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Attualità

Quando l’Italia aveva tre monete di carta – e chi vinse (Saba)

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C’è stato un periodo in cui l’Italia aveva tre monete di carta (1944):

1 – La moneta della Repubblica Sociale Italiana col fascio:

2 –  La ( o meglio LE) moneta partigiana:

(in Toscana – e ti pareva – era diventata un “prestito”…)

3 – La moneta d’invasione americana:

La moneta della RSI era firmata da una Banca d’Italia realmente statale che permise di chiudere il bilancio dello stato in attivo di oltre venti miliardi, nonostante la guerra, nel 1944 (ministro delle finanze Pellegrini Giampietro). Il guadagno della creazione monetaria, che è quindi una forma di tassazione, era girato direttamente allo Stato. (Quando i nazisti tentarono di spendere la loro moneta in Italia, il ministro Pellegrini lo impedì).

La moneta partigiana servì per finanziare la resistenza volta a rovesciare il regime e da cui nacque poi la Costituzione (un documento che impedisce di rovesciare il regime…). Il guadagno da creazione monetaria era destinato alla guerra civile.

La moneta americana era emessa allo scopo di facilitare l’acquisto dell’approvvigionamento dell’occupante per realizzare la “liberazione” del paese, operazione che ebbe successo con l’occupazione della Banca d’Italia che passò sotto il controllo straniero. I partigiani non boicottarono l’adozione delle AM-Lire che vennero poi addebitate due volte, sia al popolo americano che a quello italiano. Al popolo americano vennero addebitate sottraendone proditoriamente l’importo dai fondi già stanziati per il Dipartimento della Guerra mentre al popolo italiano vennero addebitante trasformandone l’importo in debito pubblico, un debito che il Tesoro doveva poi restituire alla Banca d’Italia post-occupazione. E questo dopo che gli USA avevano già goduto dei proventi della creazione monetaria americana, ad esempio avendo acquistato l’immobile dell’ambasciata americana a Roma con le AM-Lire.

Queste operazioni monetarie non sono state ancora capite da un popolo tenuto all’oscuro del guadagno da creazione monetaria e tutt’ora la magistratura agisce come se fosse normale che il 99% del denaro sia creato da banche private (escluse le monetine metalliche che però vengono addebitate allo Stato, per un errore contabile, causando una ulteriore perdita…).

OGGI

Oggi ci troviamo con una moneta cartacea creata da una banca a Francoforte, la BCE, chiamato Euro:

Con una proposta di biglietti di stato a corso legale interno (1):
La Moneta tra Arte, Storia e Valori: Repubblica Italiana - 500 ...

E con una iniziativa pilota di biglietti cartacei a valere sugli euro su blockchain, un progetto pilota avviato da aprile 2019:

 Nel primo caso degli EURO BCE, il guadagno d’emissione viene dissimulato con il trucco contabile di considerare l’emissione una passività del SEBC, come se fosse rimborsabile. La BCE crea inoltre denaro digitale come tutte le banche commerciali private che, anch’esse, dissimulano il guadagno da creazione esponendo false passività contabili.

Nel secondo caso, si spera, il biglietto viene considerato “Beni patrimoniali fungibili” e diventa un attivo di tesoreria direttamente utilizzabile dallo Stato, rendendo superflue ulteriori tassazioni. Verrebbe facilmente raggiunto il pareggio di bilancio a fronte di qualsiasi spesa con creazione, ma non come fa la BCE che occulta il guadagno, bensì spendendolo per le spese statali.

Nel terzo caso il signoraggio rimane al popolo poiché i biglietti vengono emessi a fronte di liquidità su blockchain creata come reddito universale e distribuita ab origine al popolo (la comunità che sta partecipando volontariamente al progetto pilota dimostrativo). Ogni utente si stampa i suoi biglietti sulla base delle sue disponibilità su blockchain.
DOMANI

Lo scenario futuro che sembra più probabile è che le banche centrali ridenominino la loro moneta digitale come CBDC (Central bank Digital Currency) soppiantando la moneta creata come deposito dalle banche commerciali, monopolizzando la creazione e continuando a sottrarre l’esazione del signoraggio agli stati membri della UE. A questo scopo i banchieri hanno mutato il significato originale della parola signoraggio pervertendone la definizione originaria, vedasi la nota su Carlo Cipolla. Pretendono cioè che non sia più la differenza di valore tra i costi di creazione del simbolo monetario ed il suo valore nominale imposto, ma bensì il risultato degli interessi che ne deriverebbe dall’investimento di questa nuova moneta (il capitale sparisce dall’equazione). I contanti cartacei verrebbero aboliti ed i cittadini avrebbero conti direttamente in moneta di banca centrale (un po’ come successe nell’ottocento col monopolio delle banconote che prima erano create da tutte le banche). Le banche tornerebbero ad essere semplicemente intermediarie, come già oggi la gente crede che sia.

A questa forma di creazione ed emissione imperiale e sovrana di banca centrale, che favorisce solo i banchieri apolidi e la loro cerchia, si contrappone una concorrenza partigiana che utilizza moneta popolare su blockchain creata per essere distribuita al popolo (invece che ai banchieri soltanto) e questo potrebbe favorire la rinascita della sovranità della Repubblica che, sull’impulso della moneta partigiana, potrebbe riavocare a sé la tassazione con creazione monetaria emettendo sia biglietti cartacei che moneta digitale di stato. Oppure una forma mista con la moneta popolare su blockchain. Vedi qui e qui per alcuni scenari suggeriti.

Al pubblico informato lasciamo considerazioni e commenti.

Marco Saba 17/5/2020

1. Proposta di biglietti di stato nel piano di salvezza nazionale https://pianodisalvezzanazionale.it


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