Difesa
Perù sceglie il Gripen E: Scacco Matto a F-16 e Rafale nel Sud America
Il Perù acquista 24 caccia Saab JAS 39 Gripen E per 3,5 miliardi di dollari, preferendoli a F-16 e Rafale. Una scelta strategica che ridefinisce la difesa aerea sudamericana e segna un duro colpo per i giganti aerospaziali americani e francesi. Perché è importante anche per l’Italia e perché ha vinto

Il Perù ha annunciato l’acquisto di 24 caccia Saab JAS 39 Gripen E per 3,5 miliardi di dollari, una decisione che segna un cambiamento strategico nella sua difesa aerea e un duro colpo per i giganti aerospaziali americani e francesi.
Il contratto, che ha superato le offerte di Lockheed Martin con l’F-16 Block 70 e di Dassault con il Rafale F4, mira a modernizzare la flotta peruviana, composta da vetusti MiG-29 sovietici e Mirage 2000 francesi.
La notizia, riportata da Peru21, evidenzia l’appeal crescente di piattaforme economiche e versatili nel mercato globale dei caccia.
Perché il Gripen E?
Il Gripen E, un caccia multiruolo di generazione 4.5, rappresenta un salto tecnologico per la Fuerza Aérea del Perú (FAP). Equipaggiato con un motore General Electric F414G, eroga 22.000 libbre di spinta, raggiungendo Mach 2.0 e un raggio di combattimento di circa 800 miglia.
Il suo radar AESA Raven ES-05, sviluppato da Leonardo, garantisce un’eccellente capacità di rilevamento e tracciamento, mentre l’armamento include missili Meteor, IRIS-T, AIM-9X Sidewinder, AGM-65 Maverick e bombe a guida di precisione GBU. La configurazione a delta con canard e il sistema fly-by-wire assicurano manovrabilità eccezionale, ideale per i terreni andini e le basi austere del Perù, dove il Gripen richiede solo 500 metri per il decollo e 600 per l’atterraggio
.Il costo operativo del Gripen E, circa 4.700 dollari per ora di volo, è tra i più bassi della sua categoria, rispetto ai 16.500 dollari del Rafale e agli 8.000 dollari dell’F-16. Inoltre, Saab ha promesso una consegna rapida – 24 mesi contro i 60 dei concorrenti – con i primi due caccia previsti per il luglio 2026, in concomitanza con l’anniversario della FAP.
L’offerta svedese include anche trasferimenti tecnologici e partecipazione industriale locale, un modello già collaudato in Brasile, che ha attratto il Perù, desideroso di potenziare il proprio settore aeronautico attraverso la SEMAN, l’azienda che assembla velivoli come il KT1-P Torito.
Perché ha battuto F-16 e Rafale?
L’F-16 Block 70, con il radar AESA APG-83 e un’ampia gamma di armamenti, è un caccia collaudato, con oltre 4.500 unità consegnate globalmente. Tuttavia, i suoi costi operativi più elevati e le complessità del processo di vendita militare straniera (FMS) degli Stati Uniti, gravato dalle restrizioni ITAR, potrebbero aver penalizzato la sua offerta.
Il Perù, storicamente incline a diversificare i fornitori per evitare dipendenze, ha probabilmente visto nell’F-16 un rischio di eccessiva dipendenza dagli USA.Il Rafale F4, con capacità “omnirole” e un radar RBE2 AESA avanzato, è un caccia di prim’ordine, ma il suo costo unitario, stimato fino a 240 milioni di dollari, è risultato proibitivo per il bilancio peruviano. Inoltre, le sue esigenze logistiche più complesse e l’assenza di un’offerta di trasferimento tecnologico paragonabile a quella di Saab hanno ridotto il suo appeal.
Il Gripen E, con un costo unitario tra 70 e 120 milioni di dollari e un’architettura avionica modulare che consente aggiornamenti rapidi, si è rivelato la scelta più economica e flessibile. L’offerta di Saab include anche un pacchetto di offset che prevede investimenti locali, un fattore decisivo per un paese come il Perù, che cerca di bilanciare sicurezza nazionale e sviluppo industriale.
Implicazioni per le forze armate del Sud America
La scelta del Gripen E segna una svolta per il mercato della difesa sudamericano, tradizionalmente dominato dagli Stati Uniti. L’F-16 è presente nelle forze aeree di Cile, Colombia e Venezuela, ma la recente ascesa di Saab – con ordini in Brasile (36 Gripen E/F dal 2014) e Colombia (16-24 unità previste per settembre 2025) – indica un’erosione dell’influenza americana.
La strategia svedese, basata su costi competitivi, consegne rapide e partnership locali, si sta dimostrando efficace in un contesto in cui i budget limitati e lo sviluppo industriale sono priorità. Il contratto peruviano potrebbe ispirare altri paesi sudamericani a considerare il Gripen, soprattutto in competizione con piattaforme più costose come l’F-35, il cui prezzo di 428 milioni di dollari e i costi operativi di 44.000 dollari per ora di volo sono fuori portata per molti.
Rispetto al Su-35 russo, usato da avversari come il Venezuela, il Gripen offre avionica superiore e costi operativi inferiori, pur mancando della robustezza di un bimotore. Il J-10 cinese, pur competitivo in termini di costi, è meno avanzato in sensori e esperienza operativa globale.
Un potenziale ostacolo per il Gripen è la dipendenza dal motore F414 statunitense, soggetto a possibili veti americani, come accaduto con la Colombia nel febbraio 2025. Tuttavia, il Perù sembra fiducioso nella capacità di Saab di garantire la fornitura, forse grazie ad accordi alternativi o negoziazioni con produttori europei come Eurojet, il cui motore EJ200 ha prestazioni simili a quello USA e sta sviluppando la versione EJ230 a spinta vettoriale. Il 21% di Eurojet è prodotto in Italia, fra Torino e Brindisi, per cui è un buon colpo anche per il nostro paese.
Impatti geopolitici
La decisione del Perù solleva interrogativi sull’influenza degli Stati Uniti in America Latina. Gli USA hanno storicamente fornito supporto militare al Perù, ma l’acquisto del Gripen suggerisce un desiderio di maggiore autonomia strategica. La diversificazione dei fornitori, un approccio già adottato durante la Guerra Fredda con l’acquisto di Mirage 2000 e MiG-29, permette al Perù di ridurre la dipendenza da un singolo partner.
Tuttavia, la compatibilità del Gripen con armamenti NATO, come l’AIM-9X e l’AMRAAM, garantisce un certo grado di interoperabilità con le forze USA, attenuando le preoccupazioni immediate.Per il Sud America, l’espansione di Saab potrebbe spingere gli Stati Uniti a rivedere la propria strategia di esportazione, magari offrendo pacchetti più flessibili o trasferimenti tecnologici finora neanche discussi. La Francia, nonostante i successi in Serbia e Indonesia con il Rafale, potrebbe dover adattare la propria offerta per competere in mercati sensibili al prezzo.
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