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Politica

Pontida 2025: la grande festa della Lega, fra Cuore identitario e Pragmatismo di governo

Pontida 2025: La Lega tra autonomia, sicurezza e difesa dell’Occidente. Un’analisi degli interventi che tracciano la rotta politica del Carroccio.

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Ieri si è tenuta la Kermesse di Pontida, la tradizionale festa della Lega nei prati vicino all’Abbazia di Pontida, nei prati che hanno visto la nascita della Lega Lombarda nel Medioevo, ma anche la storia politica italiana degli ultimi 40 anni. 

Quest’anno, grazie anche alla splendida giornata, l’afflusso di appassionati è stato impressionante, con ventimila attivisti presenti, provenienti da tutta Italia, dal Piemonte, alla Lombardia al Veneto, ma anche tantissimi dal centro , soprattutto dal Lazio che ha organizzato diversi pullman.

Un momento di unità politica che ha colpito per la grande passione dei partecipanti e per il loro numero, rinfrancante in un momento di stanchezza politica.

Qui vogliamo darvi un breve riassunto degli interventi dei leader leghisti, e non solo, che hanno partecipato e che sono intervenuti, sino ai vicesegretari e al Segretario federale Matteo Salvini:

Eccovi il riassunto degli interventi dei leader:

  • Luca Zaia: Il Governatore del Veneto ha enfatizzato i concetti di libertà, tolleranza, legalità e pace, definendo la Lega come un “movimento della libertà”. Ha sostenuto l’autonomia, ribadendo che “o la facciamo oggi per scelta o la dovremmo fare tra qualche anno per necessità”, e ha denunciato un sistema che crea un’Italia a “due velocità”. Zaia ha inoltre affrontato la “questione settentrionale” e ha criticato il presunto “modello di gestione” che ha fallito. Ha espresso l’auspicio di vedere un leghista come suo successore alla guida del Veneto.
  • Roberto Calderoli: Il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie ha tracciato un bilancio dell’autonomia, definendo il bicchiere “mezzo pieno”. Ha ripercorso le difficoltà incontrate, tra referendum bocciati e vincoli della Corte Costituzionale, ma ha ribadito la determinazione a non “mollare” , e sicuramente lui è uno che non ha mai mollato. Ha illustrato i progressi sui Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) e i negoziati con le regioni su materie come la Protezione Civile, le professioni e la previdenza complementare. Calderoli ha annunciato l’impegno a sottoscrivere le intese per l’autonomia entro dicembre 2025 e ha celebrato l’approvazione della legge sulla montagna.
  • Giancarlo Giorgetti: Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha parlato dell’importanza di distinguere tra “cuore” e “mente”. Il cuore batte a Pontida, legato alle radici e ai valori della Lega, mentre la mente si applica al ruolo di ministro, con responsabilità e rigore nella gestione delle finanze pubbliche. Ha sottolineato l’obiettivo di ridurre il carico fiscale e la necessità di “pace con i contribuenti”. Giorgetti ha enfatizzato il valore della diversità e della difesa dell’identità attraverso l’autonomia e il federalismo, richiamando il “giuramento di Pontida” come fonte di ispirazione.
  • Riccardo Molinari: Il capogruppo alessandrino della Lega alla Camera ha esordito rivendicando i successi del governo in materia di occupazione e riduzione dell’immigrazione clandestina, grazie ai decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini. Ha criticato la sinistra per la sua posizione sulla sicurezza e per non riconoscere il valore degli uomini in divisa, e del resto si può vedere quello che è successo oggi in varie città per capire come la Sinistra odi la pace e l’ordine. Molinari ha ribadito che la Lega non ha bisogno di “cambiamenti o ideologie che non c’entrano con la nostra storia”, ma si rifà ai principi di Alberto da Giussano, al federalismo e all’obiettivo di un’Europa dei popoli.
  • Massimiliano Romeo: Il capogruppo della Lega al Senato ha espresso il sostegno al segretario Matteo Salvini e ha evidenziato i risultati della Lega sulla sicurezza e il contrasto all’immigrazione clandestina, citando i dati dei Ministeri dell’Interno durante i periodi di governo leghista. Ha invitato gli alleati a “imparare ad ascoltare di più la Lega” su questi temi. Romeo ha poi ribadito l’importanza dell’autonomia e del federalismo, definendoli il “pensiero della Lega” e il “cuore della libertà”.
  • Luca Toccalini: Il coordinatore federale dei Giovani della Lega ha celebrato i successi ottenuti, come lo stop al numero chiuso di medicina e lo sgombero del Leoncavallo, e ha ringraziato il Ministro Valditara per il lavoro svolto. Ha attaccato la sinistra, definendola “fascismo rosso” e accusandola di impedire la libertà di parola nelle scuole e università. Toccalini ha ricordato Charlie Kirk come martire della libertà di pensiero e ha criticato Saviano e Odifreddi per le loro dichiarazioni sulla sua morte, rivendicando il rispetto per tutte le vite. Nelle scuole e nelle università c’è tantissimo da fare, perché smettano di trasformarsi in scuole di facinorosi.
  • Oara Borselli: La giornalista ha espresso la sua gioia di essere a Pontida, definendolo il luogo dove risiede “l’anima vera del popolo d’Italia”. Ha denunciato gli attacchi alla libertà, in particolare attraverso la censura e il “politicamente corretto”. Borselli ha criticato l’informazione “asservita alla sinistra” e ha portato esempi di come le notizie vengano manipolate per favorire una certa narrazione. Ha espresso preoccupazione per la situazione nelle università e ha difeso Matteo Salvini dai processi, concludendo con un richiamo al coraggio e alla libertà di pensiero di Charlie Kirk.
  • Daniele Capezzone: Il giornalista ha collegato l’omicidio di Charlie Kirk a una “lunga campagna di demonizzazione” e “mostrificazione” promossa da un “sistema mediatico”. Ha denunciato la “macchina dell’odio” che, a suo dire, demonizza gli avversari politici e poi giustifica la violenza nei loro confronti. Capezzone ha sottolineato come questa tragedia abbia svelato la vera natura di alcuni commentatori e politici, che non considerano la vita dell’avversario “sacra”. Ha concluso ricordando Pim Fortuyn, un altro “martire” della libertà di parola, ucciso per le sue idee contro l’immigrazione incontrollata e l’islamismo integralista.
  • Massimiliano Fedriga: Il Presidente del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Conferenza delle Regioni ha definito Pontida “storica”, sottolineando l’importanza del significato di “libertà”. Ha criticato le limitazioni alla libertà anche in Occidente e ha invitato a dimostrare che “chiunque può esprimere le sue idee, anche se diverse dalle nostre”. Fedriga ha poi collegato la libertà all’autonomia dei territori, criticando il “centralismo” e ribadendo che la Lega ha sempre difeso la libertà delle persone e dei territori.
  • Attilio Fontana: Il Presidente della Regione Lombardia ha espresso l’orgoglio di essere leghisti e lombardi, definendo la Lombardia la “locomotiva d’Italia e d’Europa”. Ha chiesto maggiori autonomie e libertà dalla “burocrazia romana” e dal “potere centralistico” per permettere alla regione di “correre”. Fontana ha citato la “Carta della Lombardia”, promossa da Umberto Bossi, per chiedere misure immediate come maggiori risorse per le borse di studio, per il trasporto pubblico e per la sanità, criticando le disparità e le ingerenze di Roma.
  • Maurizio Fugatti: Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha ribadito l’importanza degli ideali di autonomia, autogoverno e federalismo nati a Pontida per volontà di Umberto Bossi. Ha espresso vicinanza a Matteo Salvini per il processo subito a causa della difesa dei confini. Fugatti ha sottolineato che la Lega viene riconfermata nei territori perché si “occupa dei problemi della gente”, dalla sanità alla scuola, alle opere pubbliche, distinguendo questo impegno dai problemi internazionali che spettano a ministri ed europarlamentari.
  • Alessandra Locatelli: Il Ministro per le Disabilità ha parlato della Lega come di un movimento basato su “storia, orgoglio, passione, identità”. Ha messo al centro del suo intervento la libertà per tutti, in particolare per le persone con disabilità, affinché possano avere una “vita piena e partecipata”. Ha ribadito l’impegno a incrementare le risorse per i comuni a favore dell’inclusione scolastica e a creare territori accessibili, sottolineando l’importanza di non “scappare davanti alle difficoltà” ma di “rialzare la testa”.
  • Giuseppe Valditara: Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha raccontato esempi concreti, confrontando i militanti dei centri sociali che “incendiano e picchiano” con i “ragazzi meravigliosi” che studiano e si riscattano. Ha difeso il concetto di merito e l’importanza delle regole nella scuola, citando l’episodio di una studentessa che ha disconosciuto l’autorità dell’insegnante. Valditara ha sostenuto il rispetto della lingua italiana, lo studio della grammatica e la rilettura della storia, concludendo con un appello a una società gentile e rispettosa.
  • Claudio Durigon: Il Vicesegretario della Lega ha espresso la sua emozione nel parlare per la prima volta da quel palco, ringraziando i militanti e i dirigenti. Ha ricordato le sue origini venete e l’orgoglio per il lavoro svolto dalla Lega per difendere i territori. Durigon ha parlato dell’impegno per le pensioni eque, menzionando la “quota 100” e la volontà di “superare la legge Fornero”. Ha firmato la “Carta della Lombardia”, considerandola un modello di “buon governo” per tutte le regioni, e ha annunciato prossimi successi elettorali, in particolare in Calabria.
  • Alberto Stefani: Il figlio del Veneto ha espresso la sua emozione, ricordando i suoi trascorsi sul pratone di Pontida e definendo la Lega una “comunità generazione per generazione”. Ha sottolineato il coraggio di essere leghisti e di rappresentare le persone “semplici e umili” che lavorano e combattono. Stefani ha ribadito l’importanza delle “differenze territoriali” e delle “autonomie”, condannando l’odio e la violenza che “sono da un’altra parte”. Ha difeso i valori cristiani, il lavoro e chi produce, criticando il reddito di cittadinanza e rivendicando la responsabilità della Lega di “mettere la faccia” per le proprie idee.

Quindi gli ospiti stranieri:

  •  Jordan BardellaIo e Salvini uniti da una battaglia comune in Europa”. Il presidente del Rassemblement National ha mostrato di condividere pienamente le idee del leader della Lega, Matteo Salvini, annunciando di voler riportare l’ordine in Francia, ripristinando da un lato l’autorità statale e, dall’altro, l’orgoglio francese. «È un grande onore essere oggi tra voi, cari amici della Lega, cari patrioti d’Italia. Grazie, Matteo Salvini. Grazie per il tuo coraggio, grazie per la tua determinazione, grazie per il tuo sincero amore per l’Italia e la sua gente!», ha esordito Bardella, prima di sottolineare il legame tra Francia e Italia, «due nazioni sorelle che, insieme, hanno costruito la storia europea. Condividono le stesse radici cristiane, gli stessi valori e, oggi, le stesse lotta”.

  • Santiago Abascal (Vox): “Non riusciranno a farci inginocchiare, andiamo a vincere” “In Italia un governo di conservatori, grazie alla volontà di Giorgia, Matteo e Antonio, ha dimostrato a tutta Europa che esiste un cammino distinto”, dice il presidente di Vox, Santiago Abascal, in un messaggio inviato a Pontida. “Caro Matteo, cari amici della Lega, grazie per essere rimasti fedeli a una Europa delle patrie. Non staremo con chi vuole imporre una ideologia nefasta, con quelli che ci odiano” o “ci vogliono demonizzare – aggiunge – Faranno tutto contro di noi perché vogliono che ci inginocchiamo ma non ci riusciranno” perché “sappiamo da dove veniamo e dove stiamo andando. Non c’è futuro possibile senza sovranità dei nostri popoli, senza rispetto per le nostre identità. Non ci faranno tacere e non ci batteranno: andiamo a vincere”, conclude il leader spagnolo.

  • Flavio Bolsonaro: “Odio contro di noi, difendiamo la democrazia” “State alimentando odio contro di noi, noi difendiamo la libertà, la democrazia, la tolleranza, il lavoro, la libertà di impresa”, interviene Flavio Bolsonaro, senatore brasiliano e figlio dell’ex presidente Jair, condannato a 27 anni e 3 mesi per tentato colpo di Stato in Brasile. “In Brasile abbiamo vinto le elezioni usando la frase ‘Brasile sopra tutto, Dio sopra a tutti’”.

Quindi i pezzi grossi:

  • Roberto Vannacci: “Lo straniero è già tra noi, l’unica risposta è la remigrazione”

Nel suo intervento, Roberto Vannacci ha rinnovato il “giuramento di Pontida” contro uno “straniero” che, a suo dire, “è già tra di noi”. Questo nemico viene identificato con l’immigrazione clandestina, accusata di portare criminalità e di voler soppiantare la cultura italiana con la propria. Citando e modificando il Manzoni, Vannacci ha affermato che non si può concedere l’Italia “al musulmano” che “raccoglie dove non ha arato“. La soluzione proposta è netta: “remigrazione” per chi non rispetta le leggi e le tradizioni italiane. Vannacci ha poi rivendicato con orgoglio l’etichetta di “estremisti” per coloro che si oppongono all’immigrazione incontrollata e al reddito di cittadinanza, sostenendo che i veri estremisti sono coloro che promuovono l’accoglienza indiscriminata e l’islamizzazione. Il suo discorso si è concluso con un appello a essere “padroni a casa nostra”, definendo i presenti come una “generazione” che non si arrenderà a una “società multiculturale e meticcia”.

  • Silvia Sardone: “No all’islamizzazione dell’Europa, fermiamo la sostituzione”

L’intervento di Silvia Sardone è stato un duro attacco contro quella che ha definito “l’islamizzazione dell’Europa”. Con una serie di “no” categorici, ha espresso la sua opposizione al velo islamico, alla Sharia, alle moschee abusive e a tutte le pratiche che ritiene incompatibili con i valori occidentali. La Sardone ha accusato la sinistra di “svendere” l’identità italiana in cambio di voti, affermando che “l’Islam radicale è la spada che la sinistra vuole usare per tagliare la gola all’Occidente”. Ha individuato nell’immigrazione irregolare una minaccia da contrastare con “confini chiusi” e “remigrazione” per gli stranieri che delinquono. Evocando lo spettro della “sostituzione etnica”, ha dichiarato di non volere che “il popolo di Pontida venga sostituito da quattro mao mao con la barba lunga” o da donne coperte da un “sacco della spazzatura”, concludendo con un appello a difendere la libertà e le tradizioni italiane.

  • Matteo Salvini: “Guerra, giustizia e immigrazione: la Lega difende la civiltà occidentale”

Matteo Salvini ha toccato diversi temi cruciali per il suo partito. Ha iniziato commemorando Charlie Kirk, simbolo della lotta per la libertà di espressione, per poi ribadire il suo “no” alla guerra in Ucraina e a un esercito europeo, invocando la pace. Sul conflitto in Medio Oriente, ha auspicato la soluzione “due popoli, due stati”, ma ha identificato Hamas come il principale ostacolo. Ha poi elencato i successi della Lega al governo, come la riforma dell’autonomia e della giustizia, e ha promesso di estendere la flat tax e di far contribuire le banche a un piano per la casa. Ha confermato la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Riguardo all’immigrazione, ha ricordato i risultati ottenuti quando era Ministro dell’Interno, con un drastico calo degli sbarchi, e ha sottolineato la necessità di distinguere tra immigrati integrati e coloro che devono essere “rimandati a casa” perché non rispettano le regole. Ha concluso annunciando una grande manifestazione per la difesa dei valori della “civiltà occidentale”.

Un giorno di festa, in un momento grigio per l’Europa. Un giorno da ricordare.

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