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Putin annuncia la mobilitazione parziale dell’esercito russo

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Il Presidente russo Vladimir Putin ha appoggiato la proposta del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore delle Forze Armate russe di effettuare una mobilitazione parziale nel Paese e ha firmato un decreto in tal senso, secondo quanto riportato dall‘agenzia russa TASS.

“Ritengo necessario sostenere la proposta del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore di condurre una mobilitazione parziale in Russia”, ha dichiarato mercoledì.

Putin ha aggiunto di aver già firmato il relativo decreto. Le misure di mobilitazione inizieranno oggi
Solo i cittadini della riserva saranno soggetti all’arruolamento nell’ambito della mobilitazione parziale nella Federazione Russa, in primo luogo quelli con esperienza. Quindi la misura è simile a quella presa in passato anche dagli USA con la mobilitazione della Guardia Nazionale durante le missioni in Iraq.

L’annuncio era stato abbastanza atteso e prevedibile, sia per i recenti rovesci dell’esercito di Mosca in Ucraina, sia per la decisione di appoggiare i referendum nelle aree occupate dell’Ucraina. Il rivio del discorso, che doveva essere trasmesso ieri, è segno probabilmente del fatto che vi siano stati dei contrasti decisionali, o delle impellenze organizzative, all’interno del governo russo.

Quindi Putin non lascia, ma rilancia. Bisognerà vedere se il supporto di un numero maggiore di truppe sarà sufficiente e se a questo seguirà una formale dichiarazione di guerra all’Ucraina. I referendum nelle aree occupate dell’Ucraina, oltre che nelle repubbliche del Donbass, ovviamente non saranno riconosciuti internazionalmente, ma saranno la base per giustificare un intervento più sostenuto e diretto dell’esercito e soprattutto delle truppe provenienti da reparti coscritti che, altrimenti, avrebbero forti limiti nell’intervenire all’esterno del territorio russo. Se questi territori diventano russi allora i coscritti possono essere inviati per difenderli. Però è anche un invito all’Ucraina a fare tutto il possibile, in questi giorni, per rendere impossibili i referendum stessi, soprattutto a Kherson, già sotto attacco. La situazione ora diventa molto più complessa e rigida e la soluzione contrattata si allontana.

Comunque la mobilitazione riporta ai ricordi di momenti molto drammatici precedenti le guerre mondiali. Inoltre questa è una bella grana per il governo tedesco, che dovrà decidere se appoggiare la pace e disarmare, o appoggiare la Commissione e armare l’Ucraina.


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