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“Questa Europa piace poco…” di R. SALOMONE-MEGNA

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Stamattina due articoli hanno catturato la mia attenzione: il primo dal titolo “Se la Germania allontana l’Italia dall’UE” di Repubblica ed il secondo dal titolo “Se vuole che l’Unione Europea sopravviva, la Germania deve rinunciare alla sua eccezionalità” di Limes.

Con tutta onestà, generalmente evito di iniziare la giornata leggendo La Repubblica, poiché solitamente i suoi autori mi mettono di cattivo umore per la loro saccenteria e per il loro evidente scollegamento dalla realtà, che rasenta la falsità. Tuttavia, i titoli erano accattivanti per cui, dopo essermi preparato psicologicamente, mi sono accinto alla lettura.
Cominciamo da Repubblica.

Nel pezzo l’autore, con grande scoramento, rileva come gli italiani si sentano molto delusi dall’UE ma, parimenti, anche dagli Stati Uniti. La situazione emerge in maniera inequivocabile da un sondaggio di Demos, commissionato dal giornale stesso. L’articolo, sempre con grande stupore, riporta questo crollo di fiducia soprattutto nei confronti dei paesi del Centro Nord Europa. Bene , ho pensato, una volta tanto Repubblica riporta i fatti e non la loro narrazione, ma mi sono sbagliato. Infatti, verso la fine dello scritto l’articolista conclude, con un autentico colpo di reni, potremmo dire un vero e proprio coup de théâtre‘, che se gli italiani sono giunti a tanto è perché non hanno valutato ”appieno il significato ed il peso degli interventi, comunque avviati a nostro sostegno. In primo luogo il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, come ha rammentato il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni”. Cosa dire ? Se lo dice Gentiloni, allora sì che possiamo dormire sogni tranquilli! Ma la conclusione è addirittura kafkiana. Lo stesso sondaggio rileva invece un crescente apprezzamento degli italiani per la Russia (chissà perché) e per la Cina, determinato, sicuramente, dalla loro “indifferenza geopolitica”.

Questo, in definitiva, il pensiero del giornalista di Repubblica: quei buzzurri degli italiani non hanno capito niente. Ignoranti in geopolitica e riottosi al verbo di Gentiloni, sono degli autentici ingrati. Se fossero più colti e conoscessero la geopolitica, sarebbero meno malfidati.

Cosa dire? Questi sedicenti intellettuali di sinistra, che a buona ragione possiamo appellare “sinistri” di sinistra, anche se per essi la parola “sinistra” ormai indica solamente un topos, sembra che siano vissuti su Marte e, tornati in Italia, abbiano trovato questa incomprensibile situazione.

Cari amici di Repubblica, in realtà voi odiate il popolo italiano per cui, ad essere benevoli, se dite di avere a cuore, come dite, le sorti di questo nostro paese, dovreste emigrare in Germania, dove tutto è perfetto e potreste aprire colà un quotidiano dal nome “ Die Republik” che, conoscendo un poco i tedeschi, fallirebbe il giorno dopo.

Gli italiani hanno finalmente aperto gli occhi e per questo vendete sempre meno copie del vostro giornale, poiché capiranno forse anche poco di geopolitica, ma di certo non sono più disposti a dare credibilità alcuna ai saltimbanchi, ai ciurmatori ed ai cerretani sostenitori di Bruxelles.

Esaminiamo l’articolo di Limes.

Già il titolo è un vero e proprio atto di piaggeria. La Germania è sicuramente eccezionale ma, se la storia ci ha insegnato qualcosa, è eccezionale per le devastazioni che ha prodotto in Europa. E’ l’unica nazione europea che nel secolo scorso ha fatto default due volte, l’Italia mai, e la sua capitale Berlino è stata conquistata ben tre volte dalla Russia. Infatti, fu presa dai russi la prima volta nel 1760 durante la guerra dei sette anni, la seconda volta nel 1813 durante la guerra della sesta coalizione contro la Francia napoleonica ed infine il 2 maggio del 1945 ad opera delle truppe dei marescialli Georgij Žukov ed Ivan Konev.
La Germania è il vero problema dell’Europa, non certo l’Italia. Una volta che si è riunificata, del progetto europeo ha preso solamente le cose che le convenivano. L’euro è un marco svalutato e per questo ha tratto grandi benefici. Non rispetta i limiti di Maastricht del 6% del PIL sulle esportazioni, anche se questo fatto finisce per danneggiare tutti gli altri paesi europei. Infatti, il suo surplus commerciale determina un apprezzamento dell’euro sulle valute dei paesi importatori netti, come gli USA, e quindi difficoltà per gli altri paesi europei ad esportare negli stessi paesi importatori.

Comunque, anche questo articolo riporta gli esiti di un recente sondaggio, secondo il quale l’88% degli italiani intervistati ritiene che l’UE non stia aiutando l’Italia (ingrati!) ed un “impressionante” 67 % dichiara dannosa l’appartenenza dell’Italia all’UE.

A questo punto, come è d’uopo, l’articolista comincia con oscuri presagi e prospettive da tregenda. Confondendo svalutazione ed inflazione come se i due termini fossero sinonimi, di cosa ammonisce il giornalista? Se l’Italia ritornasse ad avere una propria moneta, ci sarebbero inflazione e disoccupazione, poiché le importazioni sarebbero molto più onerose, oltre alla morte dei primo geniti maschi.

E’ difficile confutare con poche righe un tale coacervo di cazzate, ma ci proveremo.

L’Italia, lo scorso anno, ha avuto un avanzo commerciale di 50 miliardi di euro, ne consegue dunque che con una valuta più debole le esportazioni non potranno altro che aumentare. Le materie prime che importiamo sono soprattutto prodotti energetici, ma il petrolio attualmente è ai minimi storici e la nostra è soprattutto una industria di trasformazione. Infine, l’inflazione è collegata all’occupazione ( curva di Phillips) , quindi ne consegue ancora, che con una disoccupazione italiana così elevata ( 13%), purtroppo, è difficile pensare a spinte inflazionistiche, almeno nel breve e medio periodo.

E meno male che Limes si occupa di geopolitica e non di taglio e cucito!

Questi aedi di regime ragliano alla luna come somari!

Raffaele SALOMONE-MEGNA


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