Attualità
Quando la svalutazione fa bene: il Giappone mostra un incremento record nella produzione industriale
Alla faccia dell’Euro e delle politiche economiche ed energetiche sbagliatissime il Giappone del “Piccolo” Yen e del debito pubblico oltre il 160% del PIL segna un record nella crescita della produzione industriale
La produzione industriale in Giappone è aumentata dell’8,9% mese su mese nel giugno 2022, superando le stime del mercato del 3,7% e invertendo il calo finale del 7,5% del mese precedente, secondo i dati flash. Si è trattato del primo aumento della produzione industriale da marzo e del ritmo più sostenuto mai registrato, favorito da un’inversione di tendenza nella produzione dopo l’allentamento dei limiti imposti dalla Cina con la COVID-19. I settori che hanno contribuito maggiormente al rimbalzo sono stati i veicoli a motore (14,0% contro il -8,3% di maggio), i macchinari elettrici e le apparecchiature elettroniche per l’informazione e la comunicazione (11,0% contro il -11,3%) e le parti e i dispositivi elettronici (11,4% contro il -4,2%). Su base annua, la produzione industriale è scesa del 3,1% a giugno, allo stesso ritmo di maggio, segnando il quarto mese consecutivo di calo.
Lo Yen si è potentemente svalutato rispetto al dollaro ed ecco il rilancio dell’export, anche in presenza dei colli energetici che limitano le esportazioni dall’Europa.
Il Giappone ha evidentemente approfittato di questa situazione anche grazie a una politica energetica molto più flessibile rispetto a quella europea: non c’è nessuna sanzione o bando per le importazioni di LNG, carbone o petrolio dalla Russia, per cui Tokio è riuscita a contenere molto efficacemente l’inflazione, al contrario dell’Europa e degli USA
Svalutazione senza inflazione è uno stati di grazia per un sistema industriale e la sua competitività, e il Giappone ci è riuscito con una certa flessibilità sul tema energetico. Ovviamente ha dei problemi e ha comunque dovuto puntare al risparmio, ma rispetto alla pessima UE sembra il paradiso. Piano piano, insieme alla Corea del Sud , spiazzeranno la nostra produzione industriale messa in ginocchio dai costi energetici.
Ringraziamo la Germania e la Commissione europea per la loro politica lucida e previdente.
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