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Attualità

I dati del PIL pro-capite delle regioni italiane, 2000-2012

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Su scenarieconomici del 29/7/2013 sono stati pubblicati i dati del PIL per le regioni italiane, usando i dati SVIMEZ disponibili a luglio 2013 (Anticipazioni del rapporto 2013 sull’economia del Mezzogiorno e Rapporto di previsione territoriale 2013-2014).

Per comprendere meglio l’evoluzione dell’economia italiana a livello delle regioni, tuttavia, quei dati vanno complementati con altri dati rilevanti, quelli demografici, perche’ la variazione della popolazione regionale e’ differenziata e influenza in maniera significativa l’evoluzione del PIL a livello regionale. Il fatto di fondo rilevante e’ che da diversi anni (soprattutto dal 2002-2003) la popolazione del Centro-Nord aumenta per effetto di una massiccia immigrazione, mentre la popolazione del Sud e’ approssimativamente costante (solo circa il 10% degli immigrati rimane nel Sud, a fronte del 35% di popolazione residente). I dati sono documentati nelle statistiche ISTAT. Per chi fosse interessato ai dati quantitativi demografici, l’ISTAT li riporta qui.

popolazione-nord-centro-sud-italia-2001-2013

Lo scostamento appare lieve, dell’ordine dei punti percentuali, ma e’ significativo quando si considerano variazioni del PIL che sono anch’esse di pochi punti percentuali.

Per separare gli effetti demografici da quelli economici a livello delle famiglie conviene pertanto considerare il PIL pro-capite a livello regionale, invece del PIL regionale come fatto nel precedente articolo. Il PIL pro-capite e’ il parametro meglio collegato coi consumi e il benessere dei residenti, mentre aumenti del PIL regionale che risultano da aumento di popolazione non si riflettono sui consumi individuali se non cambia il PIL pro-capite.

Usando i dati ISTAT disponibili ora per le regioni italiane  (PIL regionali 2000-2012) esponiamo nel seguito gli andamenti del PIL pro-capite per le regioni italiane dal 2000 al 2012. Iniziamo con l’evoluzione del PIL pro-capite per le macro-aree italiane:

 

L’andamento complessivo e’ un aumento, stentato, del PIL pro-capite dal 2000 al 2007, seguito da un tracollo nel 2008 e da un andamento penoso dal 2009 al 2012. Come gia’ evidenziato da L.Ricolfi, il Sud e’ cresciuto significativamente piu’ del Nord dal 2000 al 2007. A partire dal 2008 pero’ il Sud ha perso il vantaggio acquisito negli anni precedenti, e nel bilancio complessivo 2000-2012 il PIL pro-capite delle macro-aree ha un regresso accumulato 2000-2012 di circa -2%, eccetto il Nord-Est, che regredisce di circa -4%.istat-2014-gdp-pc-areas

Nei grafici che seguo mostro l’andamento delle singole regioni.

 

istat-2014-gdp-pc-nordovestistat-2014-gdp-pc-nordestistat-2014-gdp-pc-centroistat-2014-gdp-pc-sudistat-2014-gdp-pc-isole
La regione che ha sofferto di piu’ dal 2000 al 2012 e’ l’Umbria, seguita da Piemonte e Valle d’Aosta.

I grafici che seguono riassumono la variazione cumulata del PIL pro-capite per regioni e macro-aree nei due periodi, pre-crisi (2000-2007) e crisi (2008-2012).istat-2014-gdp-pc-2000-2007-areas istat-2014-gdp-pc-2008-2012-areas istat-2014-gdp-pc-2000-2007-regions istat-2014-gdp-pc-2008-2012-regions

Si osserva in diversi casi un riequilibrio tra periodo pre-crisi e crisi: alcune delle regioni piu’ cresciute fino al 2007 (Molise, Sicilia) sono state colpite piu’ duramente dalla crisi. La Lombardia e’ cresciuta poco dal 2000 al 2007 (pur essendoci stato dal 2001 al 2006 al potere il lombardo Berlusconi, e la lombardo-centrica Lega-Nord, che pero’ era poco influente a causa del modesto 3.9% ottenuto nel 2001). La Lombardia ha fatto invece meglio di altre regioni nella crisi. L’Umbria e’ stata colpita molto, come il Molise, dalla crisi, ma era sostanzialmente in crisi anche nel periodo 2000-2007, diversamente dal Molise.


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