Attualità
Qual è il nesso tra MES, turismo fermo, moneta digitale e reset?
Qual è il nesso tra 30 anni di austerity, il MES, il danno economico all’horeca, e la moneta digitale?
Adesso ve lo dico.
Siamo in austerity da decenni, da queste colonne vi abbiamo dimostrato che si tratta più di una dogmatica religione che di una sana necessità per pareggiare i conti. Vi abbiamo anche dimostrato in tutti i modi come viene creata la moneta, come questa sia diventata la prerogativa del sistema bancario europeo, BCE + cartello delle banche dealer, e come il sistema sia altamente autoreferenziale in modo da far piovere sempre sul bagnato.
L’austerity subita in questi anni serviva a tenerci in deflazione per tenere alti i valori volatili dei crediti detenuti dai circoli finanziari obesi e ingordi, la bolla dei derivati: più l’economia è in deflazione, più i creditori del debito hanno la garanzia della stabilità dei loro profitti, garantiti nelle clausole capestro e nelle pieghe occulte del sistema economico, dal nostro patrimonio.
Siamo arrivati a un debito monetario mondiale, provocato dalla produzione monetaria, pari in media a 3 volte il PIL mondiale, e a un bolla derivata monetaria, di titoli altamente speculativi come derivati, CDS e Repo, di circa 60 volte il PIL mondiale.
Una moneta ontologicamente debito, e per di più negoziabile sui mercati come se fosse merce, tipica del capitalismo, provoca sempre i seguenti risultati certi:
- la formazione di oligopoli e monopoli nei fattori di produzione e nelle rendite strategiche, derivanti dalla natura privatistica e antidistributiva della moneta
- l’instabilità del sistema dovuto alla volatilità della moneta (boom and bust) che richiede grossi interventi della BC che purtroppo non raggiungono l’economia reale se non in certa stabilizzazione dei prezzi (ma quanto durerà?)
- la necessità di effettuare regolarmente dei “reset” o “giubilei” del debito per via dell’insostenibilità del debito raggiunto, normalmente effettuati con la guerra, i bottini di guerra, le monete di occupazione
Siamo arrivati a quel punto, da almeno dieci anni, ed è da qualche decennio che i grandi creditori pensano a come effettuare un reset per mantenere il vantaggio, con un rafforzamento del paradigma monetario pro domo loro, imponendoci un cambiamento radicale di tutti gli aspetti della nostra vita: riducendo i nostri consumi (ad esempio dalla macchina alla bici ma anche riducendo la nostra produzione) e digitalizzandoci per controllarci, acquisendo tutti i nostri dati biometrici, sanitari, finanziari e patrimoniali in un unico database in cloud cosiddetti “pubblici” ma che in realtà sono i privati colossi digitali, quelli che stanno digitalizzando tutti i brand di produzione, in uno schema di globalismo estremo che ha fatto della delocalizzazione ad est, la via della seta, il suo motto.
Avremmo bisogno di fare invece un vero tabula rasa e di ripartire con un’economia e una moneta “circolare”, “resiliente”, “sostenibile”, per utilizzare alcune delle parole inflazionate dalle guide bibliche di chi rema contro il vero cambiamento.
Il vero reset consisterebbe in questo: nel cancellare tutti i debiti pubblici degli Stati membri dell’UE, ad esempio, da parte della BCE, rastrellando tutti i titoli del debito sovrano in circolazione con la loro acquisizione, e cancellandone le poste contabili nello stato patrimoniale. Punto e a capo.
Si, ma poi si rivelerebbe l’arcano: ma allora si può creare moneta in altro modo? Perché indebitarci con dei privati? Non dovremmo pensare a una creazione monetaria e a una moneta equa, redistributiva e circolare?
Poi si rischierebbe di scrivere davvero un nuovo capitolo, o addirittura un nuovo Libro.
Gli architetti del reset non vogliono un cambio di paradigma, non vogliono cancellare il debito sic et simpliciter in questo modo indolore per tutti, perché significherebbe estrometterli dal gioco, ridimensionare i grandi creditori monetari, coloro che ci hanno sempre rastrellato le rendite e i patrimoni, con il gioco monetario che vogliono continuare a controllare, se del caso con le guerre come questo contesto della “pandemia”.
Loro vogliono rafforzare il paradigma della moneta debito e lo chiamano “cambio di paradigma”. E’ un loro marchio, sono doppi.
Allora decidono di passare ad altra fattispecie monetaria, al di là della moneta bancaria: la moneta digitale e, per non rivelarne l’arcano – il sacro graal è riservato agli iniziati – lo ammantano di nomi come “Green New Deal” e “Digitalizzazione”, il primo per frenare l’economia basata sul petrolio com’era il petrodollaro di Bretton Woods I, il secondo per passare alla moneta basata sui nostri dati compresi quelli biometrici, com’è previsto dal Bretton Woods II, studiato nel PNAC da personaggi come il figlio di Soros, sottoscritto da fondazioni come la Rockefeller Foundation e Bill Gates/MSN, e portato avanti dal FMI e le maggiori banche centrali del mondo.
Per assicurarsi il salto dalla moneta bancaria alla moneta digitale, sostenuto dal deep state mondiale in combutta con i mandarini cinesi, il deep state nostrano arriva perfino a segarsi i piedi sospendendo le aste pubbliche delle emissioni di titoli con scadenza a oltre dieci anni, con tassi di interesse negativi, adducendo che le casse sono piene e che non c’è bisogno di finanziamenti !
Cioè in un momento come questo di emergenza economica in cui non è mai costato così poco rifornirsi di moneta con le aste pubbliche dei TDS, il Tesoro si autolimita ! Perché?
Ci sono i finanziamenti, ma non partono per risarcire il settore della ristorazione che deve chiudere alle 18 dopo mesi di sacrifici, o al settore dell’alberghiero e dell’extra alberghiero che si è visto ridurre di almeno il 70% il fatturato in modo artificiale (il 2020 sarebbe stato l’anno d’oro del turismo!) e che non ha alcuna prospettiva per l’anno prossimo, nonché al settore culturale e dello spettacolo, che è chiuso oramai da mesi ?
Bagnai ha detto, il 3 dicembre scorso, che ci sono 77 miliardi nelle casse del Tesoro.
Quindi i 36 Mld del MES potremmo spenderli direttamente dalle nostre casse per migliorare la sanità? E allora perché tutta questa pressione ad accettare il MES quando abbiamo i soldi in cassa?
E allora perché privarci del rifornimento monetario alle aste per ottenere fondi che potremmo spendere per i reali fabbisogni del paese?
Perché la posta in gioco non è solo l’UE, ma è il potenziamento del paradigma sostenuto dalle maggiori corporation del pianeta. Ad esempio così a caso, i partner strategici del Forum economico (Partners | World Economic Forum (weforum.org)) oppure il mercato del MES:
Scopriamo quindi che per l’anno 2020 il Tesoro si è costantemente trattenuto dal soddisfare la domanda di titoli di Stato riducendo drasticamente l’offerta come all’asta del 2 Giugno quando di fronte a una domanda di circa 108 Mld l’offerta è stata limitata a soli 14 Mld !
Sembrerebbe quindi che gli addetti del Tesoro facciano di tutto per ridurre il ricorso alle banche dealer – il cosiddetto ricorso al mercato – per predisporre e ricamare sulla presunta necessità di ricorrere ai prestiti europei. Il ricorso “al mercato” da noi più volte criticato come meccanismo di rifornimento monetario, in questo momento non è mai stato così poco oneroso, ed è sicuramente un meccanismo meno perverso del ricorso a prestiti esteri come il MES o il Recovery Fund che hanno le condizionalità!
Così come ha le condizionalità il Recovery Fund o Next Generation Plan che nella bozza assegna solo 9 Miliardi alla Sanità, addirittura il 17.1 Miliardi di parità di genere (cosa significa? cosa comporta?), quasi 50 Miliardi alla digitalizzazione !
Quindi dobbiamo crepare di austerity per andare in ginocchio a Bruxelles a chiedere i fondi per fare le riforme volute dall’UE/FMI/WEF: il Grande Reset ? Cancellazione dei debiti pubblici in cambio della digitalizzazione delle persone e di un’elemosina universale, patentino vaccinale in app per viaggiare, sensori e rilevatori biometrici ovunque, telemedicina ecc. e cancellazione della proprietà privata ?
Tant’è che per il turismo, nel Recovery Fund non ho trovato niente, niente che serva ai proprietari delle strutture ricettive, che dovrebbero essere risarciti, ed esentati da qualsiasi forma di tassa per l’anno 2020 e presumibilmente, se continua questa follia, per l’anno 2021.
E invece nel Recovery Plan si rinvia all’articolo 15 della Legge di Bilancio che parla di piani di sviluppo, concordati sulle nostre spalle, senza dibattito e non certo per aiutare i proprietari di strutture ricettive. Si sente da qualche anno la chiara volontà politica e istituzionale di frenarli, onerarli, tassarli, indebitarli, eliminarli. Sono persone non grate, i proprietari di strutture ricettive, privilegiati che devono solo pagare e cedere i loro beni.
Nel piano si parla anche di riforma dell’Irpef però chissà come mai essa si concentra unicamente sulla fascia media – papale nel testo – a partire dai 40000 euro di reddito l’anno, ignorando platealmente la fascia bassa la cui area no tax è irrisoria e la prima aliquota anormalmente alta, penalizzando come al solito i redditi bassi e rischiando di buttarli nella miseria, come sta facendo questo governo criminalmente dall’inizio della pandemia.
Sottolineo che le strutture ricettive sia alberghiere che extra alberghiere sono già tassate al massimo, tranne le aziende agrituristiche che vantano grossissimi privilegi che in questo piano e nella Legge di Bilancio vengono ulteriormente consolidati. Perché?
E’ chiaro: si vuole azzerare l’horeca per resettare l’economia iniziando proprio da qua. I proprietari di strutture devono sparire, e il turismo va digitalizzato. Prova ne siano i numerosi enti e società nati come funghi che si occupano di “consulenza” nel turismo e nella sua digitalizzazione. E si vuole spingere l’acceleratore proprio qua: sulla digitalizzazione oltre che della P.A. soprattutto del turismo poiché chi dice turismo dice flussi finanziari ingenti, ed è da li che vorranno introdurre i pagamenti digitali obbligati. Innanzitutto con l’obbligo vaccinale per ottenere il “pass” vaccinale come app in uno smartphone, per poter viaggiare, e poi con i pagamenti digitali internazionali, sempre controllati dagli “over the top” che concederanno al fisco italiano degli accordi “fiscali” di versamento delle NOSTRE imposte, che loro non pagano, sono in paradiso.
L’horeca nazionale, grande eccellenza invidiataci nel mondo, deve essere rilevata da questi brand digitali, è questa la fine prevista per loro visto che già tanti locali hanno chiuso e che il governo, ruffiano e quaquaraqua, fa finta di “ristorarli” mentre non li risarcisce in NULLA.
Le banche centrali si stanno preparando a emettere moneta digitale, pertanto si stanno adeguando alla fintech che impone loro questo cambiamento monetario. La fintech vuole imporre i suoi strumenti di pagamento digitali, tipo app negli smart o sensori sulla pelle o in braccialetti ecc., di cui ho descritto i brevetti: rilevatori biometrici anche del tipo di pensiero collegati con un cloud di google/apple/msn e affini!
Sono loro e saranno loro i veri creatori della nuova moneta digitale, le banche centrali seguono, in quanto sono front office degli over the top, sono le società schermo di Google, Apple, MSN e gli altri!
Non sono contraria alla tecnologia ma sono disgustata dall’assenza di dibattito pubblico al riguardo e dal golpe di stato mondiale organizzato dagli over the top per uscirne con l’ennesima vittoria schiacciante sul gregge umano.
Solo se il gregge umano si rende conto di chi sono i mandriani che approfittano di loro da secoli per non dire millenni, solo se una massa critica del gregge riesce a invertire la rotta, gli umani potranno definirsi ancora tali, altrimenti si ritroveranno ibridati con la macchina, così come auspica il Presidente del Forum economico mondiale che ha detto: “il Great Reset porterà alla fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”
Noi diventeremmo le cose dell’internet delle cose, prevista dalla bozza del Recovery Plan, e saremmo governati dall’intelligenza artificiale. Saremmo i loro schiavi in un mondo in cui i robot avranno un’identità digitale e noi pure.
E per aderire a questa visione distopica e strumentale dell’umano, il contrario esatto dell’economia umanistica da noi preconizzata in questi anni, e voluta dall’umanità, si è dovuto compiere un crimine immane, quello dello svuotamento e del furto del Made in Italy e della nostra manifattura all’avanguardia per la produzione di cose belle e buone, per il design, il tessile, la moda, l’agroalimentare, la manifattura di punta, e tanto altro ancora. E’ qua che dobbiamo investire, non solo nella digitalizzazione e non certo in salsa Google/MSN/Apple, per tracciarci, spiarci e diventare oggetti dell’IA. Niente è scritto né previsto da questo governo su come far ritornare professioni utilissime e “circolari” come il calzolaio, l’artigianato, o come rilanciare la pasticceria italiana, eccellenza mondiale, e rivitalizzare l’horeca: tanto tutta la produzione passerà alla Cina, e così sarà sempre di più nel futuro. Se non reagiamo. Diventeremo italiani inutili nel mondo il cui marchio sarà portato avanti e sfruttato dagli anglocinesi!
Bella cosa!
Cedendo l’industria alla Cina noi ci siamo suicidati. Non siamo ancora morti, ma non vedo alcuna ventilazione in vista. Non possiamo in quanto Italia vivere solo di digit. E oramai conoscendo l’andazzo so benissimo che puntare sulla digitalizzazione di turismo e cultura significa solamente svendere l’ennesimo comparto a Google Expedia e Accor per il turismo e a Netflix e affini per la cultura, visto che non è spesa neanche una parola sulla necessità di costruire una piattaforma del turismo di qualità nazionale e veramente pubblica, appartenente ai suoi soci, cioè ai protagonisti del turismo e ai proprietari di strutture ricettive! Una vetrina del turismo italiano che diventi un brand nazionale, popolare e condiviso! (E per inciso, chi dice Expedia, dice Clinton, visto che Chelsea Clinton è una degli azionisti di controllo!)
Questa vetrina la dovrebbe fare e finanziare una società come Invitalia che – guarda tu che caso! – è diretta da Arcuri, il toto commissario per il commissariamento e traghettamento dell’Italia a questo modello della fintech voluta dal deep state dei Clinton che controllano Expedia!
E invece niente. Tra le righe del Recovery Plan solo pecorine “pigliainc*”, per citare Sciascia, o “vermi” per citare Borghi, ma anche per citare me stessa.
E oggi con la votazione alla riforma del MES in Parlamento, questi ominicchi ruffiani incollati alle poltrone avranno veramente trovato un “punto di caduta” molto basso. Una caduta da cui non si rialzeranno e non ci rialzeremo.
Avrei preferito la caduta del governo ed elezioni.
Ma si sono mai viste elezioni nel pieno di un golpe di stato nazionale e mondiale?
Vedremo. Noi non la smetteremo mai di fare luce sulle falsità e di illuminare con le verità. Le nostre.
Nforcheri 9/12/2020
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