Economia
Per abbassare le emissioni di CO2 sarebbe molto meglio puntare alla rottamazione dei veicoli vecchi che ai carburanti sitetici
Una ricerca di ICCT afferma che, per diminuire le emissioni di CO2, invece che soluzioni improbabili e costose come i carburanti sintetici , sarebbe meglio dare contributi per rottamare le auto più vecchie
Per diminuire l’impatto ambientale è meglio dare un contributo per l’acquisto di auto elettriche o per far demolire le auto più vecchie in cercolazione?
In Germania la risposta sembrerebbe essere chiara: un bonus efficacedovrebbe essere rivolto non all’elettrico, ma alla rottamazione dei mezzi più vecchi, ultradecennavi o ventennali. Un nuovo studio dell’associazione di ricerca ambientale ICCT mostra che un simile concetto avrebbe anche questa volta per raggiungere gli obiettivi climatici nel settore dei trasporti .
Secondo le ricerche del dell’International Council on Clean Transportation, un bonus alla rottamazione dei vecchi motori a combustione potrebbe essere decisivo per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. In termini di costi, questo metodo dovrebbe anche essere più economico rispetto a consentire ai motori a combustione di avere un futuro utilizzando i carburanti elettronici.
Bonus rottamazione per i motori a combustione meglio degli e-fuel? Due argomenti
Secondo lo studio dell’ICCT, un programma di rottamazione potrebbe da un lato far risparmiare più CO₂, ma dall’altro è decisamente più efficiente in termini di costi.
Infatti fino a un terzo della necessaria riduzione di CO₂ nel settore dei trasporti entro il 2030 potrebbe essere ottenuta smantellando circa otto milioni di veicoli in Germania e sostituendoli con veicoli più recenti.
Secondo i ricercatori ciò corrisponde a un risparmio di circa 11 milioni di tonnellate di CO₂ equivalenti. In confronto, il risparmio di CO₂ derivante dall’uso di carburanti elettronici è notevolmente inferiore e ammonta a un massimo di 190.000 tonnellate.
I carburanti elettronici, derivanti dalla sinteci del CO2 atmosferico, sono la soluzione attualemente allo studio in Germania per la riduzione del CO2 con ancora le auto a combustione interna, ma risulta una soluzione molto costosa e che impiega grandi quantità di energia.
Mentre la produzione di carburanti elettronici in Germania potrebbe costare circa 910 euro per tonnellata di anidride carbonica evitata entro il 2030, la valutazione di un programma di rottamazione calcola solo 313 euro per tonnellata per i veicoli diesel e 255 euro per quelli a benzina. Non c’è confronto come costo dei programmi.
Per il presente studio l’ICCT ha esaminato il parco veicoli protetto sino al 2030, partendo dal presupposto che, per quell’anno, vi saranno un sufficiente numero di auto elettriche in offerta, e di rapporto costo qualità elevato, eliminando il problema della scelta fra i due tipi di mobilità,.
La proposta per una rottamazione, seconto ICCT dovrebbe funzionar come segue: il finanziamento statale potrebbe essere utilizzato per i modelli diesel in esercizio da almeno 15 anni e per quelli a benzina con 25 anni o più vecchi.
Il premio d’acquisto pagato corrisponderebbe quindi all’80% del valore residuo. A titolo di esempio di calcolo vengono indicati importi compresi tra 2.000 e 6.000 euro per un’auto diesel e tra 2.000 e 3.000 per un’auto a benzina.
Secondo Kyle Morrison, responsabile dello studio, i circa 49 milioni di motori a combustione attualmente circolanti sulle strade tedesche rappresentano un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi climatici e da un lato un bonus alla rottamazione potrebbe favorire il passaggio a trazioni alternative. Vengono menzionati anche gli effetti sulla purezza dell’aria.
Inoltre, l’ICCT pubblica regolarmente nuovi risultati relativi al consumo di carburante e alle emissioni inquinanti delle nuove auto . L’istituto è stato coinvolto nello svolgimento delle indagini del Dieselgate contro i produttori di automobili, quando i livelli di emissioni sono stati mascherati mediante manipolazione.
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