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Presentate le leggi del Green Deal: la vittoria della speranza sulla realtà, che farà ogni europeo molto più povero

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Ieri è stato presentato il primo pacchetto di proposte di legge vere e proprie per l’applicazione del Green Deal. Iniziamo a dire che molti commissari, viventi sul pianeta terra, in Europa , e in paesi in cui c’è una forte possibilità di votazioni e di essere mandati a casa, hanno dei forti, anzi fortissimi, dubbi sulla materia. Però il socialista Frans Timmermans è stato il protagonista, lui, olandese, che si sente intoccabile nella propria posizione e quindi si comporta da granitico difensore di una politiche che, ovviamente si presenterà regressiva.

La Commissione ha deciso di aumentare l’obiettivo di calo del CO” nel 2030 dal 40% al 55% rispetto al livello 1990. Il solito modo per presentare gli “Ambiziosi programmi”, senza che questo significhi però nessun approccio alternativo alla produzione di energia .

Poteva anche dire il 100%%%%%%%%%%%%%%%%, anche perché:

a) sicuramente nel 2030 non ci saranno né Timmermans né la Von der Layen.

b) non c’è nessun dato reale su come verrà prodotta l’elettricità necessaria che non verrà più prodotta utilizzando fonti fossili. Ci si affida al mercato che si appresta a spennare i cittadini e le piccole aziende con prezzi dell’energia sempre più alti.

Altro strumento di finanziamento saranno le nuove pensanti tasse sui carburanti, anche perché effettivamente è stato questo settore, quello dei trasporti di terra , di merci e d’aria, ad aver maggiormente aumentato l’emissione di CO”, anche per la progressiva delocalizzazione delle aziende produttive in Oriente o comunque fuori:

quindi a essere economicamente colpiti saranno proprio questi settori, senza che sia data, ovviamente, agli utenti una possibilità alternativa di muoversi spendendo meno. L’aumento dei prezzi potrebbe configurare un ritorno agli anni ’50 , come qualità di vita , per i cittadini della UE, ma senza Vespa, senza gioia di vita, senza speranza, ma, anzi, con una discreta rabbia. Il tutto imposto, mai veramente discusso. Come contentino Timmermans , a cui qualcuno deve aver ricordato le enormi ricadute sociali negative ed economicamente regressive di queste misure, ha tirato fuori un fondicchio da 70 miliardi di euro in 5 anni, 14 miliardi all’anno, che dovrebbero aiutare a superare il disagio sociale per i poveri che rischiano di non potersi pagare le bollette. A livello europeo è un miseria, lo 0,1% del PIL annuo della UE. Una cifra realmente ridicola che, tra l’altro andrà quasi esclusivamente ai paesi dell’est Europa. La Polonia ha già iniziato a battere cassa aggiuntiva. Naturalmente vedrete preso Timmermans affacciarsi da qualche balcone a Bruxelles affermando, novello Di Maio, di “Aver sconfitto la povertà“. L’importante è che ci crediate.

Intanto pagherete tanto, pagherete tutto. non è un caso che i politici, sia nella commissione, sia negli stati nazionali, sono piuttosto freddi sulla questione, se non contrari. Perfino i verdi sono rimasti freddi perchè ritengono l’ambizione non sufficiente. Il pericolo, anzi la certezza è che questa politica economica restrittiva e regressiva, che toglie a tutti senza dare a nessuno, ma sacrificando il tutto al Moloch di Greta Thunberg, rischia di causare una rivoluzione populista in diversi paesi dell’Europa dell’Est, ma non solo. I gilet gialli sono nati per molto meno e la Commissione ha iniziato un contenzioso pericoloso con Ungheria e Polonia. Allargare un blocco anti-Timmermans sarebbe un questione di un secondo.

 

 


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