Attualità
Pronta l’armata anti-Salvini per le Europee di Massimiliano Lenzi.
L’armata anti-Salvini ai tempi delle Europee. Tutti contro Matteo (quello della Lega) in una grande coalizione anti-sovranista in vista delle elezioni ormai alle porte – si voterà a maggio – per il nuovo Parlamento Ue. Una coalizione che assomiglia molto ad una Armata Brancaleone, talmente vasta da comprendere, seppur con sfumature diverse, dal Partito democratico alle forze liberali passando per la sinistra e quel che resta dei centristi. “Addo’ ite?”. “Imo sanza meta”. “Ahh… così …sanza meta…”. “Venimo?”. “No, no ….. ite anco voi sanza meta, ma da un’altra parte…”. Ecco, nell’ironia di questo dialogare da Brancaleone al cinema c’è in fondo ben rappresento il contrappasso di una sfida politica, quella per le Europee, dove l’identità si caratterizza più per l’essere contro – Salvini appunto, ma pure i 5 Stelle – piuttosto che a favore.
Primo, perché il contestare è da sempre più facile dell’argomentare. Secondo,perché l’appoggiare questa Ue non è proprio la cosa più facile da fare, soprattutto se si vuole essere popolari. Perciò le opposizioni, quelle contro il Governo di Lega e 5 Stelle, si ritrovano in un paradosso non da poco: appoggiare un vaffa a Salvini per il voto di maggio dopo essersi spese, in passato, contro le politiche dei vaffa, giudicate populiste. Come se esistessero due vaffa ontologicamente diversi: uno all’Europa, scorretto, ed uno contro i populisti, sacrosanto. E qui arriviamo alla sostanza politica che, nelle urne, dovrà decidere l’Europa che verrà, visto che Luigi Di Maio ed i 5 Stelle, che governano con la Lega, non hanno ancora deciso con chi allearsi in vista delle imminenti Europee.
D’accordo, in Italia i grillini governano con Salvini, ma nella Ue che alleanze metteranno in campo? Prima di dare un modesto consiglio a Di Maio ed ai 5 Stelle, alcune considerazioni oggettive. Per i 5 Stelle appare abbastanza difficile cercare convergenze in Ue con i Popolari europei, troppo distanti le posizioni ed i punti principali dei programmi politici portati avanti in questi anni, a cominciare dagli atteggiamenti verso la casta, europea o indigena che sia. Altrettanto lontani dal grillismo appaiono i socialisti, forza politica in declino in tutta Europa ma soprattutto, assieme ai Popolari, vera forza di Potere e architetto della Unione che oggi ci ritroviamo realizzata. Che fare dunque?Questa la domanda leninista per i 5 Stelle. Andare da soli, rischiando di non contare nulla, evenienza che in politica, come il ridicolo, equivale ad un peccato mortale oppure no? In queste ore – mentre va in scena il duello tra il leader dei 5 Stelle Di Maio e la Francia di Macron, con il vicepremier grillino che ha manifestato il proprio appoggio ai gilet gialli, movimento antigovernativo in Francia – diamo un modesto consiglio ai 5 Stelle: per contare qualcosa nella Unione Europea e provare a cambiare davvero i parametri economici continentali, dal tetto del 3% alle rigidità rispetto alle spese nazionali, i grillini hanno una chance. Allearsi con la Lega di Matteo Salvini. Ed anche la Lega ha un’occasione non da poco: cercare un’intesa con i 5 Stelle per il Parlamento Ue. Questa alleanza, magari siglata da un contratto per l’Europa del cambiamento in pochi punti, potrebbe portare ad un gruppo in grado di contare qualcosa. Perché, come nella saga di Brancaleone, “longo lo camino ma grande è la meta”. Tutto sta a raggiungerla.
Massimiliano Lenzi Il Tempo, 9.1.19
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