Attualità
PETROLIO ITALIANO E FUTURO (di Nino Galloni)
La oramai nota vicenda – peraltro legata al referendum del 17 aprile – non andrebbe sottovalutata.
Comunque, potrebbe sgonfiarsi a livello politico, ma resterebbero in piedi due questioni.
La prima è che l’aspetto occupazionale si sta già ridimensionando a prescindere dal referendum che, temo, non raggiungerà il quorum: le ditte che vogliono gettare la spugna già l’hanno fatto, mentre quelle che resistono – visto che, come solito, gli stiamo regalando parecchio – sanno che comunque gli attuali contratti saranno rispettati e consentiranno un guadagno netto per addetto da capogiro.
La seconda è che il futuro dell’Italia, e non solo dell’Italia, non si chiama né petrolio né antipetrolio (decrescita), ma nuove tecnologie capaci di darci energia a costo zero o a costo negativo.
Chi nega questo progresso congiura contro l’umanità e gli interessi della gran parte della popolazione.
Quindi, ridurre il tema a chi ruba o a chi si oppone alla spoliazione di risorse, significa far passare il progetto principale: con gli onesti che non vogliono inquinare o con i disonesti che sono presi solo dai propri interessi, la cosa importante è che la gente rimanga in miseria e assoggettata.
Anche a Roma si parla tanto di candidati sindaci, ci sono gli onesti e i disonesti, ma nessuno che parli delle tecnologie oggi disponibili per avere rifiuti zero ed energia pulita e gratis o quasi.
L’AMA ha acquistato 24.000 nuovi cassonetti per confermare che comunque gli affaristi non hanno nulla da temere: ci saranno le discariche col loro inquinamento, la esportazione della differenziata e tanti bei camion puzzolenti in giro per Roma a tutte le ore.
Nino Galloni
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