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Quali sarebbero gli effetti di un’incursione russa in Ucraina?

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Le tensioni di carattere politico economico fra Russia e Ucraina, con la possibilità di un conflitto militare e di sanzioni economiche, stanno mettendo sotto stress i mercati di metalli ed energia.

I metalli di base in varie borse sono già aumentati poiché i vincoli di offerta continuano a restringere i mercati. Secondo un rapporto di Bloomberg Quint, il rame cash LME, per la prima volta in tre mesi, ha superato il tetto massimo di 10.000 dollari USA/ton a metà gennaio prima di scivolare indietro. Nella settimana terminata il 20 gennaio è stato di 9.925 USD/ton. Anche l’alluminio viene scambiato al di sopra di $ 3.000/tonnellata. Tra l’altro la Russia detiene circa il 10% delle riserve mondiali di rame ed è un importante produttore di alluminio.

Esperti e società di analisi hanno previsto un forte aumento del prezzo delle materie prime globali, inclusi energia e metallo, se la situazione di stallo tra Russia e Ucraina dovesse essere più calda e portare anche a  sanzioni economiche e commerciali.

A livello nazionale, la Russia combatte la massiccia inflazione. Il rublo russo è scivolato di oltre il 10% dalla fine di ottobre. L’inflazione si attesta all’8,4%, il doppio dell’obiettivo ufficiale del quattro per cento della Banca Centrale. Pertanto, il confronto con l’Ucraina, se accadrà, probabilmente aggraverà ancora di più i problemi economici della Russia.

Dal punto di vista globale dei metalli, in particolare del settore dell’alluminio, Alcoa Corp, il più grande produttore di alluminio degli Stati Uniti, ha avvertito che qualsiasi aggressione potrebbe avere un impatto sull’offerta dalla Russia. Il rapporto di Bloomberg Quint  affermava che il conflitto avrebbe portato a un aumento dei prezzi dell’energia, che a sua volta potrebbe avere un impatto negativo sull’industria dell’alluminio a causa dell’elevato consumo energetico richiesto. Secondo l’US Geological Survey, la Russia ha rappresentato circa 3,6 MMT di produzione di alluminio nel 2020. La Russia è legata all’India come il secondo produttore mondiale.

Come il CEO di Alcoa, anche altri analisti ritengono che ulteriori sanzioni alla Russia avranno un impatto negativo sul suo settore energetico. Questo, a sua volta, spingerebbe i prezzi dei metalli più in alto. Le fonderie ad alta intensità energetica si sono già lamentate dei prezzi elevati dell’elettricità. Quest’ultimo ha persino portato a riduzioni della capacità di zinco prodotto e scarsità sul mercato globale. I prezzi sarebbe destinati alle stelle portando a un aumento dell’inflazione. 

Il team di ricerca di ING Think ha affermato che, in caso di nuove tensioni e di invasione, ci sarebbe un’interruzione di gas verso l’Occidente con un’interruzione della produzione di metalli.  Warren Patterson, Head of Commodities Strategy di ING Think, ha affermato che l’escalation del conflitto potrebbe “potenzialmente” portare a un inasprimento dei mercati dell’energia, dei metalli e dell’agricoltura.

Quindi si profila uno shock stagflazionistico nel caso di conflitto. Una situazione che inasprirebbe fortemente le condizioni economiche sia in Occidente, sia in Russia. La guerra non conviene a nessuno. 


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