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Pensavate che lo spettacolo delle aurore fosse finito? Il Sole prepara il “gran finale”

Il massimo solare è passato, ma il meglio deve ancora venire. Gli scienziati prevedono che i prossimi due anni potrebbero regalarci le aurore boreali più intense, grazie a un turbolento “gran finale” del Sole.

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Molti avranno pensato che, con il presunto superamento del picco del massimo solare del Ciclo 25, lo spettacolo mozzafiato delle aurore boreali, che ha illuminato anche i cieli italiani lo scorso maggio, fosse ormai agli sgoccioli. Un’ipotesi logica, ma, a quanto pare, del tutto errata. Secondo gli esperti di fisica spaziale, il meglio deve ancora venire. Anzi, la fase calante del ciclo solare è spesso la più turbolenta e interessante per chi ama alzare gli occhi al cielo.

Non si tratta di una semplice speranza, ma di una dinamica consolidata del nostro Sole. Il periodo che segue il picco di attività non è un tranquillo scivolare verso la quiete, ma piuttosto un complesso e agitato “passaggio di consegne” tra diversi fenomeni solari. La fisica Tamila Skov spiega perché ne vedremo ancora delle belle.

Il Declino Turbolento: Quando meno diventa più

L’attività solare segue un ritmo ciclico di circa 11 anni, alternando un massimo (caratterizzato da un gran numero di macchie solari ed eruzioni) a un minimo. Tuttavia, l’impatto sulla Terra non segue pedissequamente questa curva.

Come ha spiegato Pål Brekke, fisico solare dell’Agenzia Spaziale Norvegese, “il picco dell’attività aurorale si verifica in realtà alcuni anni dopo il massimo solare”. Ma perché? La ragione risiede nel tipo di “motori” che guidano le tempeste geomagnetiche.

  • Durante il massimo solare: L’attività è dominata da eventi esplosivi e relativamente brevi come i flare solari e le espulsioni di massa coronale (CME).
  • Durante la fase discendente: A questi fenomeni si aggiungono i cosiddetti “buchi coronali”. Si tratta di vaste aree più fredde e scure nell’atmosfera del Sole che emettono flussi costanti e veloci di vento solare.

Questa sovrapposizione, descritta dal ricercatore Scott McIntosh come l’incrocio tra il “lato luminoso” (eruzioni) e il “lato oscuro” (buchi coronali) del ciclo, crea un ambiente spaziale molto complesso. Il campo magnetico terrestre viene così bersagliato da più fronti contemporaneamente, generando tempeste geomagnetiche che, sebbene non sempre potentissime, sono spesso più durature. Per gli appassionati di aurore, questo si traduce in più notti consecutive di possibili spettacoli.

Una’npomali solare molto forte, una CME , coronal mass expulsion

L’“Ultimo Sussulto”: il colpo di coda del Sole

Oltre a questa generale turbolenza, c’è la possibilità di un evento ancora più drammatico, che la fisica Tamitha Skov definisce “l’ultimo sussulto” del Sole (last gasp). “Quasi tutti i cicli solari hanno questi ultimi sussulti durante la fase calante,” afferma Skov. “Tipicamente, arrivano entro due o tre anni prima del minimo solare. Quindi, entro il prossimo anno e mezzo o due, dovremmo vedere qualcosa.”

Questi eventi sono scatenati da uno o due gruppi di macchie solari particolarmente complessi che emergono tardivamente nel ciclo. Se una di queste regioni “arrabbiate” si forma rivolta verso la Terra e rimane attiva, potrebbe scatenare eruzioni potenti e ripetute. Secondo Skov, “le probabilità di avere un’altra grande tempesta di classe con questi ultimi sussulti sono piuttosto alte”.

Ricordiamo che una tempesta è il livello più estremo sulla scala NOAA, capace di generare aurore a latitudini bassissime, come quella che a maggio 2024 ha tinto di rosso i cieli fino al Messico e al Sud Italia.

Da G1 a G5 classificazione degli eventi solari, con G5 il più forte

Non solo spettacoli di luce: i risvolti pratici

Se per noi a terra tutto questo promette meraviglia, per la nostra infrastruttura tecnologica è un potenziale grattacapo. Tempeste geomagnetiche prolungate possono:

  • Interferire con le reti GPS, con conseguenze sulla navigazione e sull’agricoltura di precisione (un articolo recente ha descritto come i trattori “si comportassero come se fossero indemoniati” durante una tempesta solare).
  • Disturbare le comunicazioni radio.
  • Danneggiare i satelliti, “immersi in un bagno radioattivo di particelle che non sembra finire mai”, come spiega Skov.

Insomma, il Sole potrebbe anche aver superato il suo picco di “nervosismo”, ma il suo declino si preannuncia tutt’altro che noioso. Per gli amanti delle aurore, i prossimi due anni sono da segnare in rosso sul calendario. Per chi gestisce tecnologie sensibili, è il momento di tenere le difese alte. Il gran finale potrebbe essere spettacolare, in tutti i sensi.

Un brillamento solare X-2.9 erutta dal Sole il 27 maggio 2024. (Credito immagine: NASA / SDO e i team scientifici AIA, EVE e HMI / helioviewer.org)

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché la fase calante del ciclo solare dovrebbe produrre più aurore del picco massimo? La ragione è che durante la fase discendente si sovrappongono due fenomeni. Oltre alle eruzioni violente ma sporadiche (espulsioni di massa coronale) tipiche del massimo, diventano più frequenti i “buchi coronali”. Questi emettono flussi di vento solare veloci e costanti che colpiscono la Terra. La combinazione di questi due tipi di eventi rende le perturbazioni geomagnetiche più frequenti e durature, aumentando le possibilità di osservare aurore per più notti consecutive, anche se non sempre della massima intensità.

2) Cos’è esattamente un “ultimo sussulto” del Sole e quanto è probabile? L'”ultimo sussulto” è un termine usato per descrivere un’ultima, potente ondata di attività solare che si verifica nella fase calante del ciclo, tipicamente 1-2 anni prima del minimo. È causato dall’emergere di una o più regioni di macchie solari eccezionalmente grandi e magneticamente complesse. Secondo la fisica spaziale Tamitha Skov, questi eventi si verificano in quasi tutti i cicli e la probabilità di assistere a una tempesta geomagnetica estrema (), simile a quella di maggio 2024, a causa di un tale sussulto è “piuttosto alta”.

3) Oltre alle aurore, quali sono gli impatti negativi di questa intensa attività solare sulla nostra vita quotidiana? Le tempeste geomagnetiche non sono solo uno spettacolo. Possono causare problemi concreti disturbando i segnali GPS, essenziali per la navigazione aerea, marittima e terrestre, e per l’agricoltura di precisione. Possono interrompere le comunicazioni radio ad alta frequenza e, nei casi più gravi, danneggiare i componenti elettronici dei satelliti in orbita, da cui dipendono servizi come internet e le previsioni meteo. In casi estremi, possono anche indurre correnti anomale nelle reti elettriche a terra, con rischio di blackout su vasta scala.

Aurora boreale nordica

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