione Geografica Protetta IGP o DOP).
In questo scenario, la Commissione europea ha approvato le proposte per la firma dell’accordo UE-Mercosur, che apre la strada a un’area di libero scambio tra Ue e Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, un mercato di oltre 700 milioni di persone e circa un quarto del PIL mondiale. Non si tratta solo di un trattato commerciale: l’intesa include clausole politiche sui diritti umani, tutela ambientale e lotta alla deforestazione, con l’obiettivo di coniugare apertura commerciale e standard europei. Ma la Coldiretti, pur riconoscendo i passi avanti fatti, manifesta ancora forti dubbi sull’accordo” La previsione di una clausola di salvaguardia, seppur un passo in avanti, non è sufficiente a sostenere le imprese agricole e agroalimentari rispetto ai possibili contraccolpi dell’accordo, poiché non se ne prevede l’attivazione automatica che la renderebbe realmente efficace. Senza dimenticare che non possono esistere compensazioni adeguate rispetto al rischio di devastare il tessuto produttivo europeo.” si legge in una nota della più grande associazione di categoria italiana.
Tra gli elementi chiave c’è l’abbattimento delle barriere tariffarie e la liberalizzazione degli scambi commerciali, con la progressiva eliminazione di oltre il 90% delle tariffe doganali sui prodotti Mercosur destinati all’Ue e di quelle sui beni europei destinati ai mercati sudamericani. Secondo quello che trapela da fonti di Palazzo Chigi, l’Italia avrebbe avuto precise garanzie, attraverso proprio il ruolo di Raffaele Fitto in seno alla commissione, il cui peso nel direttorio della Von der Leyen, sta crescendo di mese in mese, su precisi sostegni a settori più colpiti come quelli agricoli, dall’ingresso massiccio di prodotti come carni bovine, pollame e zucchero. Ma la firma che era attesa da ben 25 anni rappresenta una opportunità secondo la Commissione, alla luce anche dei dazi imposti dagli Usa e dalla necessità di trovare quindi nuovi sbocchi all’export. Secondo le stime di Bruxelles l’accordo porterà ad un aumento del 39% (49 miliardi di euro) dell’export Ue verso i Paesi Mercosur e sosterrà “440mila posti di lavoro in tutta Europa”.
La riduzione dei dazi riguarderà anche quelli sui prodotti industriali chiave, come le automobili (attualmente al 35%), i macchinari (14-20%) e i prodotti farmaceutici (fino al 14%). Bruxelles prevede che le esportazioni agroalimentari dell’UE verso il Mercosur cresceranno di quasi il 50%, poiché l’accordo riduce le elevate tariffe doganali sui principali prodotti europei, in particolare vino e liquori (fino al 35%), cioccolato (20%) e olio d’oliva (10%). Appare chiaro che su questa svolta del governo italiano ha pesato e non poco il ruolo proprio di Fitto da sempre favorevole agli accordi di libero scambio, come quello che votò da vicepresidente del gruppo Ecr, con il Canada nel 2017, criticatissimo sia a destra che a sinistra ( anche una giovane europarlamentare di nome Elly Schlein votò no), e poi alla fine rivelatosi invece assai vantaggioso per l’export europeo. “Il centrodestra non può essere contro il mercato e contro il commercio internazionale. Sarebbe un boomerang per le nostre stesse imprese” dichiarò allora Fitto votando l’accordo con il Canada.
Fitto è riuscito probabilmente grazie all’ottenimento di precise salvaguardie per il comparto agricolo, a far pendere la bilancia del governo verso il sì, una posizione resa anche ormai quasi necessaria. I dazi americani impongono scelte anche difficili nel creare nuovi mercati di sbocco per l’export. E diventa difficile dire ancora no ad un mercato da oltre 700 milioni di potenziali consumatori. Giorgia Meloni dall’alto del suo grande pragmatismo lo sapeva bene, ma aveva bisogno solo di alcune precise garanzie, che il suo uomo a Bruxelles è riuscito ad ottenere.

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